
ALTA TENSIONE NEL MAR ROSSO - UN AEREO TEDESCO E’ STATO COLPITO CON UN LASER DA UNA NAVE DA GUERRA CINESE - BERLINO CONVOCA L’AMBASCIATORE DI PECHINO: “METTERE IN PERICOLO PERSONALE TEDESCO È DEL TUTTO INACCETTABILE” (L’AEREO DI BERLINO OPERAVA A PROTEZIONE DEI MERCANTILI IN TRANSITO NELL’AMBITO DELLA MISSIONE UE) - NON È LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE QUEST’AZIONE DI DISTURBO, PERÒ È LA PRIMA VOLTA CHE UN PAESE EUROPEO ACCUSA LA CINA DI INTERFERENZE E DI ATTEGGIAMENTO AGGRESSIVO NEL MAR ROSSO - I LEGAMI TRA I CINESI E GLI HOUTHI
Guido Olimpio Mara Gergolet per corriere.it - Estratti
mar rosso UN AEREO TEDESCO E’ STATO COLPITO CON UN LASER DA UNA NAVE DA GUERRA CINESE
Un aereo da ricognizione tedesco è stato colpito con un laser da una nave da guerra cinese nel Mar Rosso, mentre operava a protezione dei mercantili in transito nell’ambito della missione Ue.
Berlino ha protestato, convocando ieri mattina l’ambasciatore cinese Deng Hongbo.
«Mettere in pericolo personale tedesco e ostacolare la missione è del tutto inaccettabile», ha scritto il ministero degli Esteri.
E se non è la prima volta che accade quest’azione di disturbo, però è la prima volta che un Paese europeo accusa la Cina di interferenze e di atteggiamento aggressivo nel Mar Rosso.
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Secondo lo Spiegel , il laser ha colpito la cabina dell’aereo a elica, irritando gli occhi dei piloti che sono tornati subito, incolumi, alla base. Gli esperti militari spiegano che incidenti simili sono avvenuti al largo di Taiwan. I laser (sviluppati per esempio come difese anti-droni, perché concentrando il fascio di luce producono altissime temperature in grado di bucare una lamiera) sono in dotazione alle forze cinesi terrestri.
Mai però Pechino aveva ammesso di averli installati sulle navi. Ma gli atti ostili nel Pacifico contro gli americani raccontano un’altra storia.
Ad Aspides Ue — così si chiama la missione — partecipano Grecia, Italia, Germania, Francia e Paesi Bassi. Dal 1° luglio è comandata dal contrammiraglio italiano Andrea Quondamatteo. L’obiettivo è tutelare il traffico mercantile, a sud del porto omanita Mascate, proprio nell’area minacciata dagli Houthi: da lì passano 26 mila navi l’anno, cruciali per l’Europa.
È significativo che i mercantili cinesi, almeno sul piano formale, hanno avuto un «salvacondotto» da parte degli Houthi, che li ha messi al riparo dalle ripetute imboscate.
friedrich merz alla casa bianca foto lapresse
Non si tratterebbe di una regola fissa, ma il messaggio è passato. Inoltre, una compagnia della Repubblica popolare è stata sospettata dalle intelligence occidentali di fornire informazioni satellitari poi usate dal movimento yemenita per organizzare attacchi ai navigli «ostili». Si tratterebbe di una società privata, ma con forti legami con gli apparati militari.
I combattenti Houthi hanno dimostrato di saper gestire la loro strategia, alternando operazioni marittime ai lanci di missili o droni verso Israele.
Nelle ultime settimane, questi «alleati» di Teheran hanno rilanciato la sfida al traffico marittimo. Intensificando le incursioni, ad esempio con droni marittimi kamikaze, e alzando i toni. A prescindere da ciò che pensano gli sponsor a Teheran.
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E non va dimenticato che proprio Pechino dispone di una base a Gibuti, al fianco di quelle di alcuni Stati occidentali, l’Italia inclusa.
XI JINPING - BOEING
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