MESTIERI IN VIA D’ESTINZIONE: IL LADRO DI MACCHINE - IN ITALIA C’È STATO UN CROLLO DEI FURTI, MA TENIAMO ANCORA LA MEDIA BUONA: 13 AUTO ALL’ORA - EST EUROPA E ROTTAMI SONO I MERCATI CHE TENGONO IN PIEDI IL LAVORO

Vincenzo Borgomeo per “la Repubblica”

 

Addio topi d’auto. A New York, nel 1990 si rubavano 147 mila macchine l’anno. Una ogni 50 residenti. Oggi i furti sono scesi appena a 7.400 l’anno, uno ogni 1.100 abitanti. In Usa, soprattutto nelle grandi città, le auto non spariscono quasi più: troppe telecamere in giro, grandi difficoltà di spostamento e troppa elettronica sulle vetture.

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E in Italia? Il fenomeno — più meno — è lo stesso, siamo passati dai 306 mila furti l’anno del 1990 ai 112 mila del 2013, ma l’America — ancora una volta — è lontana: il livello di “tranquillità” dei loro automobilisti per noi è ancora un sogno, anche se ovviamente realizzabile. E già perché sembra ormai certo che sul lungo periodo questo tipo di reato andrà sempre più scomparendo.

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Le stesse auto moderne d’altra parte sono progettate e costruite proprio per sventare i furti: centraline elettroniche ovunque, pezzi di ricambio “sospetti” che inibiscono il funzionamento dell’auto, chiavi complicatissime impossibili da replicare. Ma allora, come è possibile che in Italia spariscano ancora qualcosa come più di 300 macchine al giorno, 13 ogni ora?

 

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Secondo gli esperti americani della Lo-Jack, inventori di uno dei più raffinati antifurto al mondo, “per il procrastinarsi della crisi economica e la spending review che ha avuto ripercussioni anche sui fondi destinati alle Forze dell’Ordine e al controllo del territorio”. Ma c’è anche un altro aspetto: la diffusione (grazie al web) di micidiali dispositivi “hi-tech” per rubare le auto e infiniti corsi on line per capire come scassinare ogni tipo di macchina.

 

Tanto per capirci, basti dire che nel 1993 i tempi per forzare una vettura erano di circa 9 minuti e che nel 2011 si è passati a 60 secondi, mentre oggi ne bastano solo 14. Certo, 20 anni fa chiunque poteva rubare un’auto, oggi no. È un “lavoro” da esperti. E contro di loro spesso c’è davvero poco da fare. Non è un caso che oggi solo 4 auto rubate su 10 vengano recuperate dalle forze dell’ordine e restituite ai proprietari. Il che significa che ogni anno sulle strade italiane spariscono nel nulla quasi 66.000 autoveicoli (180 al giorno, 7,5 ogni ora). Un record.

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Le armi principali dei topi d’auto 2.0 sono sostanzialmente due: il “jammer”, un congegno che blocca il segnale satellitare lanciato da eventuali antifurti e i dispositivi che clonano in pochi secondi le chiavi elettroniche delle auto. Ma questo è l’inizio, perché poi il motivo principale per cui queste auto spariscono in una specie di buco nero risiede nella ramificata organizzazione criminale che smista di fatto in tempo reale le vetture, soprattutto verso i Paesi dell’Est (Romania, Ucraina e Ungheria). Solo i “pezzi” più pregiati finiscono in altri continenti.

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Chiaro anche il modus operandi: le auto di lusso vengono quasi sempre smontate pezzo per pezzo e trasportate all’interno di container verso i paesi dell’Est Europa, spesso con l’utilizzo di sigilli doganali per evitare il controllo dei tir da parte della polizia di frontiera. E quando invece le macchine non vengono fatte a pezzi, allora si fanno velocissimi cambi d’identità con la classica contraffazione dei documenti o con l’utilizzo di documentazione di auto incidentate non più circolanti.

 

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Rimane comunque una folta schiera di vecchi “mestieranti” dei furti d’auto: quei ladri che per evitare problemi con sistemi elettronici si rifanno con i “rottami”. E non è un caso che nella classifica delle auto più rubate ci siano modelli vecchissimi e ormai fuori produzione... Insomma, solo quando tutte queste macchine finiranno dal demolitore, allora probabilmente anche in Italia i furti d’auto caleranno ancora di più.

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