alessia rosati emanuela orlandi marco accetti

IL GIALLO DI ALESSIA ROSATI E QUEI LEGAMI CON IL MISTERO DI EMANUELA ORLANDI - LA GRAFOLOGA ESCLUDE CHE LA LETTERA D’ADDIO DELLA RAGAZZA SIA STATA SCRITTA “SOTTO MINACCIA” -  LA GIOVANE DI MONTESACRO SPARÌ NEL LUGLIO 1994. LA GRAFIA PORTA A ESCLUDERE LA COSTRIZIONE FISICA, MA EVIDENZIA FORTE “ANSIA” - UN’AMICA ACCUSATA DI FALSA TESTIMONIANZA – IL FOTOGRAFO MARCO ACCETTI NEL 2013 SI AUTOACCUSÒ DEL SEQUESTRO DELLA ROSATI E DELLA ORLANDI…

Fabrizio Peronaci per corriere.it

 

alessia rosati

Quel taglio delle «t» così lungo e netto? Indice di aggressività, ma anche fragilità. Il margine sinistro crescente? Bisogno di evasione. E la tendenza a scrivere fino al margine destro, quasi a voler «sconfinare» con la penna oltre il foglio? Desiderio di indipendenza, di bruciare le tappe. L’assenza di segni di incertezza o tremori, inoltre, porta a escludere uno stato di costrizione...

 

La grafologia giunge in soccorso di uno dei tanti cold case romani in attesa di soluzione: quello sulla scomparsa della 21enne Alessia Rosati, abitante a Montesacro, mai più ritrovata dopo che uscì di casa in via Val di Non il 23 luglio 1994, dicendo ai genitori che andava ad assistere agli esami di maturità di Claudia, un’amica. L’inchiesta è stata riaperta nel 2019 dalla Procura di Roma (pm Alessia Miele), dopo che erano emersi collegamenti con il caso di Emanuela Orlandi in seguito ad alcune dichiarazione del superteste indagato, Marco Accetti (qui la ricostruzione completa). E oggi emergono due novità.

emanuela orlandi

 

La prima è un retroscena: la stessa amica durante le prime indagini fu accusata di dichiarazioni mendaci rese a pubblico ufficiale, in quanto non riferì di aver accompagnato a casa Alessia quella stessa mattina, prima di sparire, per pochi minuti, quasi certamente per prendere qualcosa in vista della fuga. Alcuni vicini videro le ragazze insieme, smentendo Claudia. La seconda novità è rappresentata dagli spunti psicologici e comportamentali forniti da una approfondita consulenza grafologica sulla lettera d’addio della giovane studentessa di Lettere. Quale lo stato d’animo di Alessia al momento di scriverla?

 

Alessia, la lettera con l'errore e gli altri indizi

alessia rosati

È stata Monica Manzini, grafologa giudiziaria del tribunale di Roma, a realizzare un’analisi minuziosa (trasposta in un libro romanzato, «Le ali della verità», di recente pubblicazione), dell’unico vero elemento a forte valenza probatoria in possesso degli inquirenti impegnati nel caso Rosati: la lettera che Alessia inviò all’amica Claudia (forse in seguito a un accordo tra loro) era di certo autentica e verosimilmente fu imbucata nell’imminenza della scomparsa (arrivò a Claudia il 26 luglio). Nella missiva la ragazza annunciava la sua decisione di partire improvvisamente, con «un ragazzo che è stato molto importante per me», per andarsene «x l’Europa » senza sapere «quando tornerò».

 

Finora i genitori Antonio e Anna Rosati (lui all’epoca vigile urbano, lei operaia alla Regione Lazio) avevano pensato che si fosse trattato di una sorta di Sos scritto sotto costrizione, in quanto il testo conteneva un riferimento temporale errato che solo loro avrebbero compreso: Alessia collocava nel lunedì successivo la partenza per il «paese di m...» (in Umbria) dove sarebbe dovuta andare in villeggiatura con la famiglia, quando il giorno esatto era il sabato (giorni in cui sparì). I rapitori o chi per loro l’avevano obbligata a «depistare» e insieme tranquillizzare tutti scrivendo del viaggio in Europa e lei, per mandare un disperato messaggio in bottiglia, aveva inserito un dettaglio palesemente errato che avrebbe posto in allerta la famiglia? Un’ipotesi verosimile, che però adesso vacilla.

 

emanuela orlandi

Secondo il lavoro di Monica Manzini (che si è occupata tra le altre cose dello scontrino-gate del sindaco Marino, analizzando le ricevute dei ristoranti frequentati dall’ex sindaco di Roma) non esiste infatti «nessun elemento oggettivo che avvalori l’allontanamento volontario oppure il fatto che la lettera sia stata scritta sotto minaccia». Mancano infatti i classici «segni di terrore/paura» come «tremori, stentatezza o angolosità improvvise» nella grafia.

 

Dalla paginetta in corsivo con un paio di cancellature, tuttavia, alcuni aspetti di «fragilità emotiva» emergono con chiarezza. Vediamoli: i principali sono una componente di «ansia», manifestata dagli accavallamenti delle lettere (vedi le parole «incontrato» o «ragazzo», alle quarta riga) e il «bisogno di evasione/fuga/indipendenza», espresso, spiega la grafologa, dal margine sinistro decrescente e dalla «precipitazione del tracciato verso destra» (contro il margine estremo del foglio). Ravvisabile inoltre anche una certa dose di «agitazione/aggressività», come mostrano le «irregolarità assiali» delle lettere, alcune delle quali più alte delle altre (vedi «viaggiare», in fondo al testo) e il taglio «forte e reciso» delle lettere «t».

 

marco accetti

Conclusione? «Alessia Rosati nello scrivere quel testo non era terrorizzata, e questo porta a escludere che si trovasse sotto minaccia, ma al tempo stesso manifestava delle evidenti fragilità emotive e psicologiche, come se stesse per lanciarsi in una impresa al di sopra delle proprie possibilità». La grafologa conclude: «L’allontanamento volontario va scartato, nonostante la ragazza esprimesse un desiderio di autonomia. Allo stesso tempo bisogna anche escludere che le ultime parole scritte da Alessia contenessero un messaggio in codice ai genitori, perché sarebbe stato più logico inviare la lettera direttamente a loro. Quindi, si può anche ragionevolmente ipotizzare un nuovo scenario: la ragazza potrebbe aver voluto far credere alle persone da cui stava scappando che andava fuori dall’Italia, per mettersi al riparo da pericoli».

 

Il trait d’union tra il giallo di Alessia Rosati e quelli di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, scomparse nel 1983, è rappresentato da Marco Accetti, oggi 67enne, un fotografo romano con precedenti penali che nel 2013 si autoaccusò del sequestro delle due quindicenni.

 

Marco Accetti

È stato lui, nel 2015, a parlare per primo del giallo Rosati, riferendo di aver conosciuto Alessia, di averla ospitata a dormire a casa sua (abitava nella stessa zona) e di sapere con certezza che fu portata via da ambienti dei servizi segreti, nell’ambito delle tensioni esplose nel Sisde nel 1994, all’indomani dell’esplosione dello scandalo dei fondi neri (una cinquantina di miliardi di lire spariti). Sette anni fa non fu preso sul serio, l’uomo che consegnò il flauto riconosciuto dai familiari di Emanuela (e la cui voce corrisponde a quella di almeno un paio di telefonisti del 1983), tanto che sia lui sia gli altri indagati (Sabrina Minardi, don Pietro Vergari e tre ex banda della Magliana) vennero prosciolti dalla Procura al momento dell’archiviazione. Ma di recente la posizione dell’«uomo del flauto» è mutata, in relazione a un altro cold case tornato d’attualità, il delitto della 17 enne Katy Skerl avvenuto a Grottaferrata nel gennaio 1984.

 

Accetti, infatti, aveva dichiarato ai giudici che la bara della ragazza era stata rubata, portata via dal cimitero Verano, e nel luglio 2022 tale circostanza è stata effettivamente riscontrata. Dietro la lapide, non c’era nulla. Adesso, grazie alla grafologia, anche il giallo Rosati torna quindi in discussione. Tanto più che , a differenza del caso Orlandi-Gregori, un’inchiesta formalmente aperta esiste. La prossima mossa tocca alla Procura.

 

 

Marco Accetti

 

Ultimi Dagoreport

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…