BOVERO NEGRO A CHI? C’È ANCHE L’AFRICA DEI MILIONARI - DAL GHANA AL SUDAFRICA, DALLA COSTA D’AVORIO AL MAROCCO, IL CONTINENTE NERO È UN PARADISO (PER L’ÉLITE)

Martina Castigliani per il "Fatto quotidiano"

Anelli d'oro, ville a picco sul mare e spiagge che sembrano Saint Tropez. Grattacieli a cento piani in vere e proprie Manhattan del sud. L'Africa dei miliardari, cinquantacinque secondo la rivista finanziaria Ventures, si sveglia ogni mattina all'alba, fa affari e vive di un'economia saccheggiata dall'Occidente, e poi dimenticata.

La geografia dei ricchi parte dal Maghreb, passa per Nigeria e Ghana e arriva in Sud Africa. Le vacanze sono a Parigi, Palma di Maiorca o gli Stati Uniti. Le feste, esclusive, bevendo champagne in piscine private. I soldi tra Svizzera e Dubai, mentre gli affari rigorosamente in Asia. C'è un'Africa che continua a crescere. Perché se la fame inginocchia il territorio, il presente della terra arsa dal sole rivela nuovi e vecchi privilegi.

Quando legge la lista dei super possidenti Bangaly Tourè fa un sorriso. "L'Africa è un continente ricco", dice, "Da sempre. Siete voi che lo dimenticate". Giornalista esiliato della Guinea Conakry, vive a Parigi dove ha la libertà di raccontare i lati nascosti del suo continente.

"Non abbiamo solo povertà. Le risorse sono il lato che a voi interessa meno. L'immagine che raccontano i media è quella dei colpi di Stato e del mal governo. Nient'altro". I ricchi africani hanno in totale una fortuna di circa 143.88 miliardi. "Forse la stima è al ribasso", ha continuato Tourè, "viviamo in contesti in cui il divario tra chi sta bene e chi no è molto accentuato. Non tutti amano ostentare i propri beni".

UNA PICCOLA ÉLITE
Afrobarometer denuncia come la crescita economica abbia beneficiato una piccola élite e secondo la Banca mondiale il numero di chi vive in estrema povertà in Africa è cresciuto da 205 a 414 milioni. "Dovremmo", continua Touré, "avere uno Stato capace di creare un ambiente che spinge a investire sul territorio. Il punto è sempre quello della ridistribuzione e della democrazia. Governi stabili con politiche concrete daranno un futuro al continente".

Ma l'Africa sta già risorgendo. "Basta guardare a Ghana e Sud Africa. Senza parlare poi del Maghreb: sono stati dove le élite economiche sono coinvolte nella ricostruzione economica. Così garantiscono una crescita". Parte dalla Nigeria il viaggio nel lusso africano. Viene da lì l'uomo più ricco del continente: Aliko Dangote, imprenditore, ha fatto fortuna con il cemento: possiede oltre 20 miliardi di dollari.

Poche settimane fa ha annunciato di voler costruire industrie petrolchimiche. 9 miliardi l'investimento totale per oltre 30mila posti di lavoro. Appena dopo Dangote viene la signora Folorunsho Alakija. Dirige la compagnia petrolifera Famfa Oil e nel tempo libero fa la stilista per la moglie di un ex dirigente militare, Maryam Babangida. I ricchi nella capitale Lagos si vedono dai mezzi di trasporto: hanno elicotteri per evitare il traffico cittadino e arrivare prima in azienda, oppure 4x4 hummer blindati con le iniziali incise sulle targhe. Ma soprattutto lo champagne "scorre a fiumi".

I dati li ha forniti Euromonitor: il Paese è quello che nel mondo ha subito la crescita di consumo più grande. Secondo solo alla Francia. In Marocco il podio di imprenditore più potente del Paese l'ha occupato per anni Miloud Chaabi. Ma nell'ultima classifica ha perso oltre un miliardo e lasciato il posto a Othmane Benjelloun, a capo del gruppo Bmce. Non è da meno il Re Mohammed VI. La scena è quella dei quartieri di Gueliz and Nakheel a Marrakech, Riyadh and Zaer a Rabat e Anfa and Ain al-Dhiab a Casablanca.

Ville, parchi e servitù. Naturalmente la piscina e un maggiordomo. Il primo dicembre 2011 ha aperto il Morocco Mall, uno dei più grandi centri commerciali del Medio Oriente e dell'Africa del nord. E' il simbolo della frattura tra chi può comprare e chi deve restare a guardare le vetrine: 600 marchi e 250mila metri quadri, ha 14 ettari di giardini sul lungo mare. Un paradiso del commercio ancora destinato a pochi intimi e così lo chiamano il "ghetto dei ricchi".

ATMOSFERE DA BEVERLY HILLS
Alla maggior parte degli africani è difficile far immaginare Beverly Hills, così lontana da sembrare un sogno della televisione. Ma se la vedessero saprebbero che quella è la Costa d'Avorio e che ribattezzare i quartieri di Abidjan, Cocody e Plateau, "Riviera 4 Beverly Hills" non è stato così folle. Atmosfera da Manhattan, grattacieli e locali per portafogli d'eccezione.

E la sfilata di grandi nomi è sui campanelli. C'è la star del calcio Didier Drogba, ma anche i ministri Patrick Achi o Hamed Bakayoko fino agli imprenditori più importanti del territorio. Assinie Mafia è la spiaggia resa famosa dalla star di reggae Alpha Blondy che l'ha cantata nel 1998. Solo dodici mesi più tardi, con il colpo di stato militare sono stati chiusi i villaggi turistici internazionali dal Club Méditerranée allo Sporting Club Valtur.

Ma questione di pochi anni e il lungomare è tornato ad essere la Saint Tropez dell'Africa. Al secondo posto tra gli uomini più ricchi del continente, c'è Allan Gray, 75enne e finanziere con un patrimonio di 8,5 miliardi di dollari. Viene dal Sud Africa, là dove a preoccupare è la sicurezza. Così il lusso più grande è poter vivere in resort protetti e tanto ampi da far dimenticare di essere sotto controllo.

La Manhattan di Johannesburg è il quartiere di Sandton. E se a qualcuno il forte dislivello tra ricchi e poveri preoccupa, c'è chi cerca di guadagnarci. L'Emoya Hotel offre soggiorni a 70 euro a notte in "shanty town", bidonville perfettamente ricreate. Ci sono colazione, wifi ed elettricità, per il resto è la ricreazione di baracche. Per capire come vivono i poveri? Forse. O, ammettono, per una semplice avventura. Chiude il cerchio l'Algeria: nazione potente, E' tra le più solide economie del continente. Dicono, "qui il potere, come la ricchezza, si nasconde".

 

 

Nathan Kirsh x Nassef Sawiris x Mike Adenuga x Johann Rupert x Gilbert Chagoury Family x Folorunsho Alakija x Allan Gray x Aliko Dangote x Christoffel Wiese x

Ultimi Dagoreport

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA) , HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E EDLLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO, ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…