joe biden al funerale della regina elisabetta

AI FUNERALI DELLA REGINA ELISABETTA, JOE BIDEN È STATO RELEGATO IN 14ESIMA FILA, DIETRO AL PRESIDENTE POLACCO E DAVANTI AL PREMIER CECO - NON ESATTAMENTE UNA POSIZIONE DI RILIEVO PER "L'UOMO PIÙ POTENTE DEL MONDO" - IL MOTIVO PER LA SUA POSIZIONE COSÌ ARRETRATA NON È PER TENERLO LONTANO DA CAMILLA ED EVITARE DI SCORREGGIARLE ADDOSSO (COME AVVENUTO DURANTE IL COP26 DI GLASGOW), MA SOLO PERCHÉ…

joe biden al funerale della regina elisabetta 9

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

C'era il mondo a piangere la Regina. Quattro miliardi di persone, la metà della Terra - si stima - hanno seguito i funerali in diretta tv, mentre 500 dignitari di 200 Paesi, fra cui 100 capi di Stato e di governo, hanno riempito l'abbazia di Westminster. Questo è stato l'addio all'ultima icona globale del Pianeta: la donna che era, in un certo senso, l'imperatrice di tutti.

 

L'ordine dei posti nella chiesa rifletteva il mondo com' è visto da Londra. In prima fila le teste coronate, di fronte a Carlo e alla famiglia reale, con Margherita di Danimarca, la più anziana sovrana d'Europa, in testa a tutti; a seguire i governatori dei 14 Paesi dei quali la regina era capo di Stato, quindi i rappresentanti delle nazioni del Commonwealth; solo a chiudere, il resto del mondo.

joe biden al funerale della regina elisabetta 7

 

Relegato in 14esima fila sedeva l'uomo in teoria più potente di tutti, il presidente americano Joe Biden, che ha fatto il suo ingresso tenendo per mano la moglie Jill: ma dato che si era rifiutato di salire sull'autobus che ha condotto gli altri leader, si è dovuto accontentare di un posto in fondo, dietro al presidente polacco e davanti al premier ceco.

 

joe biden al funerale della regina elisabetta 6

Una piccola soddisfazione per il primo ministro canadese Trudeau, che una volta tanto ha avuto la precedenza sull'ingombrante vicino e ha scelto di prendere il torpedone: «Molte grandi conversazioni avvengono su un bus», ha commentato. E così c'era una corriera per i reali, che ha visto salire l'imperatore del Giappone Naruhito e il re di Spagna Felipe, mentre un altro bus ha portato fra gli altri il nostro presidente Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, e il presidente tedesco Steinmeier.

joe biden al funerale della regina elisabetta 8

 

Unico segno di distinzione nazionale, la macchine con le quali sono arrivati al punto di raccolta, al Chelsea Hospital: Mattarella su una Maserati, Steinmeier su una Bmw e il re di Svezia ovviamente su una Volvo, mentre il premier australiano ha diplomaticamente optato per una Jaguar. C'erano pochi precedenti nella storia per i funerali di ieri: le esequie di Mandela nel 2013, quelle di papa Giovanni Paolo II nel 2005, quelle di Winston Churchill nel 1965.

 

L'addio agli ultimi reali britannici era invece avvenuto nella cappella di Windsor: ma per Elisabetta perfino Westminster andava stretta. Perché, come ha detto il presidente francese Macron, «per voi britannici era la vostra regina, ma per noi era The Queen».

 

joe biden al funerale della regina elisabetta 5

Con Elisabetta scompare infatti l'ultima figura veramente imperiale: ancora prima di salire al trono, pronunciò la famosa promessa di servire per tutta la vita «la nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo». E divenuta sovrana, regnava su territori dall'Africa all'Asia all'Oceania: un mosaico di nazioni che Elisabetta trasformò con successo nel Commonwealth, un'organizzazione che accoglie sotto le sue bandiere due miliardi e mezzo di persone e che ha attratto anche Paesi, dal Mozambico al Ruanda, che non erano stati domini britannici.

joe biden al funerale della regina elisabetta 4

 

Ma l'appeal di Elisabetta andava anche oltre i confini dell'ex impero, soggiogando col suo fascino perfino Paesi come gli Stati Uniti: era la mistica di una monarchia con i suoi rituali e le sue cerimonie millenarie, declinate alla perfezione a ogni incoronazione, matrimonio o funerale. Un segno tangibile del rapporto vivente col passato e con la tradizione al quale tutti finiscono per agognare e che le altre monarchie europee non riescono certo a restituire.

 

E infine Elisabetta faceva da moltiplicatore impareggiabile del soft power britannico: lei, che nei suoi 70 anni di regno ha visitato quasi 120 Paesi, incarnava come nessuno la spinta di una nazione che è sempre stata globale per retaggio e per prospettive e che tale rimane, nonostante le turbolenze politiche recenti.

 

joe biden al funerale della regina elisabetta 3

Dopotutto, la City di Londra resta uno dei due polmoni finanziari mondiali, assieme a Wall Street, università come Oxford e Cambridge attraggono studenti da tutto il globo, la cultura popolare si nutre da decenni di quanto sboccia in Gran Bretagna, dai Beatles in poi. E la sintesi icastica di tutto questo è stato forse, guarda caso, il successo planetario di The Crown , la serie tv sulla Corona. È per tutti questi motivi che quanto si è visto ieri nell'abbazia di Westminster sarà ricordato come un evento irripetibile: perché una figura come Elisabetta sarà impossibile da replicare.

joe biden a westminster 3joe biden a londraregina elisabetta joe bidenjoe biden a westminster 4joe biden a westminster joe biden a westminster 2joe biden a westminster 5jill e joe bidenjoe biden e la moglie jill al funerale della regina elisabetta copiajoe biden al funerale della regina elisabetta 1joe biden e la moglie jill al funerale della regina elisabettajoe biden al funerale della regina elisabetta 2

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)