
UNA SPIA TRA GLI SPIONI - E’ DA VENTANNI CHE SI CERCA LA TALPA NEI SERVIZI SEGRETI CHE PASSA NOTIZIE AI RUSSI - ESCHE, TRAPPOLE, TRABOCCHETTI: COSÌ IL DOPPIOGIOCHISTA SI PRENDE GIOCO DELL'INTELLIGENCE ITALIANA - PURE MATTARELLA TENUTO ALL'OSCURO...
Francesca Musacchio per “Il Tempo”
Era l’infiltrato all’interno del Sismi per il «Kgb» prima, per la «Svr» in seguito. Una talpa all’interno dei nostri 007, che per tantissimi anni avrebbe passato informazioni clandestinamente ai servizi segreti russi. L’agente del controspionaggio italiano, noto in codice come «il verme», forse continua ad aggirarsi ancora per le segrete stanze di Forte Braschi, la sede dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) proseguendo l’attività di trasferimento di informazioni alle intelligence estere.
Alcuni elementi sospettati sarebbero stati pedinati e controllati ma alla fine il confidente dei russi sarebbe sempre riuscito a farla franca. Una presenza oscura e inquietante degna di una vera e propria spy story.
Il nome in codice venne fuori nel 2003, durante l’audizione davanti alla commissione Mitrokhin, dell’ammiraglio Giuseppe Grignolo, capo del primo reparto del Sismi dal 1997 al 2000. In quella circostanza, l’ex alto dirigente del nostro servizio segreto militare rivelò l’esistenza di un agente italiano, probabilmente in servizio nella sede di Roma, che «collaborava» clandestinamente con le spie russe.
E proprio su questo agente, Grignolo avrebbe parlato di una vera e propria caccia all’uomo, andata avanti all’interno del Sismi per anni, ma senza alcun risultato. I nostri servizi segreti chiesero addirittura aiuto ai colleghi inglesi che avevano trasferito il «dossier Mitrokhin» all’Italia dove era contenuta tutta l’attività spionistica del Kgb fatta sul nostro territorio nazionale, e le connesse attività svolte dagli organi italiani di intelligence, anche al fine di individuare eventuali responsabilità.
Il «verme», infatti, sarebbe stato al soldo del Kgb fino al 2000. e forse anche dopo. Lo stesso ammiraglio Grignolo nella sua audizione, chiarì che «tra il ’91 e il ’92 vi è stato un riavvicinamento tra il servizio italiano e il servizio russo, ma che fra il 1993 ed il 1994 quest’ultimo ha ripreso l’attività spionistica nei confronti dell’Italia anche se non più come prima».
E sulla vicenda, nella seduta del 10 marzo 2004, la commissione parlamentare d’inchiesta sentì anche l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’epoca vicepresidente del Consiglio, che a specifica domanda dell’ex onorevole Vincenzo Fragalà («C’era un talpa all’interno del Sismi: ce ne ha parlato l’ammiraglio Grignolo, il quale ci ha anche detto che magari si sarebbe potuto identificare questo infiltrato del Kgb all’interno del nostro Servizio di sicurezza attraverso alcuni riscontri, che si potevano cercare anche con l’intervista a Mitrokhin.
Allora, di questa ipotesi evidentemente grave (perchè non accade ogni giorno che vi sia un infiltrato del Kgb e poi dell’Svr all’interno del Servizio di sicurezza italiano, questo è assai grave) lei, in qualità di vice presidente del Consiglio con delega ampia al coordinamento dei Servizi, è stato mai informato dal Sismi?»), rispose: «Non mi risulta che mi sia stato detto questo. Ricevetti molte informazioni dal Sismi e dal Sisde, nell’arco di quell’anno e due mesi, e non le ho certo tutte presenti, però non mi risulta un’informazione di questo tipo».
La figura del «verme» emerse dal materiale che l’ex archivista del Kgb, Vasilij Mitrokhin, portò in Europa. In Italia le prime schede giunsero nel marzo del 1995, mentre le prime attività di controspionaggio sul campo cominciarono solo tre anni dopo, nel ’98. Il direttore del Sismi all’epoca era Battelli, e Grignolo spiegò che «per ragioni che non voglio discutere non riuscii ad ottenere per almeno un anno e mezzo l’autorizzazione ad operare direttamente sul campo.
Mi pare che riuscimmo ad ottenere l’autorizzazione per un’attività sul campo nella primavera del ’98, quando Bonaventura (ex colonnello dei carabinieri, ndr) mi indicò sei o sette persone che si sarebbero potute approcciare e farne degli agenti doppi. Questo lavoro fu affidato ai centri e purtroppo quando venne fuori il discorso del libro ovviamente questa attività operativa cessò».
Vasiliy Mitrokhin nel 1992 defezionò dal Kgb per collaborare con gli 007 britannici. Anni dopo, a settembre 1999, in Inghilterra viene pubblicato il suo libro «The Mitrokhin Archive», scritto insieme allo storico Christopher Andrew. In Italia scoppia lo scandalo e vengono rese pubbliche 261 schede tradotte dall’inglese all’italiano.
Sede dell\'MI5 servizi segreti inglesi
Per quanto riguarda l’edizione italiana del libro «L’archivio Mitrokhin», invece, rispetto all’edizione originale si sospettano dei tagli effettutati proprio dai nostri servizi segreti. Una vicenda complicata, legata anche all’attività dell’ex Unione sovietica di creare depositi di armi e radio a lunga gittata intorno alle principali città europee, compresa Roma.