michele ferrero

IL GENIO DELLA CIOCCOLATA – LA STRAORDINARIA VITA DI MICHELE FERRERO, RACCONTATA NELLA BIOGRAFIA SCRITTA DA SALVATORE GIANNELLA: COME UN RAGAZZINO TIMIDO E SILENZIOSO, PARTITO DA ALBA CON 30 CHILI DI GIANDUJA SPALMABILE, È ARRIVATO A FONDARE UN IMPERO – ALDO CAZZULLO IN LODE DEL SUO CONTERRANEO: “È UNA STORIA DI ESPANSIONE INTERNAZIONALE, DI MARKETING, DI GESTIONE AZIENDALE. MA SOPRATTUTTO UNA STORIA UMANA: LA NASCITA E LA CRESCITA DI UNA COMUNITÀ…”

Estratto dell'articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

 

michele ferrero

«Dislu a niun», non dirlo a nessuno, era una delle sue frasi ricorrenti. Michele Ferrero — per tutti ad Alba «il signor Michele», o anche monsù Michele — ha fondato la seconda azienda dolciaria al mondo partendo dal nulla, e senza dire mai una parola sui giornali, men che meno in tv. La sua riservatezza è sempre stata proverbiale. Per questo i suoi dipendenti si stupirono, quando alla vigilia del Natale 2013 intervenne, nella Fondazione dedicata ai suoi genitori Piera e Pietro e a suo zio Giovanni […]

 

«Noi eravamo una famiglia che dalle Langhe s’era trasferita a Torino. Mio padre Pietro decise di trasferirsi ad Alba durante la Seconda guerra mondiale perché Torino era bersaglio di bombardamenti aerei. Ad Alba, mio padre aveva comprato un piccolo hangar, un laboratorio di venti, trenta metri in tutto, su cui aveva messo la scritta Cioccolateria Ferrero e aveva cominciato a fare cioccolatini.

 

la biografia Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore di Salvatore Giannella

[…] Era tempo di guerra e lo zucchero scarseggiava, lo si vendeva alla borsa nera e costava carissimo. Ma mio papà, che era geniale, trovò il modo per estrarlo dalla melassa, un sottoprodotto della birra. Comprò una centrifuga e ottenne da quella melassa il sette per cento di cristalli di zucchero.

 

E con quello zucchero e un po’ di pasta densa di nocciole inventò la Pasta Gianduja, che mio zio Giovanni, che era un grossista che sapeva commerciare, iniziò a vendere in tutte le Langhe. Per molto tempo le persone erano a corto di tutto, e questo prodotto profumava di nocciole.

 

Quando la guerra finì, mio padre cominciò a chiedersi perché io non ero mai stato lì. “Ma, scusa, tu dove vai tutto il giorno? Ma cosa ne faccio di te, che tu sei sempre a bighellonare, quando c’è una partita di football o di pallone elastico vai a vederle, quando c’è un film vai al cinema… Sei sempre in giro e quindi non sei mai nel tuo ufficio, al lavoro. E allora ti dico una cosa, ti voglio offrire una nuova opportunità. Ti nomino rappresentante di Asti!”. E Asti era già una conquista, come se dovessi conquistare un nuovo continente. Così ho abbracciato mio padre perché era un grandissimo onore. Io ero così giovane…».

 

michele ferrero con la moglie maria franca. i figli Pietro e Giovanni e la madre Piera

Basterebbe già il capitolo con il resoconto di quella conferenza, che era sì un evento pubblico ma destinato alla comunità della Ferrero e non ai media, per rendere importante questo libro, «Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore», che Salani manda domani in libreria.

 

È un lavoro certosino, quello dell’autore, Salvatore Giannella, ex direttore dell’Europeo, che ha condotto una lunga inchiesta intervistando decine di persone che hanno conosciuto bene Michele Ferrero e lavorato con lui. Una storia di espansione internazionale, di marketing, di gestione aziendale. Ma soprattutto una storia umana: la nascita e la crescita appunto di una comunità.

 

michele ferrero

Il signor Michele che inventa prodotti, il signor Michele che non spopola le Langhe mandando ogni giorno a prendere i contadini per portarli in fabbrica e riportarli alla loro terra, il signor Michele che non fa il cioccolato solido ma cremoso, il signor Michele che non fa il tè caldo con la bustina ma freddo senza bustina, il signor Michele che fa l’uovo di Pasqua tutti i giorni ma più piccolo e lo chiama ovetto, il signor Michele che vende il cioccolato ai tedeschi…

 

Ma anche l’uomo che passa tutta la vita con la stessa donna, Maria Franca, che mette gli stivali per spalare il fango dell’alluvione del 1994 (ma sulle Langhe c’è ancora chi si ricorda quella del 1948), che perde il primogenito, Pietro, che passa il testimone all’altro figlio, Giovanni. 

 

[...]

 

michele franca e giovanni ferrero

«Mio padre mi disse: “Ti do questa piccola automobile, una Topolino, un biglietto da visita con il tuo nome e il tuo titolo sopra: Michele Ferrero, venditore esclusivo per la città di Asti (l’ho guardato e mi sono detto, sono io, eh!) e trenta chili di Pasta Gianduja”. Così sono partito da Alba per Asti pieno di speranza di fare. Man mano che arrivavo, perdevo il mio coraggio perché ero tanto, tanto, tanto timido, veramente un super-timido. Quando sono arrivato in città, vado subito alla prima panetteria che trovo, c’erano tre gradini da salire e io sono inciampato. Quando sono arrivato ho visto un signore con la barba incolta e gli occhietti terribili che mi scrutavano. “Che cosa vuoi, bel fanciot?” Io non ero capace di mettere in ordine le mie parole, inciampavo sempre, e lui mi spronava: “Mi dica, ragazzo, mi dica…” Io ho balbettato: “Due biove, due panini, per favore”.

michele ferrero

 

E andai via. Ma non devo arrendermi, mi dissi, nonostante la mia timidezza infinita. Ho trovato un altro panettiere, sono entrato nel negozio e, oh Madonna, era di nuovo un uomo! Con due dita di barba, occhi spalancati… “Ma che cosa vuole?” Ho balbettato di nuovo: “Mi dia due biove, per favore”. Poi, finalmente sono andato da una signora che sicuramente era una mamma, e vedere questo povero figlioletto che veniva avanti… Io le ho detto: “Grazie, signora, sono qui” e le ho fatto vedere il mio biglietto da visita. Lei mi dice: “Non l’ho mai vista. Ma dov’è la cioccolateria ad Alba? Non sapevo che lì ci fosse un’azienda di cioccolata”. E io: “Guardi, ad Alba abbiamo fatto un prodotto molto buono che la Langa ha consumato molto e quindi se posso le lascio questo in prova e nel pomeriggio passo di nuovo, se lei me lo consente…”».

Michele Ferrero con un barattolo di Nutella

 

Poi il giovane Michele Ferrero va a mangiare i suoi quattro panini, beve l’acqua della fontana, torna in negozio con il cuore in gola, la signora prima gli fa uno scherzo — «il suo prodotto si è squagliato», — poi gli dice la verità: il profumo di nocciole aveva indotto le signore a comprarlo tutto, a fette. «Quindi, bel fanciot, voglio fare un ordine di acquisto di dieci chili di roba». Michele può così tornare a casa felice, con l’ordine, e annunciare: «Abbiamo vinto, papà!». La Ferrero era stata fondata.

franca maria e michele ferrero i figli e la vedova di michele ferreromichele ferrero funerali

Ultimi Dagoreport

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...