itsart dario franceschini

UN DISASTRO TARGATO “SUDARIO” - “ITSART”, LA NETFLIX DELLA CULTURA VOLUTA NEL 2021 DALL’EX MINISTRO DARIO FRANCESCHINI, CONTINUA A PERDERE SOLDI NONOSTANTE SIA STATA CHIUSA DOPO APPENA DUE ANNI: DOPO LA MESSA IN LIQUIDAZIONE, LA PIATTAFORMA HA CHIUSO IL BILANCIO DEL 2023 CON 1,6 MILIONI DI EURO DI PERDITE. SENZA CONTARE CHE HA ACCUMULATO 24,6 MILIONI DI EURO DI ROSSO COMPLESSIVO SENZA MAI PRODURRE RICAVI…

Estratto dell’articolo di Claudio Plazzotta per "Italia Oggi"

itsart

 

La complicata storia di ItsArt, la piattaforma online lanciata nel 2021 e che doveva promuovere la cultura italiana nel mondo […]

Messa in liquidazione la società il 29 dicembre 2022, con la nomina del liquidatore Paolo Cotini, uno penserebbe che gli effetti negativi di ItsArt siano terminati. E invece pure nel 2023 la ItsArt spa, controllata al 51% da Cassa depositi e prestiti e al 49% da Chili spa, ha chiuso il bilancio con 1,6 milioni di euro di perdite.

dario franceschini

 

Colpisce la sequenza di rossi di quella sorta di Netflix della cultura fortemente voluta dall’allora ministro della cultura Dario Franceschini, nata il 22 dicembre 2020 e messa in liquidazione volontaria dopo appena due anni il 29 dicembre 2022: nel suo primo anno di vita, il 2021, chiude l’esercizio con 7,44 milioni di euro di perdite; nel 2022, anno nel quale si capisce che è una avventura senza prospettive, conclude l’esercizio addirittura con 15,6 milioni di euro di perdite. E con gli 1,6 milioni del 2023 siamo a 24,6 milioni di euro di rosso complessivo per una società che, di fatto, ha operato per un anno e mezzo, senza mai produrre ricavi. […]

itsart 5 copia

 

Alla costituzione della società, nel dicembre 2020, Cassa depositi e prestiti aveva versato 7.286.000 euro di fondi pubblici, mentre l'apporto di Chili era stato tutto tecnologico, fornendo la piattaforma di funzionamento per lo streaming dei contenuti culturali di ItsArt (concerti, mostre, teatro, cinema, documentari, eccetera).

 

itsart 9

Poi, il 27 gennaio 2021, era stato deliberato un aumento di capitale da 2.041.000 euro, di cui un milione versato da Chili e 1.041.000 da Cassa depositi e prestiti. Il 3 maggio 2021, quindi, Cassa depositi e prestiti ha iniettato nella società altri 9.810.900 euro, in attuazione della convenzione con il ministero della cultura per lo sviluppo della cosiddetta «Piattaforma cultura».

itsart 6

 

Ma basta mettere in fila i vorticosi cambiamenti a livello di management per capire come l'avventura di ItsArt sia iniziata male e finita peggio.

Nel maggio 2021 il presidente era Antonio Garelli (espressione di Cassa depositi e prestiti) e l'amministratore delegato Giano Biagini (espressione di Chili).

itsart 3

 

A ottobre 2021, a soli cinque mesi dalla messa online della piattaforma, ItsArt già cambia management: Giorgio Tacchia (espressione di Chili) viene nominato presidente e Guido Casali (ex manager di Sky) diventa amministratore delegato su indicazione di Cdp.

Casali, però, a gennaio 2022 si dimette dall'incarico.

 

Al suo posto viene scelto Andrea Castellari, la cui nomina ad amministratore delegato diventa formale nel maggio 2022. Nel giugno 2022 anche Giorgio Tacchia lascia la poltrona di presidente, poiché, come già visto in fase di approvazione del bilancio 2021, Chili è in disaccordo con l'andazzo preso da ItsArt (la piattaforma non ha contenuti interessanti ed esclusivi da veicolare e quindi fatica a decollare). Al suo posto viene nominato Ferruccio Ferrara.

 

andrea castellari 2

A inizio giugno il nuovo a.d. Castellari chiama accanto a sé un manager esperto e di lungo corso come Fabrizio Piscopo, per guidare la divisione commerciale e occuparsi della raccolta pubblicitaria di ItsArt. Piscopo, però, a fine luglio 2022, annusata l'aria, lascia l’incarico. Stessa cosa farà Castellari dopo qualche mese, fino alla messa in liquidazione e alla nomina del liquidatore Cotini a fine 2022.

dario franceschiniitsart itsart 7itsart 8ITSART - LA NETFLIX DELLA CULTURA DI FRANCESCHINIitsart guido casali

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…