attacco hacker colonial pipeline

INIZIA LA PRIMA GUERRA INFORMATICA? - UMBERTO RAPETTO: “L’ATTACCO ALLA COLONIAL PIPELINE VERRÀ RICORDATO NEI LIBRI DI STORIA AL PARI DELL’ATTENTATO DI SARAJEVO DEL 28 GIUGNO 1914. L’AGGRESSIONE DIGITALE AL CICLOPICO OLEODOTTO CHE VA DAL TEXAS AL NEW JERSEY È DESTINATO A MARCARE IL FATIDICO PASSAGGIO DA UNO STATO DI BELLIGERANZA AD UNA CONDIZIONE DI GUERRA VERA E PROPRIA” - “CI SI AUGURA CHE ANCHE DALLE NOSTRE PARTI QUALCUNO TROVI IL TEMPO DI LEGGERE L’EXECUTIVE ORDER DI BIDEN E MAGARI DI PRENDERNE SPUNTO…”

1 - BLOOMBERG, OLEODOTTO USA HA PAGATO 5 MILIONI A HACKER RUSSI

colonial pipeline

 (ANSA) - WASHINGTON, MAY 13 - La società che opera la Colonial pipeline, il più grande oleodotto Usa, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari agli hacker di origine russa autori del cyber attacco che ha costretto la compagnia a chiudere l'infrastruttura. Lo riporta la Bloomberg sul suo sito. Una notizia che contrasta con quelle dei giorni scorsi secondo cui la società non aveva alcuna intenzione di pagare per ripristinare l'operatività della pipeline.

 

2 - BIDEN, OLEODOTTO TORNA OPERATIVO, BENZINA ENTRO IL WEEKEND ++

attacco hacker colonial pipeline 2

 (ANSA) - WASHINGTON, MAY 13 - "Il carburante comincia a fluire, Colonial Pipeline dovrebbe raggiungere la piena operatività mentre sto parlando, la disponibilità di benzina dovrebbe essere normale entro il weekend o la prossima settimana": lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca del cyber attacco all'oleodotto più grande degli Usa. Il presidente ha anche invitato gli automobilisti a non avere panico.

 

3 - SIAMO IN GUERRA. INFORMATICA

Umberto Rapetto per www.infosec.news

 

UMBERTO RAPETTO

L’attacco alla Colonial Pipeline verrà ricordato nei libri di storia al pari dell’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914. Se l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia segnò l’avvio della prima guerra mondiale, l’aggressione digitale al ciclopico oleodotto che va dal Texas al New Jersey è destinato a marcare il fatidico passaggio da uno stato di belligeranza ad una condizione di guerra vera e propria.

 

L’Executive Order on Improving the Nation’s Cybersecurity appena firmato da Joe Biden non è diverso dalle sirene che un tempo allertavano la popolazione per un imminente bombardamento e indirizzavano la gente verso i rifugi antiaerei.

joe biden

 

Dopo i clamorosi incidenti di sicurezza informatica come quello di SolarWinds, Microsoft Exchange e ora di Colonial Pipeline, il Presidente degli Stati Uniti emana un provvedimento che tuona come la prima dichiarazione di guerra contro un nemico invisibile.

 

L’insidia tecnologica (animata dal mercenariato diffuso e dalle “cyber armed forces” dei Paesi più attivi su questo campo di battaglia) non può più essere trascurata e Biden sottolinea che certi episodi manifestano l’insufficienza dell’azione federale e la necessità di una reale ed efficace cooperazione con il settore privato che possiede e gestisce gran parte delle infrastrutture critiche interne agli Stati Uniti.

 

UMBERTO RAPETTO 1

Il fatto che le società decidano autonomamente in merito agli investimenti in sicurezza informatica deve essere superato con l’avvio di un programma di azione coordinato che porti ad aumentare e allineare gli sforzi organizzativi, tecnici e finanziari con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di catastrofi future.

 

“Ai posti di combattimento”

 

In primo luogo occorre rimuovere gli ostacoli alla condivisione delle informazioni sulle minacce tra governo e settore privato. Secondo l’Executive Order i fornitori di servizi ITC devono essere in grado di condividere le informazioni con il Governo garantendo un costante aggiornamento sulle minacce rilevate e sulle violazioni dei sistemi verificatesi.

colonial pipeline

 

È fondamentale eliminare la riluttanza di chi fornisce servizi informatici a confessare situazioni imbarazzanti ed è diventata urgente la condivisione “volontaria” di tutte le informazioni disponibili su eventuali compromissioni di sistemi di elaborazione dati e reti di comunicazione.

 

Biden parla chiaro. Certi silenzi dovuti ad obblighi contrattuali o ad altri accordi tra privati devono sparire e deve maturare la convinzione che un dialogo immediato e trasparente con le istituzioni governative può consentire la più tempestiva adozione di misure di sicurezza in grado di salvaguardare la Nazione nel suo complesso.

 

colonial pipeline

L’Executive Order rimarca il ruolo del Governo federale nella protezione dei servizi “cloud” e dell’architettura “zero-trust” ed impone l’implementazione dell’autenticazione a più fattori e della crittografia: il testo manifesta la consapevolezza che modelli di sicurezza obsoleti e dati non cifrati hanno portato alla profonda compromissione dei sistemi informatici “più delicati” nei settori pubblico e privato.

 

colonial pipeline 4

Tra i punti cardine del provvedimento c’è il rafforzamento della protezione della catena di fornitura del software. Dovranno essere stabiliti e consolidati standard di sicurezza per lo sviluppo di programmi ed applicazioni destinati ad essere utilizzati dalle entità governative. Sarà richiesto agli sviluppatori di dare la massima visibilità su istruzioni e codici inseriti nel software con particolare riguardo a quanto costituisce la struttura di sicurezza.

 

Joe Biden

Si deve innescare un processo pubblico-privato per sviluppare approcci nuovi e innovativi e dar vita al programma pilota per creare un tipo di etichetta “Energy Star” in modo che il governo – e il mondo pubblico in generale – possa determinare rapidamente se il software è stato sviluppato in modo sicuro.

 

“È troppo il software, incluso quello critico, che viene fornito con vulnerabilità significative sfruttate dai nostri avversari” dice testualmente il comunicato stampa della Casa Bianca.

attacco hacker colonial pipeline

 

La necessità di un Comitato e di una “cassetta di pronto soccorso”

 

L’ordine esecutivo istituisce un comitato di revisione della sicurezza informatica, co-presieduto da leader del governo e del settore privato, che può riunirsi a seguito di un incidente informatico significativo per analizzare l’accaduto e formulare raccomandazioni concrete per migliorare la sicurezza informatica.

 

colonial pipeline 3

Si è coscienti che troppo sovente le organizzazioni ripetono gli errori del passato, non apprendono le drammatiche lezioni dalle brutte esperienze, non si pongono le domande scomode che richiedono risposte ancor più dolorose, faticano ad apportare modifiche e miglioramenti.

 

L’idea prende spunto dal modello del National Transportation Safety Board, l’organismo che entra in campo dopo incidenti aerei e altri disastri, e si basa sulla creazione di un “playbook standard” (ovvero sulla predisposizione di rimedi modulari preconfezionati e personalizzabili) in grado di attivare una replica rapida con un sufficiente livello di copertura del problema con iniziative uniformi e collaudate volte a identificare e a contrastare i pericoli emergenti.

 

colonial pipeline 2

Particolare attenzione è richiesta alle attività di “detection”, ovvero quelle mirate a rilevare le situazioni di crisi, a circoscrivere gli incidenti, a prevedere operazioni dannose che possono compromettere le Reti pubbliche e private e tutte le risorse informative del tessuto connettivo digitale americano.

 

Lentezza, sovrapposizione, mancato coordinamento: sono questi i fattori che espongono un Paese al rischio di aggressione cibernetica e solo un disegno armonico e condiviso ai più diversi livelli può rasserenare il futuro.

 

E da noi?

 

Ci si augura che anche dalle nostre parti qualcuno trovi il tempo di leggere l’Executive Order e magari di prenderne spunto.

 

colonial pipeline

I cambiamenti ai vertici dell’intelligence nazionale possono essere l’occasione per riconsiderare lo scenario e per prendere – finalmente – atto delle urgenze, delle priorità e soprattutto del tempo perso finora in chiacchiere, convegni, protocolli d’intesa e altre “inutilia” di varia natura.

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?