poggio catino deposito br

IN UN BOSCO DELLA SABINA IL DEPOSITO SEGRETO DELLE BR - PROIETTILI, VOLANTINI, DIVISE NASCOSTE A POGGIO CATINO, IN PROVINCIA DI RIETI. SCHEDE SU POLITICI (TRA CUI IL LEADER DEMOCRISTIANO ANTONIO BISAGLIA) E CORPI DELLO STATO- I DOCUMENTI LEGGIBILI SI FERMANO AL 1977, PRIMA DEL SEQUESTRO E DELL' OMICIDIO DI ALDO MORO – VIDEO

 

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

 

poggio catino deposito br

Il segreto viene svelato dal fischio intermittente del metal detector , e dal braccio meccanico che scava tra sassi, terra e arbusti fino a scoprire una lastra di ferro diventata ruggine. Dalle viscere di un bosco nell' alto Lazio, nel cuore della Sabina, riemergono frammenti di storia del terrorismo italiano: documenti e volantini delle Brigate rosse, mangiati dal tempo e dall' umidità; munizioni e proiettili per pistole e mitragliatori;

 

indumenti militari e giubbotti antiproiettile, targhe, timbri e altri reperti di difficile identificazione perché troppo deteriorati. È un deposito clandestino dell' organizzazione che più ha imperversato negli «anni di piombo», interrato da qualche militante quando ancora i brigatisti tentavano «l' attacco al cuore dello Stato»; i documenti leggibili si fermano al 1977, prima del sequestro e dell' omicidio di Aldo Moro.

 

Sono resti della lotta armata che ha insanguinato l' Italia nel secolo scorso, spuntati dal sottosuolo com' è accaduto in passato con i residuati bellici della Seconda guerra mondiale, o le armi dei partigiani durante e dopo la Resistenza.

 

poggio catino

La polizia li ha trovati dopo aver ricevuto una segnalazione e cercato per quasi due giorni, riportando alla luce il materiale probabilmente spostato da qualche covo brigatista nelle vicinanze e occultato per essere recuperato a tempo debito. Ma quel tempo non è mai arrivato, e dopo più di quarant' anni era ancora lì, forse dimenticato pure da chi ce l' aveva nascosto; calpestato nel corso dei decenni da ignari cacciatori di animali e cercatori di funghi, amanti del trekking , villeggianti e abitanti del borgo antico di Poggio Catino e dintorni, durante le loro passeggiate in questa selva di querce.

 

I segnali delle apparecchiature e la perlustrazione palmo a palmo, con l' aiuto di una ruspa dei Vigili del fuoco e dei cani delle unità cinofile, hanno condotto gli investigatori della Digos di Roma ad aprire due pozzetti rivestiti di eternit, in altrettante radure in mezzo alle querce, distanti venti metri l' uno dall' altro.

 

Nel primo, custoditi in una busta di plastica, c' erano i documenti cartacei firmati con il simbolo della stella brigatista a cinque punte chiusa nel cerchio: uno scritto nel dicembre '75 dai «compagni militanti detenuti» nel carcere di Torino; uno del comitato rivoluzionario toscano in data 2 giugno '77, quando le Br spararono alle gambe di Indro Montanelli e altri nella campagna contro «i giornalisti di regime»;

poggio catino

 

una scheda informativa sul leader democristiano Antonio Bisaglia, completa dell' indirizzo della casa di Rovigo «dove abita con la sorella», il nome dell' autista, i passaggi della sua carriera politica e gli incarichi ricoperti a partire dal 1954; uno schema intitolato «attuale organigramma del potere», che parte dal presidente del Consiglio e arriva al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, all' epoca responsabile della sicurezza nelle carceri, passando per la magistratura.

 

Molti fogli sono illeggibili o attaccati uno all' altro, e servirà il lavoro della Polizia scientifica per provare a separarli e vedere se ancora si può decifrare qualcosa tra ritagli di giornali e pubblicazioni di altro tipo. Assieme al calco in legno di una chiave, per aprire chissà quale porta.

 

Dalla stessa buca, in mezzo all' acqua infiltratasi nel sottosuolo durante gli anni, saltano fuori varie scatole con centinaia di proiettili per armi lunghe, ossidati e arrugginiti, e involucri sigillati con lo scotch da pacchi. Per capire che cosa ci fosse dentro sono arrivati gli artificieri, che hanno analizzato il contenuto ai raggi X, riconosciuto altre cartucce e aperto i pacchetti. Si tratta di proiettili per pistole e fucili, calibro 7,65 e 308, conservati un po' meglio grazie alla maggiore cura di chi li aveva riposti.

 

Tra i brandelli di una borsa di cuoio, forse da postino, ecco un timbro della motorizzazione civile, vecchi punzonatori per documenti, buste di plastica con altri reperti di difficile interpretazione. Nessuna arma, così come nell' altro pozzetto dissotterrato poco più avanti. Se nel primo il metal detector suonava a causa delle cartucce, qui è per via di una targa svizzera del Canton Ticino, risalente a chissà quando e finita chissà come nelle mani dei brigatisti.

 

Era dentro un bidone con i resti di alcune divise: si distinguono una camicia militare, una tuta da benzinaio con il logo della «Fina», il nero della stoffa forse delle uniformi dei carabinieri (separato c' è anche un fregio con il simbolo dell' Arma), un giubbotto antiproiettile con placche da infilare negli appositi spazi, per proteggere i punti vitali.

 

poggio catino volantini br

Tutto il materiale è stato repertato dagli agenti della polizia scientifica, per essere analizzato capo per capo, alla ricerca di tracce e indizi che possano far risalire con maggiore precisione all' epoca dell' interramento e magari ai brigatisti che all' epoca crearono e riempirono i nascondigli.

 

In questa zona - a Vescovio, quindici chilometri più a nord - nel 1979 venne scoperto un covo delle Br con pistole, mitra, munizioni, documenti e materiale per la prigione di un ostaggio. Chissà se questi due nascondigli, presumibilmente inviolati per oltre quarant' anni, sono collegati a quella base brigatista; e chissà se e quanti altri depositi nascosti dai terroristi sono ancora interrati, da queste parti e altrove. La ruspa dei pompieri e gli uomini della Digos hanno continuato a scavare ancora, in altri tratti limitrofi, ma senza successo.

 

Le ricerche sono finite, l' indagine per provare a svelare il mistero su questi residuati da guerriglia urbana va avanti.

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….