marmolada montagna facci

“LE MONTAGNE NON SONO ASSASSINE, E GLI ALPINISTI, PER LE PERSONE RAZIONALI, RESTANO UNA MASSA DI COGLIONI" – FILIPPO FACCI SPIEGA CHE COSA SPINGE UNA PERSONA SANA DI MENTE A RISCHIARE LA PELLE PER RAGGIUNGERE UNA VETTA: “UNA RISPOSTA NORMALE NON ESISTE. EMERGONO SOLO LA BELLEZZA, IL TRIONFO DELLA NATURA (CHE NON DISTINGUE TRA BENE E MALE) E IL DESIDERIO DI RAPPORTARSI AI PROPRI LIMITI. È IMPOSSIBILE SPIEGARE CHE CERTE PERSONE, PER VIVERE, HANNO BISOGNO DI SENTIRSI VIVE: SINO A SFIDARE O SFIORARE LA MORTE, O A RAGGIUNGERLA”

Filippo Facci Montagna

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

Non dite niente. Guardate qualche vecchia fotografia, piuttosto. No, non solo quella del ghiacciaio com'era e com'è. Io, le mie le ho qui davanti a me. La prima foto ritrae mio padre in cima alla Marmolada, dietro c'è scritto «settembre 1947, m. 3350» anche se è alta 3342, bianco e luce dappertutto, lui a torso nudo con in vita una cordaccia di canapa: non c'era il riscaldamento globale, c'era solo occasionalmente il caldo.

 

Sicuramente era salito dalla via normale che passava appunto sul ghiacciaio dopo una rapida sosta al rifugio Pian dei Fiacconi, costruito l'anno prima (1946) e, il 14 dicembre di due anni fa, travolto e distrutto da una valanga: non esiste più.

 

Filippo Facci

Era a quota 2626 metri, sul versante nord, dove passa appunto la via normale e dove c'è anche Punta Rocca dove ieri è caduto il seracco e c'è stata la disgrazia.

 

La seconda foto non c'è, perché Reinhold Messner - trentino come mio padre- era da solo, e non immortalò la celebre via spettacolare che s' inventò per giungere in vetta; ieri Messner ha detto che i seracchi cadono per il caldo globale che fa sciogliere il ghiacciaio, che non c'è quasi più, ma «ciò che è accaduto lì accade ogni giorno in tutti i ghiacciai».

 

UOMINI E ASSOCIAZIONI

Altri, ieri, l'hanno messa più drammatica, «mai visto una cosa del genere in Marmolada», perché lo zero termico superava i 4 mila metri (l'altro giorno sulla vetta del Monte Bianco c'erano 10 gradi: quando la raggiunsi io, nel luglio 2015, i gradi erano -22) ma è tutto molto relativo: c'è sempre qualcuno che, prima di vederla, non aveva mai visto qualcosa.

 

Filippo Facci montagna 3

La terza fotografia è del 1983 e ritrae un altro grande alpinista, Alessandro Gogna, impegnato sulla via storica inaugurata nel 1936; Gogna oggi ha 74 anni ed è stato il fondatore di «Mountain Wilderness», che è un po' la Rifondazione Comunista degli alpinisti: è un'associazione internazionale che vuole combattere la progressiva degradazione delle montagne e che dal 1987 propone l'istituzione di parchi immacolati, aree protette (che in Italia sono già tantissime), boicottaggio di funivie e simili, limiti per rifugi vie ferrate, chiusura di un sacco di strade di montagna, abolizione dell'elisci (quando ti portano in cima a una montagna per poi scendere con sci ai piedi) e bando alle motoslitte, ai fuoristrada, ovviamente a cafoni e maleducati.

 

FILIPPO FACCI

I quali, ovviamente, figurano anche tra le fila di Mountain Wilderness, e figurano tra gli alpinisti bravi e preparati che calcolano ogni rischio e tuttavia ogni tanto muoiono lo stesso esattamente come le più formidabili guide alpine; figurano tra gli escursionisti di città o indigeni che siano, tra gli sciatori, i base-jumper (quelli che salgono le cime e si buttano col paracadute) e tra coloro che dimenticano semplicemente di guardare le previsioni meteo dell'ultimo minuto; figurano ovviamente tra i tantissimi che hanno scambiato il soccorso alpino per un taxi volante che ti venga a prendere quando ti fa male la caviglia (o sei solo stanco) o vengono a recuperare un numero impressionante di cadaveri come ieri.

 

SCEMPI

Che poi, su certi orrori costruiti sulla Marmolada, Mountain Wilderness ha ragione in pieno: una sfruttamento intensivo e datato l'aveva ridotta a uno schifo, voi forse non lo sapete che quella montagna è avviluppata da tre funivie e che l'ultimo tratto raggiunge proprio la citata Punta Rocca, dove la gente è andata a morire, a 300 metri da Punta Penia: insomma, la funivia arriva direttamente in cima ed è una ferita per gli occhi.

 

FILIPPO FACCI

E allora perché scalarla, se c'è la funivia? È complicato da spiegare: fare una domanda del genere implica non poter capire la risposta. E chi non la capisce, dirà - ora e sempre che qualcuno ha sbagliato, è stato imprudente, che in un periodo bollente come questo non si passa sotto un saracco, peraltro di pomeriggio. E, molto tempo, fa avrebbe detto che non è prudente uscire dalla caverne.

 

La quarta fotografia ritrae l'immagine surreale e provocatoria destinata alla conferenza Onu sul clima tenutasi a Nairobi nel 2006, in cui si vedeva una coppia in costume da bagno intenta ad abbronzarsi sulla neve della Marmolada.

 

«L'agonia del ghiacciaio in una fotografia» scrisse Marco Albino Ferrari su «Meridiani Montagne» di cui era direttore. Ferrari nel 2007 salì sulla Marmolada per raccontare il ghiacciaio già sciolto e malridotto, poi nel 2009 quella montagna fu dichiarata Patrimonio dell'Umanità ma il ghiacciaio non ha arrestato il suo ritiro.

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

Il glaciologo Claudio Smiraglia prevedeva che entro il 2022 (proprio) il ghiacciaio sarebbe scomparso. C'è ancora: intanto a sparire siamo noi, sotto i seracchi o in qualsiasi altro modo.

 

E ogni volta ci si riporta a ciò che molti pretendono di decodificare: che cosa spinga una persona sana di mente (se lo è) a rischiare la pelle per soffrire e agognare una cima con l'ansia di dover affrettarsi a scendere, perché la discesa è una corsa contro il tempo e la stanchezza durante la quale, non a caso, si registra la maggior parte degli incidenti.

 

BELLEZZA TERRIBILE

Non dite niente, non cercate di capire: una risposta normale sul perché tanti uomini si muovano su dei confini anormali non esiste. Emergono solo la bellezza e il trionfo della natura (che non distingue tra bene e male) il desiderio di rapportarsi ai propri limiti e alle proprie carenze: la montagna è una dimensione innaturale all'uomo, evitata per millenni, è qualcosa che ci fa mancare la terra sotto i piedi e che ci confronta con bisogni finalmente ricondotti all'osso: fatica, freddo, paura, fame, sete.

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

E, nel caso, morte. Le montagne non sono assassine, e gli alpinisti, per la maggior parte delle persone razionali, restano fondamentalmente una massa di coglioni. Il concetto è piuttosto difficile da smentire, ma è impossibile anche spiegare che certe persone, per vivere, hanno drammaticamente bisogno di sentirsi vive: sino a sfidare o sfiorare la morte, o a raggiungerla.

 

L'ultima foto ritrae l'autore di questo articolo sulla ferrata Eterna, lungo la cresta est della Marmolada, in un punto meraviglioso in cui si vedono il Ghiacciaio con le punte Penia e Rocca mentre a sinistra c'è una delle orrende stazioni della funivia; si vede la vecchia targa rossa d'inizio ferrata, che non scalai perché ero già stanco morto, non ero allenato. E meno male, perché dal niente, più tardi, prese a nevicare. Fui fortunato. Ieri una quindicina di persone non lo sono state.

simon messner 8reinhold gunther messnerFILIPPO FACCI E ERRI DE LUCAfilippo facci FILIPPO FACCI E ERRI DE LUCA

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 6blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 5blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 3 marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?