elisabeth badinter istinto materno

“L’AMORE MATERNO NON È UN ISTINTO, MA UN SENTIMENTO UMANO, CHE PUO ESSERE INCORAGGIATO O SCORAGGIATO DALLA SOCIETA IN CUI VIVIAMO” - ELISABETH BADINTER, FEMMINISTA E FILOSOFA FRANCESE, CERCA DI DEMOLIRE L’IDEA CHE LE DONNE ABBIANO UN ISTINTO INNATO CHE LE LEGA AI LORO FIGLI: “COME QUALUNQUE SENTIMENTO, È INCERTO, FRAGILE. SI COSTRUISCE GIORNO PER GIORNO, E C’È CHI, PER VARIE RAGIONI, NON CI ARRIVA MAI” – “È STATO ROUSSEAU IL PRIMO A PERORARE LA CAUSA DELL’AMORE MATERNO: ALL’EPOCA TROPPI BAMBINI MORIVANO POCO DOPO LA NASCITA E BISOGNAVA…”

elisabeth badinter 2

Paola Emilia Cicerone per “la Repubblica - Salute”

 

Quarant’anni fa ha scritto un saggio – L’amore in piu. Storia dell’amore materno (Fandango Libri) – che ha messo in crisi per sempre l’idea che le donne siano portatrici di un istinto innato che le lega ai loro figli. 

 

Un tema che Elisabeth Badinter, femminista e filosofa, una delle protagoniste della vita culturale francese, ha ripreso in vari saggi. E di cui ci ha confermato la validita in questa intervista: «Che l’istinto materno sia un mito e assolutamente confermato, anche se in quaranta anni il modo di essere donne e madri e profondamente cambiato, nelle societa occidentali ma anche in Cina e in Giappone, paesi che ci seguono, in ritardo, su questo terreno», afferma Badinter: «Forse pero e il caso di chiarire che l’espressione “istinto materno” ha un duplice significato, psicologico e biologico. 

 

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E che bisogna distinguere due fasi: l’irresistibile desiderio di essere madre, che per molto tempo e stato considerato universale, e il comportamento della madre dopo la nascita del bambino. Teniamo presente che il senso comune e i dizionari, che non sono certo la massima espressione della scienza, definiscono l’istinto come “una tendenza innata e potente che accomuna tutti gli esseri viventi e i soggetti di una stessa specie”. Per quanto mi riguarda, contesto l’idea che il sentimento materno sia innato e che sia condiviso da tutte le donne».

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Un’idea che ha creato non pochi problemi.

«Innanzitutto, si tratta di un’idea falsa. L’amore materno non e un istinto, ma un sentimento umano, che puo essere fortemente incoraggiato o scoraggiato dalla cultura e dai valori della societa in cui viviamo. 

 

E, come qualunque sentimento, e incerto, fragile, imperfetto: si costruisce giorno per giorno, e c’e chi, per varie ragioni, non ci arriva mai. Molte madri si prendono cura dei figli per dovere piu che per amore, ma non lo confesserebbero per niente al mondo. Bisogna poi considerare che il concetto stesso di istinto e molto colpevolizzante, perche implica che qualunque donna che non riesca a creare un legame col suo bambino, e a gioirne, e una snaturata, una madre indegna.

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 Davvero un bel risultato! Sappiamo che proprio questa e una delle ragioni per cui molte donne, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, hanno scelto di non avere figli, a vantaggio della loro vita personale e professionale. Sentono, cioe, di non poter rivestire il ruolo di brava madre che la societa richiede loro».

 

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Ne L’amore in piu lei suggeriva che l’istinto materno sia una costruzione culturale dell’Europa della seconda parte del diciottesimo secolo...

«Non una costruzione culturale, piuttosto un mito che rispondeva efficacemente alle esigenze della societa, e in particolare a quelle degli uomini. E stato Rousseau il primo a perorare la causa dell’amore materno e le sue conseguenze sociali. All’epoca troppi bambini morivano poco dopo la nascita, bisognava frenare l’emorragia demografica che caratterizzava l’Ancien Regime, e generare nuovi nati che rappresentavano una ricchezza per lo stato.

 

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E per riuscirci era necessario convincere le madri ad affrontare compiti dimenticati, primo fra tutti l’allattamento. Un compito che le donne dell’aristocrazia e della borghesia agiata non assolvevano piu. Di conseguenza i neonati, battezzati entro ventiquattr’ore dalla nascita, venivano inviati in campagna presso una nutrice, di cui si sapeva ben poco, fino allo svezzamento, e morivano come mosche.

 

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Una parte della popolazione femminile fu sensibile a questo appello, anche grazie a un altro tema emergente, quello della felicita e dell’eguaglianza. Alle madri disposte non solo ad allattare, ma anche a farsi carico dell’educazione dei propri figli, si promettevano mari e monti. Sia

 

te delle buone madri, affermava Rousseau, e sarete felici e rispettate. Rendetevi indispensabili per la famiglia e il vostro ruolo sara riconosciuto. Le madri della media borghesia, che non avevano il prestigio, o l’intensa vita sociale, dell’aristocrazia, furono le prime ad accogliere questo appello, con grande sollievo dei loro mariti».

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Il mito dell’amore materno colpevolizza le donne che non possono o non vogliono occuparsi dei figli. Eppure, nel corso dei secoli il rapporto con i figli non e stato sempre basato su un legame affettivo.

«Ovviamente l’amore materno non e nato nel XVIII secolo. In ogni tempo e in ogni luogo ci sono state madri che hanno provato per il loro piccolo un sentimento immediato e potente. Ma la storia della maternita ci mostra che non e stato cosi per tutte. Ora, l’idea stessa di istinto e incompatibile con variazioni cosi evidenti. 

genitori

 

Quanto al momento attuale, e vero che quante non vogliono o non possono occuparsi dei loro bambini sono oggetto di critiche, ma meno severe di quanto sarebbe avvenuto anche solo cinquant’anni fa. Alle prime si rimprovera il loro egoismo, alle seconde, paradossalmente, di aver messo al mondo figli senza avere i mezzi per allevarli. Ho spesso sottolineato come le coppie che han- no scelto volontariamente di non avere figli suscitino in chi invece li ha una sorta di gelosia: gelosia della loro liberta, del fatto di non dover sopportare il peso dei compiti di cui i genitori devono farsi carico. 

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Ma al tempo spesso sono rimproverate per non aver assolto il loro “dovere naturale” e civile di genitori. Resta il fatto che oggi alcune donne hanno il coraggio di ammettere che sono pentite di avere avuto un figlio e che sono incapaci di volergli bene. Una confessione che e difficile, ma che mezzo secolo fa sarebbe stata impossibile. Ed e probabile che in una societa come quella odierna, focalizzata sulla “realizzazione personale”, queste testimonianze siano sempre piu frequenti e sempre meno scandalose».

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Sappiamo pero che alla base dell’attaccamento materno ci sono dei meccanismi biologici: nel legame madre-figlio sembra esserci qualcosa di innato, almeno nelle altre specie animali.

«Non si puo negare che diversi fattori contribuiscano a spiegare l’attaccamento della madre per il bambino, anche se questo meccanismo e infinitamente piu effic ce in altre specie. In ogni caso cio non significa che l’attaccamento iniziale sia necessariamente seguito dalla nascita di un affetto. 

 

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La gatta che ha una montata lattea ha bisogno di allattare per non soffrire, e resta dunque ap- piccicata ai suoi piccoli fino all’esaurirsi di questo fenomeno. Una volta che i cuccioli sono svezzati la madre non se ne occupa piu, a volte addirittura non li riconosce piu, arrivando a respingerli piu o meno violentemente. Se parliamo della nostra specie i fattori biologici sono ben lontani dall’avere l’ultima parola. 

 

La societa in cui la madre vive, la storia personale e il suo inconscio possono osta- colare il passaggio dall’istinto al sentimento. D’altra parte, ci sono molte donne che rifiutano l’allattamento e non sembra che il biberon abbia mai impedito la nascita di un legame di amore tra madre e figlio. Tutto dipende dalla storia personale di ogni singola donna, dalla relazione con la propria madre, dalla situazione personale e da molti altri fattori soggettivi».

 

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Forse parlare di istinto materno banalizza la complessita del rapporto madre-bambino.

«Credo che l’amore materno si costruisca giorno dopo giorno, attraverso sia il contatto fisico che verbale. Ma se il bambino non domanda altro che questo amore, per la madre, non e detto sia sempre cosi. Possono infatti esserci degli ostacoli a questa relazione, delle preoccupazioni personali, dei desideri estranei alla maternita, o anche una mancanza di empatia della mamma per il nuovo arrivato. Non si puo comandare all’amore, non e un meccanismo automatico».

genitori e figli

 

Anche i genitori adottivi amano i loro figli, e oggi ci sono coppie dello stesso sesso che crescono figli molto amati. Qualcosa e destinato a cambiare?

«Certamente donne che non possono avere figli, e quindi non li hanno portati in pancia ne allattati, possono essere delle meravigliose madri adottive. Ma, ancora una volta, non e cosi per tutte. Quanto alle coppie omogenitoriali, non credo che cambi qual- cosa. I secoli passati, che hanno ignorato queste unioni, hanno visto di tutto: bambini sacrificati, non amati, uccisi, abbandonati e perfino torturati. 

 

protezione dei genitori

Non credo che le coppie omosessuali faranno meglio o peggio delle altre. Abbiamo tutti le nostre piccole o grandi nevrosi, che non dipendono tanto dal sesso dei nostri genitori quanto dalla loro psiche. La madre perfetta e piu rara di un Mozart, contentiamoci di fare il meglio che possiamo: e questo il destino della condizione umana».

 

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