monsignor charamsa

“UN SACERDOTE SU DUE È GAY E IL VATICANO FINGE DI NON VEDERE. LA CHIESA È UN RIFUGIO PER GLI OMOSESSUALI, E PARLO ANCHE DI PAPI, MA LA DOTTRINA INSEGNA CHE È UN MALE” - A PARLARE E’ KRZYSZTOF CHARAMSA, L'EX MONSIGNORE CHE FECE OUTING DURANTE IL SINODO

Alessandro Milan per “Libero Quotidiano”

 

CHARAMSACHARAMSA

Il suo coming-out, nell'ottobre 2015, fece tremare non poco il Vaticano. Si era alla vigilia del Sinodo sulla famiglia e Krzysztof Charamsa dichiarò pubblicamente di essere «omosessuale, felice di avere un compagno».

 

Non l'ammissione di un prete qualsiasi: Charamsa era docente alla Pontificia università gregoriana e membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'ex Sant' Uffizio. Insomma, un pezzo grosso nella gerarchia ecclesiastica. Seguirono giorni di panico per la Chiesa, di accuse al protagonista di aver voluto strumentalizzare il Sinodo, di essere manovrato da una lobby gay. Arrivò poi l' inevitabile espulsione con la sospensione a divinis. «Ma oggi più che ieri - mi dice lui - sono un prete, e un prete migliore. Oggi la mia parrocchia è il mondo».

CHARAMSA 2CHARAMSA 2

 

Passata la buriana, Charamsa oggi vive a Barcellona («che è Catalogna, non Spagna») con il compagno Eduard Planas, e ha raccontato in un libro la sua storia. "La prima pietra" (editore Rizzoli) è l' autobiografia di un prete travagliato, la vita di un uomo costretto per decenni a reprimere la propria sessualità, la denuncia verso una Chiesa «omofobica, arretrata, oscurantista».

 

Eppure il Papa ha detto che la Chiesa dovrebbe scusarsi con i gay.

«In realtà non si capisce dai documenti ufficiali se abbia chiesto scusa a tutti i gay o a un gay specifico, il che fa molta differenza. Poi, per completezza, ha aggiunto che bisogna chiedere scusa anche ai poveri, ai bambini sfruttati. Insomma, ha relativizzato. Però c' è stato un modesto progresso nelle sue parole».

CHARAMSA 3CHARAMSA 3

 

Quale?

«Ha usato il termine gay senza fare smorfie con la faccia».

 

Per la Chiesa lei è un malato?

«La Dottrina dice questo. L'omosessualità è un disordine intrinsecamente cattivo».

 

Ma quanti appartenenti alla Chiesa si attengono a questa disposizione?

«Capisco, questa domanda suppone che dovrei essere speranzoso. Ma è la Dottrina che conta. Per questo dico ai gay: non potete rimanere in una "sala delle torture" in cui prima ti dicono che sei un disordinato e poi pretendono di confortarti con la loro compassione. Gli omosessuali devono esigere rispetto. Io l' ho fatto e la Chiesa mi ha cacciato».

 

Veniamo al suo coming-out alla vigilia del Sinodo per la famiglia. È stata una provocazione?

«No, una liberazione. Ma anche una protesta e una denuncia».

 

Cosa voleva denunciare?

monsignor charamsa al secolo paolo bonolismonsignor charamsa al secolo paolo bonolis

«Il Sinodo è stato chiuso ancora prima che iniziasse. Il Papa ha affrontato il tema dei divorziati, della comunione ai risposati. Non poteva creare troppe polemiche, doveva sacrificare qualche tema e ha scelto gli omosessuali, rinchiudendoli nella condanna e nella stigmatizzazione. Ha fatto una scelta politica, per nulla evangelica».

 

Si dice che lei fu manovrato.

«Por favor...».

 

Dietro di lei c' era una lobby?

«Ma no. Dietro di me avevo solo Eduard, il mio compagno. Tutto ciò che ho fatto è stato grazie a Dio e a due amici conosciuti due giorni prima. Due omosessuali inglesi, cristiani, cattolici che erano a Roma per una sorta di contro-Sinodo. Non avevo dietro di me alcuna organizzazione».

 

Ma quanti sono i preti gay?

monsignor krzysztof charamsamonsignor krzysztof charamsa

«È uno dei segreti meglio protetti in Vaticano».

 

Secondo lei?

«Per esperienza direi il 50% di quelli incontrati».

 

Uno su due?

«Secondo un autore americano sono anche di più, il 60%, stando alle sue ricerche sul clero nordamericano».

 

Una cifra incredibile.

«La Chiesa è un rifugio per gli omosessuali. E in loro si sviluppa una omofobia interiorizzata. Queste persone vengono da una parte "salvate", nello stesso tempo però sono dominate e represse in un fondamentale elemento della loro personalità, la sessualità».

 

Tra gli omosessuali ci sono anche cardinali?

«Il discorso coinvolge tutti, dai papi ai diaconi».

MONSIGNOR CHARAMSA SU CHIMONSIGNOR CHARAMSA SU CHI

 

Papi? Addirittura?

«A me non interessa fare nomi, ma ci sono fonti che affermano l' omosessualità di questo o quel Papa. Ma il tema è tabù».

 

Ci sono preti gay che la contattano?

«Moltissimi. Ed è sconvolgente il fatto che la maggior parte di loro mi scrivano presentandosi con nome e cognome. Io so cosa significa questo, per un prete».

 

Cosa?

«Affidano la loro vita nelle mie mani. È come se dicessero: "Stai un poco qui, ascoltami. Forse non risolviamo nulla ma ho bisogno di aprire me stesso"».

monsignor krzysztof charamsa  9monsignor krzysztof charamsa 9

 

Quando lei si rivelò pubblicamente aggiunse: «Sono uscito dall'armadio». Ma nessuno l'aveva obbligata a entrarci. Perché è diventato prete?

«Ero sottoposto al martellamento ideologico della Dottrina, convinto che l'omosessualità fosse un male, una perversione, una patologia e la rifiutavo. Si era creato in me uno stato psicologico quasi schizofrenico: dentro senti qualcosa ma lo neghi a te stesso. Il coming-out più difficile e doloroso è quello verso se stessi, un processo che per me è durato anni. Poi c' è il coming-out con i ristretti amici, infine davanti a tutti».

monsignor krzysztof charamsa  4monsignor krzysztof charamsa 4

 

Lei afferma di non essere mai venuto meno alla promessa di celibato perché non è mai andato a letto con una donna. Il paradosso fa sorridere, ma lei comunque ha vissuto per anni nel peccato.

«No, mi perdoni. Io per la maggior parte della vita non ho avuto relazioni sessuali. Chi leggerà il libro potrà fare i suoi calcoli. Hanno scritto che conoscevo Eduard già quando ero in seminario o che sono stato omosessuale per 16 anni. Questo sarebbe davvero fariseismo e ipocrisia. Io ho fatto tutto nel giro di pochi anni».

 

Per quanto tempo ha vissuto nella Chiesa peccando?

«Mai, perché non accetto che l' amore sia considerato peccato».

monsignor krzysztof charamsa  5monsignor krzysztof charamsa 5

 

Secondo quanto prescrive la Dottrina, intendo, non secondo lei.

«Non tanto a lungo da poter essere considerato uno spregiudicato ipocrita, come invece sono molti di coloro che rimangono in Vaticano e hanno relazioni sessuali. Però ho vissuto a sufficienza per poter dire che sono innamorato di questa persona e con lui voglio vivere tutta la vita. Aggiungo che con Eduard mai ho pensato di poter continuare una relazione clandestina. Eppure potevo e al contempo, come prete, fare carriera».

 

Nel libro ha parole dure per papa Ratzinger.

«Ho anche parole belle per lui. Lo considero un genio dal punto di vista intellettuale».

 

Non solo però.

krzysztof charamsakrzysztof charamsa

«Io provo grande stima per Ratzinger, ma anche compassione e sofferenza. Non è riuscito a superare il pregiudizio e la fobia verso il mondo omosessuale. Proprio lui che aveva tutti i mezzi intellettuali per confrontarsi con questa sfida. Invece l' ha scartata in un modo orribile, come Prefetto della Congregazione della dottrina della Fede, attraverso documenti che non esito a definire anti cristiani, anti evangelici, contro i diritti umani. Lui ha irrigidito l' omofobia nella Chiesa cattolica, dotandola di una dottrina corrotta e falsa».

 

Eppure lei ha desiderato con tutte le forze di entrare proprio nella Congregazione per la dottrina della Fede. Perché?

monsignor charamsa con il compagno monsignor charamsa con il compagno

«La immaginavo come un' istituzione in cui avrei potuto lavorare come teologo, pensavo che avrei potuto affrontare i dubbi, rispondere alle domande dei credenti».

 

E invece?

«Ho trovato un ambiente allucinante, lì sta il cuore dell' omofobia della Chiesa. Se vuole è un ambiente anche divertente, tanto è assurdo. Nel senso che alla fine uno ride per non piangere, oppure diventa cinico. Nel Sant' Uffizio sei uno strumento al servizio dell' immobilismo intellettuale».

 

Lei ha scritto a Papa Francesco, che non le ha risposto. È deluso?

krzysztof  charamsa con il compagnokrzysztof charamsa con il compagno

«Sì, certo. Non sono così presuntuoso da pensare che dovesse rispondere a me. Speravo che il Papa rispondesse all' angosciante grido della comunità credente omosessuale, quella che ha fondato "Dignity" negli Stati Uniti o "Soho Masses" in Inghilterra. Io per anni, nel Sant' Uffizio, ho lavorato per distruggere questa gente, e me ne vergogno. Esigevo dal "Papa della misericordia" una risposta a una comunità di uomini, donne, credenti che si sentono offesi nella loro dignità».

 

Ma le pare possibile che il Papa risponda su questi temi?

krzysztof   charamsa  con il compagnokrzysztof charamsa con il compagno

«Non sono un idealista, non penso che la Chiesa cambierà da un giorno all' altro, ma lui non ha neanche approcciato la questione. Il Sinodo doveva servire a questo, invece si è usato il linguaggio dei nazisti. Il cardinal Sarah ha definito i gay "diabolici" e Francesco lo ha promosso a stretto collaboratore. A proposito di Africa...».

 

Cosa?

«Il cardinal Sarah è guineano, in molti Stati del Continente nero l'omosessualità è perseguita. Io sono testimone di cosa faceva il Vaticano di fronte a queste leggi persecutorie. Esigo da Papa Francesco che apra gli archivi, altrimenti qualcuno lo aiuterà da fuori e chiederà spiegazioni».

 

Suona come una minaccia. Senta, nel libro c'è un passaggio doloroso: lei racconta di un prete che tentò di molestare un suo stretto familiare. Successivamente molestò altri ragazzi ma lei, che sapeva, ha chiuso gli occhi. Perché?

krzysztof    charamsa   con il compagnokrzysztof charamsa con il compagno

«Ho pensato all' impossibilità di denunciare in una Chiesa in cui ero prigioniero».

 

Si spieghi meglio.

«Per la prima volta ho capito il limite di una mentalità patriarcale, machista, che produce questi mostri e poi li nasconde. Ho toccato con mano come nel clero ci si copra a vicenda, come in una corporazione. Va bene, succede anche tra medici e avvocati, ma il Vangelo dice altro. Comunque ne risponderò a Dio».

 

Lei vorrebbe un figlio?

«Bella domanda... Sì».

 

Cosa pensa dell' utero in affitto?

MONSIGNOR CHARAMSAMONSIGNOR CHARAMSA

«È un modo per dare la vita secondo il tempo in cui viviamo. Dare la vita è sempre amore, quell' amore può essere aiutato dal dono di una donna».

 

Il suo è un desiderio o un progetto?

«Sono grandi decisioni da prendere in due. Posso dire che quel desiderio non mi è estraneo, è oggetto di riflessione».

 

 

 

Monsignor Krysztof Charamsa, alle spalle il suo partner Eduard 2Monsignor Krysztof Charamsa, alle spalle il suo partner Eduard 2BERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN BERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO RATZINGER E BERGOGLIO ITALIA S GOD TALENT BY CARLI RATZINGER E BERGOGLIO ITALIA S GOD TALENT BY CARLI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...