franco cardini prima la scala teatro

“IO DAL LOGGIONE GRIDAI ‘VIVA IL DUCE’ E NON MI FILÒ NESSUNO” – FRANCO CARDINI LIQUIDA COME “UN FATTO SURREALE E UN PO’ CRETINO” IL COMPORTAMENTO DEGLI AGENTI DELLA DIGOS CHE HANNO IDENTIFICATO MARCO VIZZARDELLI, L’UOMO CHE HA GRIDATO “VIVA L’ITALIA ANTIFASCISTA” DAL LOGGIONE DELLA SCALA: “IO DA GIOVANE HO FREQUENTATO SPESSO I LOGGIONI DEI TEATRI E HO DETTO COSE MOLTO PIÙ PESANTI, NETTAMENTE PEGGIORI” – “NEMMENO UN GOVERNO AUTORITARIO COME QUELLO AUSTRIACO, IN EPOCA RISORGIMENTALE, SI SOGNÒ DI CENSURARE LO SLOGAN ‘VIVA VERDI’” – VIDEO

Estratto dell’articolo di Tommaso Rodano per “Il Fatto Quotidiano”

 

FRANCO CARDINI

“Un fatto surreale e un po’ cretino”. A Franco Cardini bastano due aggettivi per inquadrare il comportamento degli agenti della Digos che hanno identificato Marco Vizzardelli, l’uomo che ha gridato “viva l’Italia antifascista” dal loggione della Scala. Cardini – storico medievalista, intellettuale raffinato, a lungo militante del Movimento Sociale – sfoglia l’album dei ricordi personali, con abbondante dose di sarcasmo: “Mi sembra davvero un’esagerazione, forse un eccesso di zelo. Io da giovane ho frequentato spesso i loggioni dei teatri e ho detto cose molto più pesanti, nettamente peggiori. Ricordo di aver strillato, da ragazzo, ‘Viva il Duce’. E nessuno mi disse nulla”.

 

Marco Vizzardelli

Qui però siamo al mondo al contrario, per citare (a sproposito) il generale Vannacci. Un cittadino identificato per uno slogan democratico, non per apologia di fascismo.

Restando al teatro, nemmeno un governo autoritario come quello austriaco, in epoca risorgimentale, si sognò di censurare lo slogan “Viva Verdi” (era l’acronimo di “Vittorio Emanuele re d’Italia”, ndr). Il maresciallo Radetzky ne rideva, sapeva che era opera di studenti e non ha mai fermato nessuno.

 

L’atteggiamento della Digos spiega qualcosa del momento storico che stiamo vivendo?

Credo che sia il riflesso di un sentimento di isterismo generale. Il problema è che noi siamo abituati – fatto gravissimo – alla continua riduzione della libertà d’espressione che deriva dalla cultura del politically correct. Attenzione, so bene che stavolta la logica è ribaltata e la censura del pensiero (“viva l’Italia antifascista”) è operata “da destra”. La radice però è sempre quella: il principio di perseguire chiunque si esprima in maniera diversa dal mainstream . […]

 

palco reale don carlo prima della scala

Quel grido antifascista è stato “ispirato” dalla presenza di La Russa e Salvini.

Non ci trovo niente di strano: in un Paese democratico, quando è presente un personaggio delle istituzioni che è anche espressione di una linea politica, c’è da mettere in conto qualche manifestazione di dissenso. Trovo invece che il termine “fascista” ormai si sprechi: passi La Russa, che ha un busto del Duce in casa, ma Salvini è tutt’altra cosa. L’espressione di dissenso è stata un po’ grossolana: viste le politiche del governo Meloni, avrebbe potuto gridare “abbasso la Nato” (ride). A quel punto lo zelo della Digos sarebbe stato più comprensibile.

 

il loggionista della scala Marco Vizzardelli - vignetta by osho

È difficile non coltivare il retropensiero che gli agenti siano stati “più realisti del re” (o più “neri” della regina).

Che ci siano poliziotti più realisti del re lo sappiamo. Che ci siano funzionari con mentalità (consciamente o inconsciamente) fascista è più che probabile. Siamo in un Paese con una Costituzione antifascista (anche se il principio è contenuto in una disposizione transitoria, riferita alla ricostituzione di uno specifico partito, il Pnf): il comportamento della Digos è stato surreale e allo stesso tempo cretino, come spesso accade in Italia. Ma succedono cose più gravi, di cui nessuno sembra rendersi conto: non bisognerebbe correre dietro a queste fesserie.

franco cardiniMarco VizzardelliFRANCESCA VERDINI - MATTEO SALVINI PRIMA DELLA SCALA 2023IGNAZIO LA RUSSA - PRIMA DELLA SCALA 2023

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO