ruggero razza maria letizia di liberti

"I MORTI SONO TROPPI, SPALMALI UN POCO", "METTICI DUEMILA TAMPONI, FREGATENE" - I DECESSI PER COVID TRATTATI COME IN SALUMERIA: "SIGNO' CHE FACCIO, LASCIO?" - DECESSI NASCOSTI PER EVITARE LA ZONA ROSSA: LE INTERCETTAZIONI SVELANO IL CINISMO DEL DIPARTIMENTO PER LE ATTIVITA' SANITARIE DELLA SICILIA: "E SE LI VUOI DIVIDERE, DIVIDI", "DAI, LI ABBASSO A 285", "LI AGGIUSTIAMO E LI SPOSTIAMO A DOMANI" - OGNI GIORNO PER ORDINE DEL DIRIGENTE LETIZIA DI LIBERTI C'ERANO SOGLIE DA RISPETTARE, COSÌ COME CONCORDATO CON L'ASSESSORE ALLA SANITA', RUGGERO RAZZA…

1 - FALSIFICAVANO I DATI DELLE VITTIME DI COVID "COSÌ LA SICILIA HA EVITATO LA ZONA ROSSA"

Rino Giacalone per "la Stampa"

 

RUGGERO RAZZA E LETIZIA DI LIBERTI

Ruggero Razza da ieri ex assessore siciliano alla Salute è l'unico a poter parlare tra gli indagati, per falso materiale e ideologico, in un'inchiesta della Procura di Trapani sui falsi dati sul Covid trasmessi negli ultimi 5 mesi da Palermo a Roma, i pericoli sulla diffusione del virus nascosti per fare bella figura. Indagine scattata a novembre scorso quando i Carabinieri di Trapani hanno scoperto anomalie nei risultati forniti agli utenti da un laboratorio d'analisi di Alcamo.

 

ruggero razza

Le intercettazioni subito attivate hanno però portato a sentire come a tavolino venivano scritti i numeri sulla crisi pandemica (dai contagi ai decessi, dai ricoveri ai tamponi e relativi esiti) che dall'assessorato venivano trasmessi all'Istituto Superiore di Sanità. Razza però ha deciso di stare in silenzio. Lo ha fatto ieri pomeriggio davanti ai pm Agnello, Morri e Urbani.

 

Lo ha fatto anche con i giornalisti, fuggendo di corsa dal Palazzo di Giustizia. Ieri i carabinieri hanno copiato i contenuti del server dell'assessorato, lì potrebbero esserci le ulteriori prove su come in cinque mesi da novembre fino al 19 marzo, truccando i numeri, l'isola e alcune sue città come Palermo e Catania, hanno evitato di finire in zona rossa. Palermo doveva diventarlo già lo scorso 19 marzo.

ruggero razza NELLO MUSUMECI

 

Le intercettazioni sono il cuore dell'inchiesta per la quale sono finiti ai domiciliari la dirigente del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Letizia Di Liberti, deus ex machina (per lei i pm avevano chiesto il carcere), proprio lei che aveva firmato una direttiva alle Asp siciliane evidenziando che non trasmettere i dati correttamente avrebbe costituito grave omissione, e due suoi collaboratori, Emilio Madonia e Salvo Cusimano, peraltro suo nipote.

 

Maria Letizia Di Liberti

Ogni giorno per ordine della Di Liberti c'erano dei numeri da non superare, delle soglie da rispettare, così come lei stessa concordava col suo assessore Razza, privato di buon mattino dai militari del Nas del suo telefonino. Indagati sono anche il suo vice capo di gabinetto Ferdinando Croce e il funzionario che operava al server, Mario Palermo.

 

Ciò che emerge dalle intercettazioni è che a Palermo una vasta platea sarebbe stata a conoscenza che i report erano taroccati, tra i consapevoli spunta anche il nome del medico Renato Costa scelto dal sindaco Orlando come commissario per l'emergenza.

 

Il gip Caterina Brignone, che ha trasmesso per competenza le carte alla Procura di Palermo in oltre 200 pagine ha espresso un giudizio pesante: «I fatti risultano di straordinaria gravità per la consapevole e volontaria alterazione di elementi conoscitivi...Uno scellerato disegno che ha colpito la popolazione isolana e ha impedito l'adozione di misure di contenimento più severe».

Ruggero Razza

 

Il presidente Musumeci ha detto di credere al suo ex assessore e intanto lui ha preso l'interim. Tace sul fatto che il gip scrive che lui "a sua insaputa" è stato ingannato. Maggioranza solidale con Razza, mentre le opposizioni attaccano: il Pd ha 50 interrogazioni sull'emergenza rimaste senza risposta, il presidente dell'antimafia, Claudio Fava ha ricordato che mentre venivano truccati i numeri, Musumeci e Razza attaccavano il Governo Conte dicendo che le «furbizie non pagano».

 

2 - "I MORTI SONO TROPPI, SPALMALI UN POCO E AGGIUNGI DUEMILA TAMPONI"

Riccardo Arena per "la Stampa"

 

Maria Letizia Di Liberti

Se non fosse volgare, si potrebbe definire solo così: un casino. Meglio dire caos, ma la sostanza non cambia. La gestione dei dati Covid in Sicilia attraversa momenti di marasma, di numeri che ballano, di cifre che cambiano, di addizioni e sottrazioni improvvisate: «Mille e 824 meno 589 quanto viene? Fallo pure a mano», dice il 14 novembre la dirigente regionale dell'assessorato alla Salute Maria Letizia Di Liberti al nipote-funzionario Salvatore Cusimano. Che risponde: «Ottocentoventiquattro meno 589, 235».

 

Alla zia, che da ieri è ai domiciliari come il figlio della sorella, sembra perfetto: «Ok, sommali a quelli di oggi di Catania. Sì, sommali, che lui lo sa, che glieli abbiamo tolti ieri che erano 800. Stavo pensando se glieli lasciamo tutti, 1829, glieli lasci però gli aggiungi mille tamponi, okay? Perché tanto oggi sono quelli di ieri e ci sta». A leggere le montagne di intercettazioni quel che dà all'occhio è l'improvvisazione, il pressappochismo, la spregiudicatezza: «Ma mettici duemila tamponi, fregatene», dice la Di Liberti al terzo arrestato, Emilio Madonia, l'8 novembre.

Ruggero Razza

 

Numeri buttati lì, come la spalmatura dei morti, benedetta in maniera estemporanea dall'ormai ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, indagato, per arrivare a uno strano pareggio di bilancio: evitare la zona rossa e l'aggravamento delle impopolarissime misure restrittive in Sicilia. Il 4 novembre arriva in assessorato il dato dei morti di Biancavilla: 7. «Mi sembra esagerato», osserva al telefono la Di Liberti.

 

«Non sono tutti di oggi - conferma il suo collaboratore Mario Palermo - solo che li ha mandati oggi perché prima non c'erano e quindi che facciamo, non li diamo? Uno è di oggi, due di ieri, uno è dell'altro ieri e uno del 19 (ottobre, due settimane prima, ndr), ma ce li dobbiamo mettere per forza perché sennò alla fine ce li teniamo sulla pancia come l'altra volta!». C'è da decidere che fare: la Di Liberti non spalma i cinque morti dello stesso giorno a Ragusa, ma chiede attraverso un collega l'intervento di Razza per il resto: «Digli solo Biancavilla, i deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?». «E spalmiamoli un poco», conferma l'assessore in sottofondo, nell'intercettazione.

musumeci

 

Il 19 marzo la Di Liberti dice a Razza che Palermo è da lockdown e alle 16.51 l'assessore informa il presidente della Regione: la soglia prevista dai decreti Draghi è stata superata. «Abbiamo una situazione molto difficile, l'incidenza ha superato la quota dei 250 per 100 mila abitanti e oggi superiamo i 400 casi solo a Palermo», dice Razza. «Minchia», risponde alla siciliana Nello Musumeci.

 

LEOLUCA ORLANDO

«Si impone la necessità di dichiararla zona rossa - riprende l'assessore- Questo ovviamente, secondo me, dobbiamo un attimino calibrarlo e capire come farlo. Non so se tu vuoi sentire Orlando». «E certo», risponde Musumeci. «Decidiamo se glielo vogliamo dire oggi o se glielo vogliamo dire domani, perché se glielo diciamo a Orlando, lui se la vende subito».

 

«Sì, se la vende subito, ma il problema - precisa Musumeci - è che non glielo possiamo comunicare due ore prima, alla gente». Miracolosamente però, sabato 20, a Palermo torna "tuttapposto": «Ah no abbiamo i dati è sotto è abbondantemente sotto i 250!», dice Razza. Musumeci concede il bis: «Eh, minchia, allora perché mi avevi detto 400?». «No - balbetta Razza - ieri erano 400, ma nella settimana eh sono stati duece... sono a 196 per 100 mila abitanti".

 

nello musumeci

Lunedì 15 i magheggi avevano lambito anche il commissario per l'emergenza a Palermo, Renato Costa: «Eh, ma lo capisci che oggi abbiamo 500 casi e 355 sono solo a Palermo? - gli dice la Di Liberti - e quindi una delle cose che si può fare è di diluirli in due giorni, perché tutti in una sola giornata 355 sono un numero esageratissimo». Costa tentenna un po': «Li vuoi dividere dividili!», ma poi cambia idea. Per poi cambiarla di nuovo. «Quindi li abbasso a 285», chiede la Di Liberti. «Gioia mia, a 285, va bene». «E domani o 295, comunque là siamo, li aggiungiamo, li spostiamo a domani». Domani, un altro giorno di Covid.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO