milena gabanelli sulla crisi del grano 8

SUL GRANO ABBIAMO UNA BELLA GRANA - LA GUERRA IN UCRAINA HA FATTO SCHIZZARE I PREZZI NEL GIRO DI UN MESE: IL COSTO DEL GRANO TENERO È AUMENTATO DEL 33%, IL GRANOTURCO DEL 41% - GABANELLI: "IMPORTANDO DA STATI UNITI E CANADA CORRIAMO PIÙ RISCHI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE, VISTO L'USO CHE FANNO DEL GLIFOSATO" - PANE, MAIS, CONCIME: TUTTI I SETTORI IN CUI SIAMO NEI GUAI… - VIDEO

Guarda il video su:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/guerra-ucraina-stop-all-export-grano-tenero-mais-concime-perche-sicurezza-alimentare-italia-rischio/6f3cc380-a860-11ec-9fb7-9b041ce9b963-va.shtml

 

Michelangelo Borrillo e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 7

C’è una nave che fotografa la crisi agroalimentare che da fine febbraio sta vivendo mezza Europa, Italia compresa. Una nave che il 27 febbraio scorso avrebbe dovuto caricare nel porto d’Azov 30 mila quintali di grano tenero e che non è mai partita.

 

A bordo c’era il carico acquistato dal pastificio Divella. Altre 90, di cui almeno una quindicina con destinazione finale Italia, sono ferme allo stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d’Azov, la distesa di acqua che ora separa (in tempo di guerra) separa la Russia dall’Ucraina. Senza quelle navi il mercato internazionale dei prodotti alimentari ha già cambiato volto.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 6

Il grano tenero

Se l’Ucraina è il granaio d’Europa, la Russia lo è del mondo. Per l’Italia le principali importazioni legate al mondo agroalimentare provenienti dai due Paesi sono grano tenero, mais, semi oleosi e fertilizzanti.

 

Partiamo dal grano tenero (quello che serve per il pane e la pasticceria): da gennaio del 2021 fino al 23 febbraio 2022, ovvero il giorno precedente all’invasione dell’Ucraina, l’Italia ne ha importato 142 mila tonnellate dall’Ucraina e 116 mila dalla Russia. Secondo l’ufficio studi di Confagricoltura rappresentano circa il 5% del totale delle importazioni italiane di grano tenero. Le quantità che mancano fanno salire i prezzi.

 

grano

Il riferimento in Italia per le contrattazioni dei prodotti agricoli è la Borsa Merci di Bologna: alla rilevazione dello scorso 18 marzo le quotazioni del grano tenero sono cresciute del 33% in un mese, sfondando per la prima volta nella storia in Italia (dato Consorzi agrari d’Italia) quota 40 euro a quintale.

 

L’esempio pratico di come il mercato specula su una merce che scarseggia lo fornisce proprio Vincenzo Divella, amministratore dell’omonimo gruppo alimentare che attende la nave non ancora partita: «Abbiamo rimpiazzato quel carico acquistando lo stesso quantitativo a Napoli e Manfredonia: si tratta di grano arrivato da Canada, Russia e Kazakistan prima della crisi.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 5

Ma comunque lo abbiamo pagato il 35% in più di quello che aspettavamo dal Mar d’Azov, e di conseguenza abbiamo dovuto aumentare il prezzo della farina per pasticceria di circa il 15%, ma fra 20 giorni dovremo aumentare ancora. Noi abbiamo sempre preferito rifornirci da Russia e Ucraina per via delle annose questioni sul glifosate canadese».

 

Il mais

Il secondo pilastro che sta venendo meno con il blocco dei mercati russo e ucraino è quello del mais, che rischia di non essere nemmeno seminato nel mese di aprile, e quindi la sua mancanza potrebbe prolungarsi a tutto il 2023.

 

mais

L’Ucraina è per l’Italia il secondo fornitore di mais (dopo l’Ungheria): nell’ultimo anno l’Italia ha importato 1,1 milioni di tonnellate dall’Ucraina (105 mila dalla Russia). Sul totale delle importazioni pesa per il 15%, e il rialzo dei prezzi è già stato del 41% in un mese.

 

Il mais è fondamentale per la produzione di mangimi per gli animali. La conseguenza è l’incremento del costo della carne: secondo la Cia-Agricoltori Italiani, un chilogrammo di manzo al banco è passato dai 12 a quasi 15 euro, la lombata si aggira sui 25 euro, mentre una bistecca potrebbe arrivare costare a breve il 20% in più.

 

I fertilizzanti

Il terzo mercato andato in tilt è quello dei fertilizzanti. Forse quello su cui fa più affidamento Putin visto che lo ha citato come leva principale dell’inflazione alimentare globale. La Russia — stando ai dati di Confagricoltura — produce il 15% dell’intera produzione mondiale di fertilizzanti.

 

fertilizzanti

E le vendite all’estero di nitrato di ammonio sono già state bloccate fino ad aprile, proprio nella fase fondamentale delle coltivazioni. Sempre nell’ultimo anno l’Italia ne ha importato dall’Ucraina per 47 milioni di euro (il 6% sul totale) con un aumento del 600% rispetto al 2020, e dalla Russia per 61 milioni di euro (7% sul totale) con una diminuzione dell’11%.

 

I nuovi mercati e i nuovi rischi

Il premier Mario Draghi al recente vertice europeo di Versailles, ha dichiarato che bisognerà rivolgersi ad altri mercati: dagli Stati Uniti all’Argentina fino al Canada.

 

Problema n.1): gli alti costi della logistica e tempi lunghi del trasporto navale atlantico per prodotti che ci servono a breve.

 

i rischi

Problema n.2): il grano trattato con glifosato, un potente erbicida classificato dallo IARC come «probabile cancerogeno», dalla Ue autorizzato con molte prescrizioni fino alla fine del 2022, e in Italia consentito solo in fase di pre-semina, in Canada lo usano anche in pre raccolta del grano come disseccante.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 1

Dall’ultimo rapporto Efsa: i prodotti agroalimentari extracomunitari venduti in Europa presentano residui chimici irregolari pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e quella italiana di appena lo 0,9%.

 

Per quel che riguarda il mais, gran parte della produzione Usa è Ogm. In Italia il mais ogm non è vietato per la mangimistica, ma molti consorzi ne proibiscono comunque l’uso. Ostacoli che il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli vorrebbe rimuovere.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 3

Quanto ai fertilizzanti, una soluzione, almeno parziale, la Coldiretti l’avrebbe trovata negli scarti della produzione di biometano, il «digestato». In pratica si tratta di letame e liquami trattati con batteri anaerobici, e che contengono azoto, fosforo e potassio, quindi ideali per concimare i terreni.

 

Però la direttiva sui nitrati ne prevede un uso limitato perché c’è il rischio atrofizzazione delle acque, e per incrementarne l’utilizzo serve l’autorizzazione del Mite. Un problema secondo Coldiretti risolvibile frazionando la concimazione durante la fase di coltivazione, come si fa con i prodotti chimici.

 

produzione italiana

Il cambio di produzioni

Tutte le organizzazioni agroalimentari hanno chiesto al governo di aumentare la produzione di grano tenero, mais e semi oleosi rimuovendo i limiti alla coltivazione dei terreni italiani – derivanti dalla Pac (Politica agricola comune) – vale a dire circa un milione di ettari destinati a produzioni non essenziali o alla non produzione. Ma l’ultima parola spetta a Bruxelles.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 4

Il rischio — in queste settimane cruciali per la programmazione della coltura del pomodoro da industria — è che molti produttori decidano di puntare su mais, girasole o soia. Visti i prezzi — è l’allarme di Alleanza cooperative agroalimentari — saranno più convenienti dei pomodori, dove il costo di produzione è aumentato di oltre 1.200 euro all’ettaro a causa dell’impennata dei prezzi dei concimi, dell’energia, della logistica e dei materiali da imballo, oltre alla siccità in corso su tutto il centro-nord.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 8

Chi ne trae vantaggio è la Cina, ormai diventata il primo fornitore italiano di concentrato di pomodoro: 60 mila tonnellate solo nei primi 6 mesi del 2021. Ma ne risentiranno anche altre grandi colture che sono patrimonio dell’agroalimentare italiano come piselli, fagioli e ceci, perché è più conveniente coltivare mais.

 

La pasta

Almeno sulla pasta i rischi stanno a zero. Si fa con il grano duro e dall’Ucraina non ne importiamo, dalla Russia solo il 2,5%. La percentuale prodotta in Italia di grano duro è del 60%, e questo fa del nostro Paese un esportatore di pasta, per cui anche in caso di necessità basterà esportarne di meno.

 

coltivazioni

Costerà un po’ di più per via dei rincari dell’energia elettrica, e del gas. Secondo Divella è atteso entro marzo un aumento di 12 centesimi al chilo. Considerando che il consumo attuale di pasta pro capite in Italia è di 23 chilogrammi all’anno, ovvero circa 2 kg al mese, tradotti in euro per una famiglia di 4 persone fanno poco più di 1 euro al mese.

 

Il cambio dei consumi

Ma non si vive di sola pasta. Con l’aumento dei costi di energia e carburanti sta aumentando tutto: il recente blocco dei pescherecci per il caro carburante ha fatto incrementare il prezzo del 30% all’ingrosso e del 50% nelle pescherie.

 

milena gabanelli sulla crisi del grano 2

Analizzando le rilevazioni della Borsa Merci di Bologna sulle contrattazioni fisiche dei prodotti agricoli, si scopre che a fronte di un rialzo del grano tenero del 33%, e del mais del 41,1% , il grano duro è rimasto pressoché invariato (2,2%), ma si è mosso poco anche il riso Arborio: è cresciuto solo del 4,7%. L’Italia, tra l’altro, per il riso bianco è un Paese totalmente autosufficiente.

 

Dai dati dell’Ente Risi ne produciamo ogni anno circa un milione di tonnellate, e ne esportiamo più della metà, fra il 55-60%. Importiamo solo da India e Pakistan alcune qualità particolari come il basmati. Come dire… se alla fine scarseggiano i crackers o grissini, possiamo sempre mangiare gallette di riso.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…