
IL “FIORE” ALL’OCCHIELLO DEGLI SPIONI – SUL RICATTO A LEONARDO DEL VECCHIO JR SI SALDANO DEFINITIVAMENTE LE DUE INCHIESTE SU EQUALIZE E SQUADRA FIORE, I GRUPPI DI DOSSIERAGGIO A MILANO E ROMA: IERI LA PROCURA DI ROMA HA PERQUISITO FRANCESCO RENDA, UN MILITARE CHE RACCONTAVA DI LAVORARE PER L’AGENZIA DELLA CYBERSECURITY, CONSIDERATO UNO DEI CAPI DEL GRUPPO DI SPIONI DI ROMA – RENDA AVEVA RACCOLTO FOTO E VIDEO DELL’EREDE DI LUXOTTICA, POI LE AVEVA MOSTRATE A SAMUELE CALAMUCCI, HACKER DEL GRUPPO “RIVALE” DI EQUALIZE, E AVEVA CHIESTO IL PAGAMENTO DI 70MILA EURO PER EVITARE LA DIFFUSIONE (SOLDI CHE SAREBBERO STATI PAGATI – LA PRECISAZIONE: “LEONARDO MARIA DEL VECCHIO NON SI È MAI RIVOLTO A EQUALIZE...”
LETTERA DELL'UFFICIO STAMPA DI LEONARDO MARIA DEL VECCHIO
Caro Dago,
scriviamo per chiedere di precisare e/o modificare due punti dell'articolo pubblicato ieri sera sulla squadra Fiore e il ricatto nei confronti di Del Vecchio.
In particolare in questi due passaggi:
la società Equalize (a cui si era rivolto Del Vecchio) e poi I suoi sospetti di essere spiato erano dunque fondati quando si rivolse a Equalize.
Come già precisato Leonardo Maria Del Vecchio non si è mai rivolto a Equalize e non ha mai avuto rapporti ma si rivolse alla Neis Agency di Vincenzo De Marzio.
Grazie
1. IL DOSSIER E IL RICATTO CONTRO DEL VECCHIO JR
Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il "Corriere della Sera"
Un ricatto a Leonardo Maria Del Vecchio, legato alla minaccia di diffondere un dossier per lui compromettente e fondato sull’ottenimento di dati personali e riservati attraverso una sostanziosa attività di spionaggio, è al centro del decreto di perquisizione eseguito a carico di Francesco Renda, uno dei membri della cosidetta «squadra Fiore».
Un passaggio che salda definitivamente le due inchieste, una a Milano, l’altra a Roma, sui due gruppi di dossieraggio paralleli, la società Equalize (a cui si era rivolto Del Vecchio), e la struttura romana.
Renda, ex militare del secondo reggimento aviazione, è ritenuto […] uno di personaggi chiave del «gruppo criminoso con base logistica a Roma», dedito a «una pluralità di reati di accesso abusivo a sistemi informatici di interesse per l’ordine e la sicurezza pubblica».
All’interno di questa associazione, e grazie alla «disponibilità di mezzi, persone e strumenti informatici e operativi, macchine, appartamenti e punti di accesso alle banche dati protette da sistemi di sicurezza analoghi a quelli in uso alle forze dell’ordine», Renda riusciva a entrare in possesso di queste informazioni (foto e altro) e le usava per intimidire Del Vecchio.
In tre modi: sia «comunicando a Samuele Calamucci, fiduciario di Del Vecchio, tramite piattaforme criptate e poi personalmente, di essere in possesso di un dossier reputazionale completo» sull’erede dell’impero dell’ottica, sia «recapitando o inducendo altri a recapitare a Del Vecchio, in forma anonima, fotografie acquisite mediante intrusione nella sfera della libertà privata», sia infine mostrando a Calamucci le stesse foto, arrivando quindi a chiedere 70 mila euro per non diffonderle.
Dal decreto eseguito dai carabinieri del Ros si ricava che Del Vecchio, «a salvaguardia della propria credibilità e reputazione personale», ha accettato di pagare. I suoi sospetti di essere spiato erano dunque fondati quando si rivolse a Equalize. […]
2. LE FOTO DEL RICATTO A DEL VECCHIO JUNIOR COSÌ LA SQUADRA FIORE FABBRICAVA DOSSIER
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per "la Repubblica"
Erano entrati probabilmente nei computer e nei telefonini di Leonardo Maria Del Vecchio, l’imprenditore erede della dinastia Luxottica, rubando fotografie compromettenti.
carmine gallo samuele calamucci
Poi, in «in forma anonima», gliele avevano fatte recapitare chiedendo e ottenendo 70mila euro, con l’impegno di non renderle pubbliche.
Un ricatto, uno dei tanti lavori della “Squadra Fiore”, un gruppo criminale, secondo la ricostruzione che ne fa la procura di Roma, con base logistica nella Capitale.
E che, utilizzando mezzi e strumentazioni abitualmente in uso alle forze di polizia, minavano all’ «ordine e la sicurezza pubblica» attraverso una «pluralità di reati: accesso a banche dati, captazione fraudolenta di comunicazioni telefoniche e informatiche, utilizzazione di segreti di ufficio» ottenuti anche «grazie alla corruzione».
La procura di Roma ha compiuto ieri il primo atto pubblico nell’indagine sulla Squadra Fiore, la banda di spioni che operava nella Capitale in parallelo, e in alcuni casi, come quello su Del Vecchio, in opposizione rispetto a Equalize, l’agenzia milanese al centro di un’indagine in Lombardia.
Ieri la procura di Roma ha perquisito Francesco Renda, un militare che raccontava di lavorare per l’Agenzia della cybersecurity (circostanza di cui però non vi è traccia) e che – secondo il racconto che ha fatto ai magistrati Samuele Calamucci, il “pentito” di Equalize – era uno dei capi di Squadra Fiore.
NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE
[…] Nel decreto di perquisizione notificato ieri, […] per la prima volta la squadra Fiore viene bollata come «reale» in un atto giudiziario. E ne vengono definite anche le principali caratteristiche, aprendo uno scenario inquietante.
Si tratta, scrivono i pm nel decreto, «di una struttura associativa » con «disponibilità di mezzi, persone e strumenti informatici e operativi analoghi a quelli in uso alle forze dell’ordine». Una struttura che lavorava su Roma, spesso al fianco delle istituzioni, e che aveva nella sua ragione sociale una serie di obiettivi.
Quello principale era fornire informazioni a clienti attraverso la consultazione delle banche dati riservate a cui potevano accedere sia perché alcuni di loro erano agenti in servizio sia perché corrompevano uomini della pubblica sicurezza.
Le informazioni raccolte dovevano servire però anche a ricattare i nemici. Come nel caso di Leonardo Maria Del Vecchio. Renda, infatti, avrebbe contattato Calamucci, che sapeva lavorare per Del Vecchio jr, «dapprima tramite piattaforme criptate e poi personalmente » per dirgli di avere queste foto compromettenti.
Che poi mostrava a Calamucci «chiedendone il pagamento di 70mila euro per evitare la diffusione di immagini potenzialmente lesive della reputazione del manager». In questa maniera costringeva «Del Vecchio a corrispondere l’importo per la salvaguardia della propria credibilità ».
SAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLO
Importo che finiva nelle casse di Squadra Fiore che, a Roma, aveva anche una sede (in piazza Bologna) e un’ampia strumentazione. Per questo l’indagine della procura di Roma, con la perquisizione di ieri, è appena cominciata.
ENZO DE MARZIO - SAMUELE CALAMUCCI - UOMINI DELL INTELLIGENCE ISRAELIANA
Samuele Calamucci - Carmine Gallo - LEONARDO MARIA DEL VECCHIO - Matteo Arpe
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L’hard disk e il pc di Nunzio Samuele Calamucci
SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI
samuele calamucci