
“FARSI GIUSTIZIA DA SOLI È UNA PULSIONE CHE TUTTI ABBIAMO” - FRANCESCO MERLO RISPONDE A UNA LETTRICE CHE “ASSOLVE” IL PADRE CHE HA UCCISO L’UOMO CHE GLI HA MASSACRATO IL FIGLIO: “SONO COSE CHE NON SI FANNO, MA CHE TUTTI QUALCHE VOLTA VORREMMO FARE. COME MANGIARE CARNE CRUDA, ANDARE A TAVOLA SENZA LE POSATE, PRENDERE A PEDATE IL CAPUFFICIO, POTER DIRE QUELLO CHE VERAMENTE PENSIAMO DEL CORANO, FAR FARE A SALVINI E A PIANTEDOSI UN ANNO DI ALBANIA, PROVARE LA ROULETTE RUSSA…”
Da “Posta e risposta” – la rubrica delle lettere di “Repubblica”
Caro Merlo, non dico che papà Guglielmo debba essere premiato per avere ucciso il massacratore del figlio già libero dopo soli 5 anni, ma da mamma anch’ io di 4 figli, le confesso che la storia mi serra un nodo in gola e, insomma, io lo abbraccerei quel padre silenzioso e disperato.
Livia Moro, Padova
Risposta di Francesco Merlo:
Anche io lo abbraccerei, pur senza assolverlo, che non mi compete. Quel padre infatti ci aiuta, attraverso il nodo in gola, a dirci chiare certe cose oscure e cioè che farsi giustizia da soli è una pulsione che tutti abbiamo e che richiede del coraggio, come mangiare carne cruda, andare a tavola senza le posate, prendere a pedate il capufficio, poter dire quello che veramente pensiamo del Corano, far fare a Salvini e a Piantedosi un anno di Albania, provare la roulette russa…
Sono cose che non si fanno, ma che tutti qualche volta vorremmo fare, stringendo i denti e mettendo le dita nella presa con Clint Eastwood, con Charles Bronson, per essere, una volta e sino in fondo, carogne per bene, cattivi per bontà, come papà Guglielmo.