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MEJO DELLA GUERRA DEI ROSES! LA LITE SUL PICASSO DA 1 MILIONE DI EURO TRA L’EX PATRON DEL BOLOGNA GAZZONI FRASCARA E LADY MONDADORI, KATHERINE PRICE, ARRIVA IN CASSAZIONE: LEI DOVRA’ RESTITUIRE IL QUADRO. PER I MAXI REGALI TRA MILIARDARI SERVE UN ATTO DEL NOTAIO

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Da “repubblica.it”

 

Quando è troppo, è troppo, anche quando si tratta di regali tra miliardari. Va bene lasciare all'ex compagna l'anello con un diamante di tredici carati, oltre a decine di altri pacchetti dono di uguale lignaggio e pregio, ma anche il Picasso no, quello non è un cadeau qualunque, lei quel quadro del valore di 1 milione di euro lo deve restituire all'ex convivente munifico e spendaccione perchè lui, con quella donazione artistica, ha effettivamente depauperato i suoi beni e quindi, in prospettiva, anche i diritti dei futuri eredi.

 

Piomba (e non finisce ancora) di fronte ai giudici di Cassazione l'annosa e lussuosa lite di una delle tante coppie "scoppiate" negli ultimi anni, ma questa assai liquida e facoltosa, il cavalier Giuseppe Gazzoni Frascara - stirpe dell'Idrolitina, ex patron del Bologna e grande accusatore di 'calciopoli' - e lady Mondadori, miss Katherine Price, ex moglie di Leonardo Mondadori e compagna per un decennio, fino al 2005, del facoltoso e ora furibondo industriale bolognese. Con lui che rivuole indietro almeno una parte dei suoi monumentali (nel senso del valore pecuniario) regali tra fidanzatini, e lei che prova, e in gran parte ottiene, a tenerseli ben stretti.

PICASSOPICASSO

 

Gli "ermellini" sulla disfida in sostanza si sono espressi così: è eccessivo considerare uno dei 'soliti' regali tra innamorati un quadro da un milione di euro, una tale ricchezza non può passare di mano così, senza l'appuntamento da un notaio che certifichi la donazione e che faccia meditare anche il magnate più innamorato e generoso sul rischio di "depauperamento" insito in slanci così splendidi. Sul resto dei regali, nulla da dire, la signora se li può serenamente godere.

 

La Suprema Corte, investita della contesa, ha quindi deciso che la signora - ex moglie dello scomparso Leonardo Mondadori - si può tenere il diamante e quant'altro ricevuto in dono nel corso degli anni, ma deve restituire il Picasso, o almeno il suo valore, dato che il quadro nel frattempo lo ha venduto.

 

GAZZONI KATHERINE PRICEGAZZONI KATHERINE PRICE

 

Gazzoni Frascara e la Price Mondadori - richiestissima designer americana - si sono lasciati nel 2005 dopo una convivenza decennale e hanno intrapreso una battaglia legale furibonda, lui per riavere i preziosi quadri che le aveva regalato (oltre al Picasso, anche Klimt, Klee, Man Ray...) i gioielli, le scultore. Lei per cercare di tenersi tutto. Ci è riuscita, ad eccezione del controvalore del Picasso.

 

La Cassazione - sulla scia del verdetto della Corte di Appello di Milano del 2011 sulla causa nata nel 2006 per la restituzione di 13 opere d'arte - ha stabilito, con la sentenza 18280 depositata oggi, che tutto rimarrà alla signora perchè si è trattato di regali, connotati da "liberalità d'uso della dazione".

 

Ad esclusione però del Picasso, che non può essere considerato un regalo come gli altri "perché la donazione, avvenuta a chiusura di uno screzio tra le parti, unitamente al regalo di un brillante da tredici carati, costituiva apprezzabile depauperamento del patrimonio del donante; e avrebbe richiesto la forma prevista dall'art'.782 del codice civile". Insomma, serviva un meditato atto notarile.

 

GIUSEPPE GAZZONI FRASCARAGIUSEPPE GAZZONI FRASCARA

Tutti gli altri regali, avvenuti per Natale, Pasqua, San Valentino, e per la festa della donna, non devono essere restituiti perchè ormai sono tutte ricorrenze nelle quali è usuale lo scambio di regali tra persone legate sentimentalmente, ha replicato la Cassazione a Gazzoni Frascara che voleva lasciare alla ex solo i doni di Natale, e poco più, sostenendo che gli altri regali erano dovuti solo al suo "comportamento stravagante" e fuori dalle occasioni canoniche nelle quali ci si deve presentare alla fidanzata muniti di bel regalone.

 

Quanto al valore dei doni, come un Klimt per un 'San Valentino in ritardo', la Suprema Corte si limita a far presente che se il resto del mondo si scambia cioccolatini e mazzi di mimose, "la portata economica delle elargizioni va commisurata alle condizioni dei soggetti che in questo caso disponevano di ingenti patrimoni e mantenevano un elevatissimo tenore di vita".

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