sofri bompressi pietrostefani luigi calabresi

CHI ERA L'INFILTRATO DEI SERVIZI AI VERTICI DI LOTTA CONTINUA? - IL MAGISTRATO GUIDO SALVINI: “CHI ERA L'INFORMATORE DEL SID, “COMO”, DI CUI HO TROVATO NEGLI ANNI 90 LE RELAZIONI E CHE FACEVA PARTE DELL'ESECUTIVO DI LOTTA CONTINUA NEL PERIODO DELL'OMICIDIO CALABRESI? NON SI PUÒ ESCLUDERE NESSUNO, NEMMENO PIETROSTEFANI. POSTO CHE MILITANTI HANNO ESEGUITO L'OMICIDIO, A QUALE LIVELLO MILITARE O POLITICO È STATA PRESA QUELLA DECISIONE? CI FURONO DISSENSI INTERNI? HANNO MAGARI AGITO NELL'INTERESSE DI ALTRI?”

Gianni Barbacetto per il “Fatto quotidiano”

 

guido salvini

Guido Salvini è un magistrato che le vicende del terrorismo italiano le conosce bene, per averle a lungo indagate come giudice istruttore. Conosce da vicino anche la storia dei Pac, i Proletari armati per il comunismo di Cesare Battisti, perché fu suo padre a presiedere, all' inizio degli anni Ottanta, la Corte d' assise che pronunciò una delle sentenze per l' omicidio dell' orefice Pier Luigi Torregiani, ucciso dai Pac.

 

In più, Guido Salvini è noto per le sue posizioni tutt'altro che "giustizialiste", tanto che collabora anche al Foglio. Ecco perché i suoi interventi su Cesare Battisti, pubblicati proprio sul Foglio nei giorni scorsi, sono una bomba. Lasciata scoppiare nel più fragoroso silenzio.

 

GIORGIO PIETROSTEFANI

Il 16 gennaio, Salvini scrive un ritratto agghiacciante di Battisti. "Non è certo un martire né un perseguitato politico. Da delinquente comune si era 'politicizzato' in carcere sino a diventare uno dei capi dei Proletari armati per il comunismo, un' accozzaglia di persone che per la loro insensata ferocia erano tenute a distanza persino dalle Brigate rosse e dai gruppi affini". "I Pac si erano infatti specializzati più che nell' individuare obiettivi politici - come le Brigate rosse - nel porre a segno le loro vendette personali: sparavano a commercianti che avevano reagito durante rapine, alle guardie delle carceri dove qualcuno dei loro militanti era stato detenuto. Li chiamavano i terroristi 'giustizialisti'. Roba da brividi".

 

ADRIANO SOFRI GIORGIO PIETROSTEFANI OVIDIO BOMPRESSI

Negli anni seguenti poi - continua Salvini - "Battisti e gli altri sono stati giudicati con tutte le garanzie difensive anche se latitanti e con ben tre gradi di giudizio". Inaccettabile, dunque, la difesa ricevuta dalla "intellighenzia radical chic che lo ha aiutato e coccolato in Francia". Del resto, "migliaia di terroristi di ex terroristi rossi e neri condannati in quell' epoca, grazie anche ai benefici della dissociazione e a quelli previsti dall' ordinamento penitenziario, non sono stati sepolti in uno Spielberg ma sono tutti ormai tornati in libertà".

 

BOMPRESSI E PIETROSTEFANI

Anche Battisti, argomenta Salvini, se non fosse evaso e fuggito, oggi "sarebbe libero. Inizia invece a espiare un ergastolo a più di sessant' anni ": ma "è stata una scelta sua".

A questo punto, il giudice Salvini, archiviato il passato, avvia un ragionamento sul presente. "Purtroppo la cattura di Battisti poco avrà da dirci sulle pagine rimaste ancora oscure degli anni di piombo". Ci sono invece altri latitanti "che potrebbero chiarire le storie tragiche di cui sono stati protagonisti": Giorgio Pietrostefani, per esempio, il dirigente di Lotta continua condannato per l' uccisione del commissario Luigi Calabresi.

 

IL COMMISSARIO LUIGI CALABRESI

"Di quell' omicidio", continua Salvini, "nonostante le condanne, non si sa tutto, non si conosce se non in parte come fu deciso e organizzato e nemmeno tutta la fase esecutiva. Pietrostefani è a conoscenza di quei segreti e se tornasse in Italia potrebbe rivelarli. Non dimentichiamo che quello del commissario non fu un crimine qualsiasi, è stato il primo omicidio politico, legato a piazza Fontana e ideato prima ancora che iniziasse il terrorismo con i suoi crimini seriali".

 

Due giorni dopo, sulle pagine dello stesso Foglio, gli risponde Adriano Sofri, il fondatore di Lotta continua, anch'egli condannato per l'omicidio Calabresi. Ricorda come non ci sia "niente di clandestino" nell'esistenza di Pietrostefani, che vive a Parigi dove è stato operato di cancro. E che ha scelto di fuggire all'estero, "a malincuore, per una sola ragione: a differenza di Ovidio Bompressi e me, che avevamo figli grandi, aveva una figlia bambina e scelse di starle vicino. Gli costò. Io ne fui contento".

adriano sofri nella redazione di lotta continua

 

È a questo punto che Salvini replica, con un breve intervento pubblicato sul Foglio il 22 gennaio, mimetizzato nella rubrica delle lettere: "È bastato, parlando di estradizioni concesse o negate, un cenno alla latitanza di Pietrostefani, per suscitare il fastidio di Adriano Sofri. Dopo le confessioni di Leonardo Marino e le sentenze delle Corti di Milano, nessuna persona di buon senso può credere che Lotta continua non abbia fatto la sua parte in quell'omicidio. È una storia che comunque non conosciamo per intero".

 

Gemma Capra (c), vedova del commissario Luigi Calabresi, durante i funerali nel 1972 a Milano

E qui parte la bomba: "Per esempio chi era l'informatore del Sid (servizio segreto militare, ndr) 'Como' di cui ho trovato negli anni Novanta le relazioni e che faceva parte dell'esecutivo di Lotta continua nel periodo dell'omicidio Calabresi? I dirigenti di Lotta continua dell' epoca sarebbero in grado di identificarlo; non si può escludere nessuno, lo dico come mera ipotesi, nemmeno che fosse Pietrostefani o una persona a lui vicina. Posto che militanti di Lotta continua hanno certamente eseguito l'omicidio, a quale livello militare o politico è stata presa quella decisione? Ci furono dissensi interni? Hanno magari agito, ottenebrati dall' ideologia, inconsapevolmente nell' interesse di altri? Anche senza parlare di tutti i coinvolti, certamente molti di più di quelli che conosciamo, insomma, come è andata?".

 

Giorgio Pietrostefani - Omicidio Luigi Calabresi

Conclude Salvini: "Per ora non ci sono le risposte che sarebbe giusto avere prima che quella generazione scompaia. Senza dare queste risposte non si ha diritto di chiedere la verità su altro, quello che è avvenuto nel 1969, ad esempio, e negli anni successivi.

Giorgio Pietrostefani è uno di quelli che di certo queste risposte le può dare. È il personaggio rimasto più in ombra in questa storia. Se è gravemente malato, come ricorda Sofri, non deve andare in carcere. Ma ha il dovere civile di rinunciare alla protezione francese e di tornare in Italia.

 

Aspettiamo. Di Adriano Sofri come collaboratore del Foglio apprezzo tutto, i suoi interventi sul popolo curdo in particolare. Ma la storia dell' omicidio Calabresi proprio non ce la vogliono raccontare. Forse per pudore. Forse per tutelare le loro famiglie. Chissà?". Guido Salvini ha posto le domande. Chi era l' infiltrato dei servizi segreti dentro il vertice di Lotta continua? Ora aspettiamo tutti le risposte.

adriano sofri

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...