gina lollobrigida

CHE FINE HANNO FATTO I 9 MILIONI SCOMPARSI DALL'EREDITÀ DELLA "LOLLO"? NEL TESTAMENTO BENI PER 800MILA EURO MA ANCHE MOLTI DEBITI ANCORA DA PAGARE. RESTA IL MISTERO SUL RICAVATO DELLA VENDITA DEGLI IMMOBILI E DEI GIOIELLI - LA PISTA CHE PORTA A MONTECARLO E IL GIALLO SUI CONTI GESTITI DA UNA SOCIETA' PANAMENSE - ATTESA A GIUGNO LA SENTENZA PER ANDREA PIAZZOLLA, L'EX ASSISTENTE DELL'ATTRICE, ACCUSATO DI AVERLA MANIPOLATA...

Estratto dell'articolo di Valentina Errante per "il Messaggero"

 

gina lollobrigida

A conti fatti rimane un patrimonio di 500mila euro. Perché dall'inventario stilato lo scorso 26 aprile dal notaio Vittorio Occorsio, esecutore testamentario di Gina Lollobrigida, emerge che l'enorme patrimonio dell'attrice, sul quale è aperta una contesa, con due processi in corso, è scomparso.

 

All'appello mancano circa 9 milioni. Cosa ne sia stato del ricavato della vendita dei tre immobili romani di via di San Sebastianello (piazza di Spagna), di un appartamento a Montecarlo, dei soldi prelevati o trasferiti su altri conti, delle auto del valore complessivo di un milione e 500mila euro acquistate da Andrea Piazzolla, attaché dell'attrice e amministratore unico della società "Vissi d'arte" (che amministra i beni della Lollo), sotto processo per circonvenzione di incapace e riciclaggio, dopo le denunce del figlio della Lollobrigida, Milko Skofic e degli altri familiari, non è chiaro.

gina lollobrigida fotografa 7

 

Rimangono le collezioni di icone, alcuni gioielli (ma i più preziosi sono stati venduti), poi quadri, mobili e la villa sull'Appia antica, attualmente sotto sequestro perché anche gli arredi erano già stati affidati a una casa d'aste.

 

In realtà, i beni ancora nella disponibilità dell'attrice ammonterebbero a circa oltre 800mila euro, ma con debiti da pagare per oltre 300mila. Si parte da «un rubino di colore rosso violaceo, taglio cushion», valutato 1.200 euro. Poi ci sono gioielli e orologi per 15mila euro, oltre a 50mila euro di opere di arte orientale e poi quadri di artisti contemporanei, mobili antichi, argenterie, stampe fotografiche d'autore, il tutto per un valore di 152mila euro. [...]

 

gina lollobrigida vittorio de sica pane amore e fantasia

Il sospetto è che almeno una parte dei soldi sia finita proprio a Montecarlo. La "Bewick International Inc." potrebbe custodire una parte del tesoro, forse il ricavato della vendita all'asta dei gioielli e degli immobili. Secondo un'inchiesta dall'Espresso, basata sui Panama Papers diffusi dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, i fondi sarebbero finiti nel Principato attraverso una società anonima aperta a Panama e intestata a fiduciari.

 

Nel caso della "Bewick" - società di Panama che gestisce il conto di Montecarlo - la beneficiaria è proprio Luigia Gina Lollobrigida, che aveva l'autorizzazione ad aprire un conto alla banca Safra del Principato di Monaco con pieni poteri nella gestione dei fondi. La delibera è firmata dai tre fiduciari dello studio Alcogal di Panama City.

 

GINA LOLLOBRIGIDA IN CASA 1

La traccia che porta oltreoceano parte dalla villa di Roma e dalla società a cui è intestata, ovvero la "Vissi d'arte", che fa capo a una holding che si trova nel principato di Monaco: la "Dousoline". Nel 2018 questa società, a sua volta anonima, ha aperto un conto alla banca Safra di Monaco. Indicando come beneficiaria l'attrice. [...]

sofia loren michael jackson gina lollobrigida e quincy jonesGINA LOLLOBRIGIDA IN CASA 3GINA LOLLOBRIGIDA IN CASA 2gina lollobrigida fotografaGINA LOLLOBRIGIDA IN CASA 4ITALIA MIA LIBRO FOTOGRAFICO DI GINA LOLLOBRIGIDA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…