abagnale casamonica

POCHE CHIACCHIERE E VOLA - ENRICO ABAGNALE, L'ELICOTTERISTA DEI CASAMONICA: “DOVEVAMO LANCIARE I FIORI SOLO SULLA VILLA MA I PARENTI VOLEVANO CHE LO FACESSIMO ANCHE DAVANTI ALLA CHIESA. CI SIAMO RIFIUTATI MA LORO HANNO INSISTITO E NOI ABBIAMO CEDUTO…”

ENRICO ABAGNALE ENRICO ABAGNALE

Francesco Oggiano per www.vanityfair.it

 

«Siamo stati dei cog...ni. Non dovevamo sorvolare la chiesa per il funerale dei Casamonica». Enrico Abagnale accetta quasi con sollievo la condanna appena ricevuta dall'Enac, ovvero la sospensione per 33 mesi della licenza di volo per aver sorvolato con l'elicottero il quartiere romano di Don Bosco durante i funerali di Vittorio Casamonica.

 

ENRICO ABAGNALE  ENRICO ABAGNALE

Il suo nome è spuntato a sorpresa venerdì mattina. Fino ad allora, l'unico emerso era quello di Angelo Ghirelli, anche lui del napoletano, ex pilota Alitalia, considerato l'uomo che manovrava i comandi del monomotore R22. L'inchiesta ha dato una versione diversa: ai comandi c'era solo Abagnale, che però si smarca: «Sopra la chiesa eravamo in due a bordo. Ghirelli ai comandi e io a vuotare dall'alto la sacca coi petali».

 

Tutto inizia con una telefonata alle 22 del 19 agosto, vigilia del funerale di Vittorio Casamonica. Enrico, è un aviatore esperto di Pompei, attivo da anni in servizi di volo (come lanci di confetti o di rose) per cerimonie come matrimoni o processioni. A chiamarlo è uno dei nipoti di Vittorio Casamonica, probabilmente Luciano: «Credo che il mio numero gliel'avessero dato i titolari dell'agenzia funebre di Scafati (un paese vicino Pompei, ndr) che li ha seguiti».

 

ENRICO ABAGNALE     ENRICO ABAGNALE

Cosa vuole?

«Che la mattina dopo faccia un lancio di fiori dall'alto, ma solo sorvolando la villa del defunto, nel quartiere Romanina».

 

E lei si fida subito?

«Subito no. Ma seguono una serie di telefonate fino a notte inoltrata. Parlo con altri parenti di Casamonica. Chiedo le coordinate, se ci sono ostacoli all'atterraggio nella villa e altri dettagli. Loro furono molto gentili e precisi, per questo mi fidai».

 

Le cerimonie sfarzose sono sempre state amate dai mafiosi. Ha mai lavorato per persone in odore di criminalità?

«Senta, l'unica domanda che si fa in questo lavoro riguarda le coordinate e l'orario. Non chiedo certo il certificato penale di chi mi paga».

 

Ma non sapeva che quelli erano i Casamonica?

«Macché, quel cognome non era così famoso nel napoletano».

 

Così la mattina dopo parte con Angelo Ghirelli.

ENRICO ABAGNALE      ENRICO ABAGNALE

«Alle 7.30 passiamo dal fioraio per comprare i petali di rosa: 500 euro. Alle 8 siamo già in volo».

 

Destinazione, la villa di Don Vittorio.

«Una volta atterrati, inizia una discussione con tutti i parenti del defunto».

 

Quale?

«Vogliono che gettiamo i fiori davanti alla chiesa, non solo sulla casa. Guardiamo la mappa, è in una zona centrale, non sorvolabile a bassa quota».

 

Potevate rifiutarvi.

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«Lo abbiamo fatto. Ma loro hanno insistito e noi abbiamo ceduto».

 

Secondo l'inchiesta, a partire dalla casa dei Casamonica verso la chiesa è stato lei, non Ghirelli.

«No. Ai comandi c'era Ghirelli. Io ero a fianco. E ho gettato le rose dall'alto».

 

Non aveva l'autorizzazione per farlo.

«In Italia non è chiaro se lanciare oggetti come petali dall'alto sia reato oppure no. E comunque lo fanno tutti, anche durante le processioni».

 

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Lei ha anche attraversato lo spazio aereo a una quota inferiore alla minima prevista, pari a circa 330 metri.

«Confermo. Come dire, avevamo avvisato le autorità soltanto del volo sulla casa dei Casamonica. Il sorvolo sulla chiesa non era previsto».

 

Quest'«improvvisata» le è costata 33 mesi. Quanto ci ha guadagnato?

«Pochissimo. Per due ore e mezza di volo più il costo delle rose, abbiamo preso 2 mila euro. Una miseria, se considera tutti i costi».

 

In contanti immagino.

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«Sì, in contanti».

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