stefano feltri filippo facci luigi zingales claudio descalzi

FELTRI (STEFANO), FACCI RIDERE! – FILIPPO FACCI FA LO SHAMPOO AL DIRETTORE DI "DOMANI" PER LA BATTAGLIA CONTRO L’ENI DI CLAUDIO DESCALZI E PER AVER FATTO PIPPA SULLA SUA ASSOLUZIONE: “FELTRI HA ACCETTATO DI TRASFERIRSI A CHICAGO PER DIRIGERE IL BLOG PROMARKET, SU PROPOSTA DI LUIGI ZINGALES, EX CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE DI ENI (TU GUARDA) E GRANDE ACCUSATORE DI DESCALZI (TU GUARDA). DETTO IN ALTRI TERMINI: AD ATTACCARE DE SCALZI ERA UN GIORNALISTA A LIBRO PAGA DEL PRINCIPALE OPPOSITORE…”

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

Ha tanto l'aria di articolo per addetti ai lavori, questo: tanto per scoraggiarvi. In secondo luogo, c'è un demenziale giro di parole che rende tutto un po' ridicolo e fa passare la voglia: dovremmo scrivere, ossia, che i quotidiani che hanno combattuto la battaglia più forsennata contro l'Eni di Claudio Descalzi (recentemente assolto) sono Il Fatto e Domani, ma questo essenzialmente attraverso un giornalista unico che si chiama Feltri (Stefano, che no, non è parente, perdio se non lo è) e che è passato dalla vicedirezione del Fatto alla direzione di Domani (che è un quotidiano voluto da Carlo De Benedetti, per i tanti che non lo sapessero) e quindi, insomma: dovremmo commentare che Il Fatto abbia masochisticamente titolato «il fatto non sussiste» nel giorno dell'assoluzione di De Scalzi (17 marzo) e che su Domani, l'altro ieri, cioè dopo l'uscita delle motivazioni della sentenza, non è uscito proprio nulla, tanto che gli addetti ai lavori, di fronte a questo nulla pubblicato da Domani, si chiedevano l'altro ieri: «Forse domani?».

 

stefano feltri carlo de benedetti

In effetti qualcosa è uscito ieri. Nel caso, rileggete. Il Fatto, il giorno successivo all'assoluzione, perlomeno aveva la notizia in prima pagina: anche se Marco Travaglio ha preferito occuparsi dei colleghi che a suo dire parlavano troppe bene di Mario Draghi, anche se il titolone d'apertura era «Infiltrati di Salvini nel Cts dei migliori». Invece, quel giorno, il quotidiano Domani di Feltri (Stefano) in prima titolava «Le trombosi rare tra i vaccinati, ecco cosa sappiamo davvero»: e l'altro ieri, su Domani, non una riga sulle motivazioni della sentenza legata al processo che li aveva tanto infiammati: però ecco, a pagina 7 c'era un'apertura a tutta pagina sui maiali da allevamento.

 

claudio descalzi

DIRITTO SPECIALE Su Domani, in pratica, sono passati direttamente all'indomani (ieri) e hanno saltato il giorno delle motivazioni della sentenza, passando direttamente alle sue conseguenze. Non una parola circa la pretesa dell'accusa di «abbassare le pretese nella valutazione della prova indiziaria» (che già «prova indiziaria» suona da ossimoro) e la pretesa di proporre «una sorta di diritto penale speciale» per sopperire alla mancanza di sostanza, spingendosi a derogare dall'onore della prova a carico dell'accusa: come se gli imputati dovessero dimostrare la loro innocenza e non i pm la loro colpevolezza. Poi nell'articolo ci sono tutte le altre cosette per cui i pm dell'accusa risultano indagati per rifiuto e omissione di atti d'ufficio: si passa direttamente a parlare di questa indagine (come se non c'entrasse con la precedente) e l'inizio è questo: «L'accusa sarebbe». No, non sarebbe: è.

 

luigi zingales 2

Poi si parla di «questo presunto complotto», laddove secondo il cronista «c'è da dire che lo stesso collegio ha respinto la richiesta della procura di sentire come testimone proprio Amara, che avrebbe potuto raccontare molte cose, incluso il contenuto del video». Il cronista, dunque, spiega ai giudice come fare il giudice e che un teste, magari, avrebbe potuto raccontare quello che gli stessi pm non hanno voluto approfondire, anzi, secondo le accuse hanno nascosto. Finalone dell'articolo: «Pacco, contro pacco e doppio paccotto avrebbe detto Edoardo De Crescenzo. Ma così a finire incartata sarà tutta la magistratura».

 

FILIPPO FACCI

Eh, signora mia. Tutta, proprio tutta la magistratura. Per via di De Pasquale. E pensare che doveva essere «la più grande mazzetta nella storia d'Italia», e che i soliti marcotravaglio (è un genere, ormai) auspicavano pene esemplari. Nell'aprile del 2020 il direttore del Fatto giunse ad elencare i «dieci motivi» (o erano cinque?) per cui Claudio Descalzi meritava il licenziamento, e ovviamente c'era, al primo posto, il suo ruolo da tangentaro che ora «non sussiste».

 

Travaglio poi si dava il cambio col suo secondino Gianni Barbacetto (un'esistenza passata a invocare la galera altrui) ma adesso è anche ora di parlare di Feltri (Stefano) che da vicedirettore del Fatto, e poi su Domani, ha scritto le peggio cose su un potere Eni che avrebbe voluto, dapprima, che passasse nelle mani dei Giuseppe Conte e dei Cinque Stelle, dopo che già un membro del consiglio di amministrazione de Il Fatto Quotidiano, Lucia Calvosa, era diventata presidente dell'Eni: chissà in quale quota politica. Complicato? Ma no.

 

claudio descalzi 3

GIRAVOLTA GRILLINA Il problema è che a un certo punto anche i grillini si sono sfilati dalla battaglia contro Claudio Descalzi: e così Travaglio e Feltri (Stefano) sono rimasti un po' soli con le loro cronache faziose. Feltri (Stefano) proprio solo non era: questo ragazzino modenese e bocconiano, riuscito a transitare dal Foglio al Riformista al Fatto (l'errore sta nei primi due) dall'estate 2019 ha continuato a scrivere per Marco Travaglio ma ha anche accettato di trasferirsi alla Chicago University (Stigler Center) per dirigere il blog ProMarket, questo su proposta di Luigi Zingales, ex consigliere di amministrazione di Eni (tu guarda) e grande accusatore di Descalzi (tu guarda) il quale Zingales, i vari accusatori, avrebbero voluto far sedere giusto al posto di Descalzi.

 

stefano feltri

Tu guarda. Detto in altri termini: ad attaccare De Scalzi era un giornalista a libro paga del principale oppositore di De Scalzi. Quando si dice il giornalismo indipendente. E allora, marciando verso l'obbiettivo, tutto si può fare: persino dar credito al grande accusatore dell'Eni Pietro Amara, sì, quello del verbale sulla loggia massonica «Ungheria» (verbali che al Fatto si sono rigirati tra le mani per mesi) e fottendosene altamente che questo avvocato Amara fosse condannato in giudicato per corruzione.

 

luigi zingales 1

A Feltri (Stefano) importavano altre cose: per esempio, oltreché all'ultraliberista Luigi Zingales, di piacere in particolare a Carlo De Benedetti che aveva già cercato di piazzarlo a Repubblica, e infine l'ha piazzato a dirigere Domani per rubare qualche lettore ancora Repubblica: proprio come ha fatto il Fatto, che ancora sussiste. Anche Domani sussiste ancora. Sino a quando? Forse domani. 

descalziclaudio descalzi 1

 

FILIPPO FACCIluigi zingales 4filippo facci filippo facci selfieclaudio descalzi

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?