gabriele volpi gianpiero fiorani

“VOLPI” E VOLPINI – L'IMPRENDITORE DELLE BANCHINE GABRIELE VOLPI NON CI STA A PASSARE PER UN ANZIANO PLAGIATO DA GIANPIERO FIORANI E RISPONDE AL PRIMOGENITO MATTEO, CHE HA AVVIATO UNA CAUSA CONTRO FIORANI, CON UNA LETTERA DURISSIMA: “DIMOSTRI DI NON CONOSCERMI AFFATTO, IMMAGINANDO CHE IO ASSUMA LE MIE DECISIONI ‘PLAGIATO' DA CHISSÀ CHI. TI HO SEMPRE CONSIDERATO UN INCAPACE E PIÙ VOLTE TI HO CONTESTATO LA TUA FALSITÀ E INAFFIDABILITÀ”. E RIVENDICA LA SCELTA DI AFFIDARSI ALL'EX BANCHIERE DI LODI: "LAVORANDO GIORNO E NOTTE ABBIAMO EVITATO IL FALLIMENTO" 

Articoli correlati

L'ULTIMA SCALATA DI GIANPAOLO FIORANI - IL FU BANCHIERE CHE ORCHESTRO I \'FURBETTI DEL QUARTIERINO\'..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubbica”

 

 

gabriele volpi gianpiero fiorani

Gabriele Volpi e Gianpiero Fiorani non ci stanno. L'imprenditore delle banchine non ci sta a passare per un anziano plagiato dall'ex banchiere di Lodi, e messo in mora dal primogenito Matteo, che due mesi fa ha vinto in appello l'arbitrato chiesto nel 2018 per ripristinare i trust di famiglia smontati dal padre.

 

Per questo Volpi gira a Repubblica - che il 22 maggio ha dato notizia della sentenza - una lettera scritta con la pietra, inviata al figlio il 27 novembre 2023 per «ribadire una volta per tutte le mie considerazioni sulla tua persona». Vi emergono i dettagli della diatriba che lacera la famiglia da quando, nel 2016, il patron trasferì tutto il patrimonio (valutato da fonti vicine al dossier sui 750 milioni) a una fondazione maltese, e chiamò a risanare il gruppo l'ex banchiere condannato nel 2011 a 3 anni e mezzo per falso in bilancio, dopo la lunga stagione di scalate bancarie con i "furbetti del quartierino".

 

gabriele volpi

«Prima di tutto, ancora una volta dimostri di non conoscermi affatto, immaginando che io assuma le mie decisioni influenzato, o peggio, ‘plagiato' da chissà chi – scrive Volpi -: eppure hai avuto modo di constatare quanto io sia determinato e a volte anche duro nel prendere iniziative verso persone o circostanze che sembravano ostili e contrarie agli obiettivi dell'azienda che ho creato e sosterrò e difenderò sempre». […]

 

 

gianpiero fiorani

Al figlio scrive: «Lo sai, ti ho sempre considerato un incapace e più volte ti ho contestato la tua falsità e inaffidabilità, come quando mi dicevi di essere in azienda in Nigeria e poi scoprivo che ti trovavi a Santa Margherita o a Lugano a far shopping con tua moglie. Lo sapevi benissimo e non ho neanche mai lontanamente pensato che tu avresti potuto diventare il mio successore alla guida del gruppo. Non ne avevi le capacità, il carattere e la competenza. Punto».

 

GABRIELE VOLPI

Sui 25 anni di lavoro del primogenito nel gruppo è altrettanto duro: «Non ho mai trovato in azienda uno che ti rispettasse o parlasse bene di te, nei fatti tu non hai mai lavorato e basta che controlli i tuoi passaporti per constatare quanto poco tempo hai passato in Nigeria, Mozambico e Angola. Le poche cose che hai fatto hanno avuto come interlocutori persone che non facevano altro che spillare soldi all'azienda. Con i tuoi disegni folli di rivalsa personale, accecato dall'avidità e dall'odio, ci hai scatenato contro il mondo, con denunce che hanno avuto un impatto molto pesante ma si sono sciolte come neve al sole. Ti sei alleato in Nigeria con i miei peggiori nemici».

 

Critici i rapporti familiari: «Non addebitare a me il fatto che tu hai lasciato tua moglie, abbi il pudore di non mentire a te stesso». «Pur disponendo tu di ingenti mezzi finanziari, e con l'aggiunta dei milioni che tua madre generosamente ti ha donato, non contribuisci alle spese delle tue figlie. Io lo faccio e continuerò a farlo. Tu hai preferito destinare milioni e milioni a finanziare le cause in corso. Per raggiungere quale obiettivo? Un pugno di mosche, dedicando gli anni forse più belli della tua vita a battaglie legali che sottraggono soldi e serenità».

 

GIANPIERO FIORANI

Dal dibattimento emerge che nel 2018, quando Gabriele Volpi divorziò dalla moglie Rosaria, la compensò con 100 milioni, e lei ne girò 20 a testa ai due figli Matteo e Simone; lo stesso Simone aveva poi accettato un vitalizio di 120 milioni dal padre per rinunciare ai suoi diritti. Anche Matteo ebbe l'offerta ma il padre scrive: «Hai risposto che non se ne parlava perché tanto la causa tu l'avresti vinta, chissà grazie a quale intuizione, e avresti avuto di ritorno tutto».

 

Il fondatore parla anche dell'azienda, che ritiene di avere salvato dal crac, con Fiorani: «O non l'hai capito o non hai mai voluto credere che fossimo sull'orlo del fallimento, con 1,2 miliardi di debiti con le banche. Come ti ostini, mosso da costante malafede, a non riconoscere che se non avessimo lavorato come nessuno in questi anni, con notti insonni e giornate senza fine, io e Fiorani (nominato unanimemente dal cda), oggi saremmo qui a parlare del nulla, non avremmo più né mezzi né sostanze delle quali eventualmente discutere».

 

gabriele volpi

L'imprenditore chiude sulla sua operatività: «Sto benissimo e non mi sono mai sentito carico e determinato, oltre che sereno, come in questi momenti. Seguo l'azienda tutti i giorni, supportato da un team di manager capaci, onesti e pieni di buona volontà. E pur in mezzo alle mille difficoltà che ancora ci sono l'azienda ha ora finalmente una prospettiva di continuità».

 

Il congedo è gelido («qualunque sia la tua volontà di replica sarà da me del tutto ignorata»), e Volpi rinvia ai legali ogni «dialogo o contatto».

 

gabriele volpi1

Anche Fiorani, dal canto suo, rigetta la ricostruzione di Matteo Volpi. I suoi legali (gli stessi di Gabriele Volpi), informano che «non ha, né ha mai avuto alcun coinvolgimento nella vertenza in essere tra Gabriele Volpi e il figlio». E aggiungono: «Nonostante Matteo Volpi abbia accusato apertamente Fiorani di essere la causa della disgregazione dei rapporti familiari e di aver pilotato lo scioglimento del trust, il lodo arbitrale e le sentenze delle Bahamas già a sue mani non hanno riconosciuto alcun suo ruolo».

 

Le accuse sono valse al figlio una querela per diffamazione, dal padre e da Fiorani, con procedimento in corso a Genova. I legali confermano, infine, che il fondatore (81 anni a giugno), «è quotidianamente, direttamente e attivamente coinvolto nel gestire le attività imprenditoriali, che hanno sempre risposto a logiche aziendali ben identificate, consentendo di rilanciare un gruppo destinato al fallimento».

Gianpiero Fiorani

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)