bandiera talebana vladimir putin

DA INVASORE AD AMICO DEI TALEBANI: LA RUSSIA RIMETTE MANI E PIEDI NELL’AFGHANISTAN ABBANDONATO DAGLI USA - DOMENICO QUIRICO: “MOSCA È IL PRIMO PAESE CHE HA RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE IL REGIME DEGLI INFUOCATI APOSTOLI DI KABUL. MOSCA ANTICIPA TUTTI, RIENTRA NEL GRANDE GIOCO, IN CUI CI SONO LE VIE DEL GAS VERSO L'ASIA DEL SUD-EST, LA STRATEGIA DELLE NUOVE INFLUENZE, E UN SIMBOLO DELLA PIÙ RECENTE SCONFITTA AMERICANA E OCCIDENTALE. PUTIN, IL VORACE RICAPITOLATORE DELLA STORIA DAGLI ZAR AI BOLSCEVICHI, NON POTEVA CHE SISTEMARE LE SUE PEDINE IN UN LUOGO IN CUI DA SECOLI GLI INVASORI, ANCHE I RUSSI, HANNO IMPARATO CHE BISOGNA ESSER CONTENTI PER IL SOLO FATTO DI ESSER VIVI…”

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”

 

vladimir putin

[…] Mosca è il primo Paese che ha riconosciuto ufficialmente il regime degli infuocati apostoli di Kabul. Mosca anticipa tutti, rientra nel Grande Gioco, in cui ci sono le vie del gas verso l'Asia del sud-est, la strategia delle nuove influenze, e un simbolo della più recente sconfitta americana e occidentale. Putin, il vorace ricapitolatore della storia dagli zar ai bolscevichi, non poteva che sistemare le sue pedine in un luogo in cui da secoli gli invasori, anche i russi, hanno imparato che bisogna esser contenti per il solo fatto di esser vivi. […]

 

bandiera talebana

Eppure chi non avrebbe giurato che tutto era finito il 15 febbraio di quel fatidico 1989? In Europa erano le 9,30 del mattino, il luogo, Hairatan, non vi dice più nulla, eppure per alcune ore fu la Storia. La colonna di blindati dell'Armata Rossa era già transitata sferragliando sulle assi del "ponte dell'amicizia''. Sotto i tralicci spumeggiava l'Amu Darya, l'avevano sentito mormorare secoli fa gli opliti di Alessandro Magno.

 

il ministro degli esteri afghano amir khan muttaqi con lavrov

Chiudeva la fila, a piedi, un uomo di mezza età con la sgualcita divisa da combattimento, non avresti mai sospettato che era un generale di nome Gromov. La Storia e l'incapace Gorbaciov gli avevano assegnato un compito amaro, la ritirata da un Paese che i russi avevano invaso per tener fede alla fraternità comunista. Già: perché erano stati loro, i comunisti, e non gli americani, a togliere alle donne il chador e a svelarne gli splendidi corpi sottili, e a distribuire la terra che era privilegio degli ignoranti mullah.

 

talebani

Eppure il generale non sembrava infelice o umiliato, in mano stringeva un umile mazzo di fiori come una vedette che aveva meritato gli applausi. Se scrutavi il volto lo avresti detto sollevato, non era la faccia di uno sconfitto, rideva. Aveva scelto di rientrare in Russia a piedi, rifiutando di nascondersi in un blindato come un ladro. Quello era per il popolo russo un giorno di festa. I burocrati che comandavano dai saloni del Cremlino, beh! che andassero alla malora, erano loro i vinti. […]

 

bandiera talebana copia

L'Unione Sovietica, che ha riempito di sé il Novecento di speranze, di fragore, di sanguinose bugie, è morta lì, con la quarantesima armata che passava il tunnel di Salang e l'ultimo Antonov che cinque giorni prima era decollato dalla base di Bagram.

[…]

 

Dicembre del 1979: dieci righe sulla Pravda, pagine interne: «L'Operazione Tempesta a Kabul è stata completata con pieno successo». Le forze speciali del Kgb travestite con uniformi afgane assaltarono il palazzo del presidente Amin, un amico, un fedele alleato. Lo uccisero con la famiglia a raffiche di mitra e poi gettarono una bomba a mano nella stanza dove giacevano i corpi. Mosca aveva dunque cambiato cavallo. La solita antica storia, grossi Paesi che annunciano: il nostro ideale è aiutarvi... .

il ministro degli esteri afghano amir khan muttaqi e l'ambasciatore russo dmitry zhirnov 1

 

E poi diventano padroni. L'uomo che aveva deciso il massacro era un morto prima della morte, inebetito dai farmaci che lo tenevano in piedi, un incompetente, vile, vanitoso, corrotto sibarita fissato con le automobili americane e le medaglie immeritate, che negli appunti chiamava l'Afghanistan, "Afostan'' scritto con una ortografia zoppicante. L'uomo dalla ciglia spesse che affondò l'Urss nella stagnazione morale e nella penuria: Leonid Breznev.

 

i talebani alla cop29 di baku

Sfoglio un libro di più di trenta anni fa dal titolo Armata Rossa, l'ultima battaglia. Sono sessanta immagini scattate da fotografi russi negli anni dell'aiuto fraterno. […] Più di quindicimila russi hanno perso la vita su queste montagne. Gli afgani cento volte di più. Kabul alla vigilia del ritiro, sussurri voci e esplosioni di autobomba e di colpi di mortaio, i mujahedin si annunciano così, le strade son piene degli uomini del Khad, i servizi segreti, che girano sulle "volga''; sono ventimila, chi dice sessantamila chissà….

 

Nulla sfugge loro. Nel grande complesso residenziale dei sovietici e della nomenklatura dove c'erano file di centinaia di persone quando arrivavano i rifornimenti dall'Urss per riempire gli scaffali dei negozi speciali, le guardie si annoiano. Non c'è nessuno. I doni dell'Urss sono liquidati a prezzi più bassi che nel bazar: un televisore costa quattromila afgani invece che undicimila, la moto Ural con sidecar la porti via con novemila afgani.

talebani 1

 

Brutto segno, il segno dell'agonia dei regimi in decomposizione. Corrono voci che siano stati distribuiti tremila lasciapassare ai notabili afgani più compromessi e alle famiglie, serviranno per salire sugli aerei che li porteranno in Russia ciascuno con dieci chili di bagaglio autorizzato. Non vi ricorda qualcosa, un'altra fuga da Kabul?

talebani 2

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBOANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...