cinghiali

SIAMO INVASI DAI CINGHIALI! L'EMERGENZA NON E' SOLO A ROMA, L’ULTIMO CLAMOROSO CASO IERI A GENOVA: UNA COPPIA DI UNGULATI SI RINTANA IN UNO STABILIMENTO BALNEARE DEL CAPOLUOGO LIGURE, UNO DEI DUE SI SALVA BUTTANDOSI IN MARE - L’ETOLOGO: "ESISTONO GIA’ PIANI PER RIDURNE IL NUMERO"

Roberto Giovannini per la Stampa

CINGHIALICINGHIALI

 

Non sappiamo nemmeno quanti siano esattamente, i cinghiali. Si parla di un milione di esemplari, ma sono dati del tutto ipotetici, un censimento non si è fatto.

 

E comunque, sempre se avessimo un' idea precisa di quanti sono i sus scrofa circolanti nel Belpaese, in Italia non c' è un sistema organizzato di controllo della presenza di questo animale. Sulla carta, la gestione di questo ungulato è di competenza delle Regioni (e delle «defunte» Province) nell' ambito del sistema di gestione faunistico venatorio.

 

In altre parole, in teoria le Regioni (ognuna per conto suo) dovrebbe stabilire se e come intervenire per ridurre con catture o abbattimenti o caccia il numero dei suoi cinghiali, sulla base di alcune (molto generiche) «Linee guida» redatte dall' Ispra, l' Istituto centrale di protezione dell' ambiente.

Che il sistema non abbia funzionato è sotto gli occhi: colpa anche del passaggio alle Regioni delle guardie provinciali, e di quello dei Forestali nell' Arma dei Carabinieri.

 

E pensare che agli inizi del '900 il cinghiale (autoctono e nazionale) si trovava solo in alcune aree: la Maremma Tosco-laziale, Gargano, Abruzzo, Appennino Calabro-Lucano, Sardegna. Dagli Anni 60 però si è cominciato a «ripopolare» - per rendere più fruttuosa la caccia - con cinghiali di origine centro-europea, peraltro di taglia maggiore.

 

CINGHIALICINGHIALI

Una pratica che ha avuto un successo «esagerato»: totalmente onnivori, adattabilissimi, favoriti indirettamente dal riscaldamento globale, i cinghiali sono in grado di moltiplicarsi super rapidamente. Il loro nemico naturale, l' unico predatore in grado di contenerli a dovere, non se la passa troppo bene: è il lupo. L' altro «predatore» è il cacciatore dotato di doppietta, ma evidentemente non è bastato.

 

La grande fuga di Genova Risultato, i cinghiali si trovano dappertutto, ovunque ci siano aree boscose in grado di fungere da base per le loro scorribande, che seguono di preferenza i corsi dei fiumi. Se ne trovano molti anche nelle aree protette, come i Parchi nazionali. Ma ce ne sono anche ormai nelle vicinanze delle città, dove non si spara e c' è molto cibo a disposizione. L' ultimo clamoroso caso ieri a Genova dove due cinghiali rintanati negli stabilimenti balneari del Nuovo Lido hanno rischiato di essere abbattuti ma sono stati salvati dagli animalisti: uno è stato catturato, l' altro si è buttato in mare dandosi alla fuga. I più penalizzati restano i coltivatori, specie di granturco, frutta e girasole.

 

E cominciano a soffrire per l' eccessiva presenza di ungulati anche molti habitat naturali protetti.

Che fare? Intanto, solo dal dicembre del 2015 si è ufficialmente vietata l' immissione di cinghiali. Per il resto, siamo in alto mare. Intanto, perché anche in questo campo prosegue uno strano braccio di ferro tra cacciatori, ambientalisti, e agricoltori che favorisce lo stallo. In realtà, dicono gli scienziati, non è vero che le aree protette (l' 11% del territorio nazionale) siano la «base» dei cinghiali, come dicono i cacciatori: tanto per fare un esempio, il Parco dei Monti Sibillini (tra Umbria e Marche) ogni anno autorizza 160 cacciatori a eliminare 1.000 dei 3.000 esemplari stimati come presenti.

 

CINGHIALICINGHIALI

Il piano d' intervento Il primo passo obbligato, concordano scienziati ed ecologisti, come Franco Ferroni, responsabile agricoltura del Wwf, è quello di fare un vero censimento sia degli animali esistenti e di quelli cacciati.

 

«I conti non tornano - spiega Ferroni - tra i circa 20 mila esemplari stimati abbattuti nelle Marche l' anno scorso e i 150-200 mila eliminati in Toscana nello stesso periodo». E poi, prosegue Ferroni, bisogna potenziare gli interventi «difensivi», soprattutto in agricoltura, agevolando la diffusione dei «recinti» e delle trappole e aiutando i coltivatori a fronteggiare la minaccia. E naturalmente, una volta quantificato il problema, serve una strategia di gestione organica del «prelievo venatorio» di questi animali. Ovvero, della caccia. Insomma, risolvere il problema cinghiali è tutt' altro che impossibile: come tante storie italiane, basterebbe un poco di volontà politica.

 

 

ATTRATTI DAI RIFIUTI URBANI, GLI ANIMALI SELVATICI ABBANDONANO I BOSCHI

Carlo Grande per la Stampa

 

Una piaga, quella dei cinghiali, difficile da debellare. I danni che gli ungulati provocano, soprattutto ai campi agricoli, sono numerosi ma il problema coinvolge anche i cittadini: a volte degli esemplari escono dal bosco e arrivano in città.

cinghialicinghiali

 

Vincenzo Fedele, già direttore del servizio di epidemiosorveglianza veterinaria sovrazonale Asl To3, sottolinea i problemi dell' antropizzazione: «L' abbondanza di rifiuti urbani li fa arrivare nelle città, offre cibo alle specie più onnivore e resistenti: non stupisce che a volte nemmeno il lupo, animale carnivoro e molto più elusivo, si avvicini alle aree urbanizzate in cerca di cibo ».

 

Cosa si fa per limitarne l' impatto?

«Ne è vietato l' allevamento per scopi venatori, è vietato immetterli sul territorio, ci sono piani di contenimento e di controllo per ridurne il numero, ovvero piani di abbattimento.

Bisogna mantenere la giusta proporzione tra numero di esemplari e territorio. È sempre una questione di misura».

 

Che danni provocano?

«Creano danni al patrimonio zootecnico, all' agricoltura, chi ha un orto sa bene cosa significa il passaggio di cinghiali e la loro "aratura"».

 

Colpa del territorio che sta tornando selvaggio?

«La collina e il bosco un tempo erano coltivati, ora sono lasciati a se stessi e il risultato è che si moltiplicano alcune specie selvatiche. Fauna e vegetazione vanno a rioccupare gli spazi abbandonati dai contadini. I boschi selvatici, in collina, si estendono».

 

Possono attaccare l' uomo?

CINGHIALI A SPASSO PER GENOVACINGHIALI A SPASSO PER GENOVA

«È un caso rarissimo, avviene solo se non riescono a scappare o se si tratta di madri che devono difendere i piccoli. Allora è bene girare alla larga. Comunque si tratta di animali estremamente intelligenti, il rischio maggiore è legato alla circolazione stradale, non alle persone».

Il cinghiale è un combattente temibile?

«Certo, se il lupo riesce a trovarne uno piccolo, o non in grado di difendersi, lo mette volentieri nella dieta. Ma in genere il cinghiale è difficile da catturare anche per i grandi predatori: sa difendersi bene, è un combattente temibile. Quindi in genere il lupo preferisce i caprioli, ad esempio, perché un lupo ferito è un lupo morto, quindi cerca di predare animali non troppo pericolosi, lascia in pace i cinghiali».

 

Qual è il comportamento del cinghiale?

CINGHIALI A SPASSO PER GENOVA CINGHIALI A SPASSO PER GENOVA

«Sono animali resistenti, non patiscono gelo o caldo e passano il tempo con il muso per terra. Vaga solitario e in genere è crepuscolare come molti animali del bosco, ma lo si può vedere anche di giorno. Rappresenta più un rischio sulle strade, la sera».

La stazza è pericolosa?

 «L' impatto con un quintale di muscoli è cosa seria. Ci sono animali anche di 135 chili, un maschio mediamente ne pesa 80-100».

CINGHIALICINGHIALIcinghialicinghialiCINGHIALI A SPASSO PER GENOVA  CINGHIALI A SPASSO PER GENOVA

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO