
SE UN PAESE SI GIUDICA DALLO STATO DELLE SUE CARCERI, L’ITALIA È TERZO MONDO - A FERRARA UNA DETENUTA TRANSGENDER DENUNCIA DI ESSERE STATA VIOLENTATA DA QUATTRO PERSONE. LO STUPRO SAREBBE AVVENUTO NELLA SUA CELLA - DOPO CHE ERA STATA PALPEGGIATA NEI CORRIDOI, LA VITTIMA DELLA VIOLENZA HA CHIESTO IL TRASFERIMENTO IN UN PENITENZIARIO PIÙ ADATTO A LEI, MA NESSUNO L'HA ASCOLTATA - ALESSANDRO ZAN: “E' INACCETTABILE CHE DIRETTORI DI CARCERE METTANO DONNE TRANS NEI REPARTI MASCHILI..."
(Adnkronos) - Una denuncia contro ignoti da parte di una detenuta italiana transgender che racconta un presunto abuso subito da quattro persone in una cella in carcere a Ferrara. A riportare la notizia è 'Qn'. "Questa detenuta - spiega la Garante comunale, Manuela Macario secondo quanto riferisce il quotidiano - perché si sente donna a tutti gli effetti, aveva fin da subito chiesto di essere spostata da Ferrara, in un penitenziario per transgender perché qui temeva di essere violentata.
Ne parlò fin dal primo giorno con me, con il Garante regionale e con la direttrice dell'Arginone la quale aveva fatto immediata richiesta di trasferimento". "Era disperata - continua Macario -, aveva già segnalato di essere stata palpeggiata nei corridoi dell'istituto, era in pericolo. Come è stato possibile metterla in un istituto di soli uomini e non adeguato alle sue esigenze?
Una vergogna, un fatto gravissimo, segno di grande cecità e ignoranza delle istituzioni". "All'Arginone - sottolinea 'Qn' - è stata subito aperta un'indagine interna, sono state controllate le telecamere a circuito chiuso e sentite alcune persone. In procura è stata aperto un fascicolo, al momento contro ignoti".
2. ZAN, DONNE TRANS NON POSSONO STARE IN CELLA CON GLI UOMINI
(ANSA) - "Quel che è accaduto a Ferrara, dove una donna trans è stata stuprata da quattro uomini in carcere non è solo una tragedia: è una vergogna per un Paese che si definisce civile. E' inaccettabile che direttori di carcere mettan donne trans nei reparti maschili. Una donna è una donna. Punto. E una donna non si mette in cella con quattro uomini. Chi ancora oggi deride, ostacola, strumentalizza i percorsi di riconoscimento dell'identità di genere, chi alimenta una cultura dell'odio contro le persone trans, è politicamente responsabile di queste violenze.
Serve subito una revisione delle regole carcerarie per le persone trans e una legge sul riconoscimento dell'identità di genere e contro i crimini d'odio. Non si può aspettare il prossimo stupro per muoversi. Alla donna che ha subito questa ignobile violenza va la mia piena solidarietà e vicinanza". Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria Pd e eurodeputato.