I CONTI DELLA “MANOVRINA” NON TORNANO – NON BASTAVANO GLI SCAZZI PER LE TASSE SULLE BANCHE E L'AUMENTO DELLA CEDOLARE SUGLI AFFITTI BREVI: ORA IL SERVIZIO DI BILANCIO DEL SENATO SOLLEVA DUBBI SUL TAGLIO DELLE TASSE AL CETO MEDIO PREVISTO NELLA MANOVRA, CON LA RIDUZIONE DAL 35 AL 33% DELL’ALIQUOTA IRPEF: “ANDREBBERO FORNITE MAGGIORI INFORMAZIONI SUI PARAMETRI CONSIDERATI PER LA QUANTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI DI MINORE GETTITO ATTESI” – DI CERTO L’IMPATTO SUL PIL DELLA LEGGE DI BILANCIO SARÀ PARI A ZERO, COME CERTIFICATO DAL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI FINANZA PUBBLICA...
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti 3
Pochissime sorprese sulla manovra, la quarta firmata dal governo Meloni. E quelle che emergono, non sono soddisfacenti. I tecnici del Senato rilevano altre incertezze, anche sul taglio delle tasse al ceto medio, con la riduzione dal 35 al 33 per cento dell’aliquota per il secondo scaglione dell’Irpef.
«Andrebbero fornite maggiori informazioni sui parametri considerati per la quantificazione degli effetti di minore gettito attesi», si legge nel dossier del servizio di bilancio di palazzo Madama.
Le schermaglie sugli affitti brevi e sulle tasse alle banche non hanno spostato di un millimetro la sostanza: l’impatto sul Pil è nullo, come già certificato dalla disamina del Documento programmatico di finanza pubblica.
Nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sono stati snocciolati i cahiers di doléances di associazioni datoriali, di categoria e sindacati. E non ci sono novità nemmeno sul timing: anche quest’anno l’esame sarà monocamerale, un dibattito monco.
Corsa al Senato
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
L’obiettivo della maggioranza è di arrivare all’approvazione dell’aula al Senato entro il 15 dicembre. Alla Camera ci sarà giusto il tempo di una lettura prenatalizia. Ammesso che non ci siano intoppi che richiedono un voto a cavallo tra Natale e Capodanno come è spesso accaduto negli ultimi anni. A Montecitorio saranno spettatori della legge di Bilancio.
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Al di là del calendario, nel merito dei contenuti, lavoratori, imprenditori e commercianti hanno decretato, seppure da una diversa angolazione, la bocciatura unanime della legge di Bilancio. Il deputato del Pd, Ubaldo Pagano, ha sintetizzato l’analisi con la definizione di un testo di «mera sopravvivenza».
emanuele orsini - assemblea di Confindustria Verona e Vicenza
Le critiche sono infatti arrivate dalle imprese, che finora hanno sempre mostrato una certa benevolenza nei confronti dell’esecutivo. Non è probabilmente andata giù la rivendicazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di 8 miliardi di euro. Uno slogan usato, senza però che siano state messe in campo risorse concrete per le imprese.
Imprese dimenticate
La manovra è «a saldo zero» e «non ha la dimensione adeguata a rilanciare la competitività delle imprese, pur centrando alcuni obiettivi rilevanti», ha detto il direttore generale di Confindustria, Maurizio Tarquini, in audizione nelle commissioni riunite di Camera e Senato.
GIORGIA MELONI E MAURIZIO LANDINI
Secondo viale dell’Astronomia bisogna puntare su tre direttrici: «Investimenti, competitività e contesto attrattivo», che evidentemente non vengono rintracciate nel testo predisposto dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. […]
L’associazione dei costruttori (Ance) ha evidenziato un’altra lacuna che rischia di impattare sul Pil italiano. Per questo ha espresso «forte preoccupazione per l’assenza nella manovra di misure relative al caro materiali», giudicandola «una problematica che, se non risolta, rischia di portare molti cantieri pubblici al collasso. Le stime del governo della crescita sono gravate da questa «spada di Damocle».
GIORGIA MANI DI FORBICE - MEME
A sottolineare i punti negativi è stata anche la Cisl, sindacato non certo ostile al governo: il suo leader nazionale, Luigi Sbarra, è stato nominato sottosegretario al Sud appena pochi mesi fa. Il segretario confederale, Ignazio Ganga, ha elogiato alcuni punti, come l’aumento della spesa sanitaria, ma ha bacchettato «l’ennesima rottamazione delle cartelle esattoriali», «il mancato rifinanziamento della legge sulla partecipazione» e le misure «sulle pensioni».
Proprio la materia previdenziale è stata messa sotto esame anche dalla Uil, che ha annotato la cancellazione di Opzione donna, che sarà riproposta negli emendamenti (almeno quelli delle opposizioni).
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
[…] La stroncatura più netta, come previsto, è stata fatta dalla Cgil. «È una manovra palesemente inadeguata, ingiusta e controproducente», ha detto il segretario confederale, Christian Ferrari, chiedendo «la restituzione del fiscal drag e la sua neutralizzazione, attraverso l’indicizzazione all’inflazione di scaglioni, detrazioni, trattamento integrativo, Isee ed esenzioni, come avviene non in Unione sovietica, ma negli Stati Uniti di Trump».
Il sindacato guidato da Maurizio Landini ha poi messo il dito nella piaga leghista delle pensioni, allineandosi agli altri sindacati, con una richiesta che dovrebbe trovare d’accordo il vicepremier, Matteo Salvini: il «blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile per tutte e tutti» e «una maggior flessibilità in uscita e una pensione contributiva di garanzia per precari e discontinui».
La manovra è uscita a pezzi dalle prime audizioni. E difficilmente andrà meglio domani, tra Istat, ufficio parlamentare di bilancio e Corte dei conti. La replica di Giorgetti diventerà un’arringa a difesa di una manovra pallida.
giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
