benetton

“AUTOSTRADE NON CI HA TRASMESSO TUTTE LE CARTE” – I TECNICI DEL MIT: DALLA PRIVATIZZAZIONE IN POI NON SONO MAI STATI TRASMESSI REPORT ALLARMANTI SULLA TENUTA DI PONTE MORANDI - C’È DI PIÙ: SONO RIMASTE SENZA RISPOSTA ANCHE ALTRE RICHIESTE SULLO STATO DEI PRINCIPALI VIADOTTI ITALIANI – LA TELECAMERA CHE AVREBBE POTUTO RIPRENDERE IL CROLLO ERA FUORI USO

Marco Grasso e Matteo Indice per "la Stampa"

 

QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA

Li hanno interrogati nello spazio di pochi giorni, con l’obiettivo di capire quali informazioni possedessero per focalizzare il concreto rischio-crollo del ponte Morandi. E almeno un paio fra i cinque tecnici sentiti al Provveditorato alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte - diramazione regionale del ministero delle Infrastrutture - l’ha messa giù in modo quasi brutale: «Autostrade non ci ha trasmesso tutte le carte potenzialmente allarmanti sulla stabilità del viadotto.

ponte morandi

 

Per esempio: non è mai stato inoltrato, e nemmeno allegato al progetto esecutivo per il rinforzo dei tiranti stessi, cui dovevamo dare via libera a febbraio, lo studio condotto in passato da Riccardo Morandi, che definiva imprevedibile la corrosione del pilone poi collassato e invitava a monitorarlo in maniera eccezionale». 

 

ponte Morandi

Al contempo negli uffici del dicastero a Roma, mentre la Finanza eseguiva sequestri di documenti mettendo nel mirino la Divisione generale di vigilanza sulle concessioni autostradali, i colleghi capitolini dei funzionari liguri hanno rimarcato come mai, dalla privatizzazione in avanti, il gestore avesse trasmesso report allarmanti sulla tenuta del manufatto.

 

E talvolta, hanno ribadito, sono rimaste senza risposta richieste sullo stato generale dei principali viadotti italiani (il ministero, hanno appurato gli investigatori, aveva chiesto delucidazioni del genere a metà 2017).

 

renzo piano giovanni toti progetto ponte morandi genova

 La prima, parziale sterzata, sempre nell’opinione dei tecnici pubblici ascoltati in queste ore, si è registrata solo dall’autunno scorso. Quando l’azienda, dopo una serie di rinvii, ha deciso di circoscrivere le procedure per la ristrutturazione degli stralli (nome tecnico dei tiranti, anima in acciaio e guaina in calcestruzzo) del pilone 9: il restyling sarebbe iniziato a ottobre, il Morandi si è sbriciolato il 14 agosto.

 

La telecamera fuori uso 

ponte Morandi

Le notizie sulle audizioni degli ingegneri ministeriali, verbalizzate a Genova e più informali a Roma, filtrano nelle stesse ore in cui s’apprende che non esistono video di Autostrade per l’Italia nei quali siano contenuti gli istanti cruciali (una sequenza che riprende in modo parziale lo scempio da sotto, è stata fornita da una ditta che ha sede lungo il torrente Polcevera).

 

Due telecamere di Aspi avrebbero potuto fissare il disastro: una era puntata nella direzione opposta al segmento caduto; l’altra, posizionata fuori da una galleria sul lato di ponente, ha interrotto le riprese per un black-out dovuto a un probabile difetto di alimentazione e su quest’aspetto indaghino i poliziotti della squadra mobile. 

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Il dato più importante resta comunque il contenuto degli interrogatori ai quali sono stati sottoposti i relatori e il presidente della commissione tecnico-amministrativa del Provveditorato.

 

Il 1° febbraio diedero l’ok al progetto d’intervento sui tiranti presentato sempre da Autostrade, bisognoso di un ultimo timbro romano, e il presidente Roberto Ferrazza (provveditore) si era presentato di sua volontà nei giorni scorsi al pm Massimo Terrile, uno dei titolari dell’inchiesta.

 

Gli altri quattro membri del pool - Salvatore Bonaccorso, Giuseppe Sisca, Mario Servetto e Antonio Brencich - sono stati sentiti in seguito, e dalle loro testimonianze sono emerse perplessità sui documenti che Autostrade ha allegato al medesimo progetto.

roberto ferrazza 1

 

C’erano sì studi del 2016 e del 2017, eseguiti da Cesi e dal Politecnico di Milano, che focalizzavano un calo di capacità nel sostegno poi crollato; è indubbio che un altro report descrivesse come più usurato il pilone rimasto in piedi, a riprova con il senno di poi che il ponte poteva spezzarsi nel tratto che sovrasta le case. 

 

Le mancate risposte 

il crollo del ponte morandi a genova

Tuttavia non c’era, tra gli altri, lo studio che Morandi eseguì nel 1981 specificamente sulla pila 9, in cui dichiarava che il deterioramento prodotto dagli agenti esterni progrediva oltre le previsioni. «Quel dossier - spiega un inquirente - annulla qualsiasi ipotesi d’imponderabilità».

 

E l’assenza dai carteggi trasmessi al Provveditorato è ritenuta significativa. Di più: gli input raccolti a Genova hanno trovato riscontro a Roma, dove i militari stavano perquisendo Vincenzo Cinelli, Bruno Santoro e Giovanni Proietti, ovvero capo e dirigenti della Divisione vigilanza interna al ministero.

 

fratelli benetton

I militari guidati dal colonnello Ivan Bixio hanno appreso che già c’erano carenze di segnalazioni dal gestore ai tempi delle autostrade pubbliche. Ma dal 1999 (privatizzazione) il trend non è cambiato, almeno fino alla seconda metà del 2017. Quando la società privata - Autostrade per l’Italia è nata nel 2002 - ha stretto un po’ i tempi perché s’intervenisse almeno dopo l’estate 2018, parlando perlopiù di future «migliorie». E chiedendo soltanto in una lettera del 28 giugno scorso di «velocizzare l’incremento di sicurezza necessario sul viadotto». 

il ponte morandi a genovail crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi ponte morandi spinoza genovaCROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a Genova CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVAgenova ponte morandi genova ponte morandiil crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)