francesco guccini

“COSA MI FREGA DI ASSUMERMI LA BEGA DI STAR QUASSÙ A CANTARE, GODO MOLTO DI PIÙ NELL'UBRIACARMI OPPURE A MASTURBARMI O, AL LIMITE, A SCOPARE” - L’“AVVELENATA” DI FRANCESCO GUCCINI ANCORA OGGI E’ TRA LE CANZONI PIÙ RABBIOSE E INFARCITE DI PAROLACCE DELLA MUSICA POPOLARE ITALIANA - VIDEO

 

Marinella Venegoni per la Stampa

 

francescoguccini 1 1350746494francescoguccini 1 1350746494

Francesco Guccini, quella montagna d’uomo, così grande che pare il gigante buono delle favole emiliane, con la sua erre che accarezza lo spirito, non ha proprio l’aria di uno che si arrabbi spesso. E l’età, poi, si porta appresso un’attitudine diversa: la saggezza ha riserve affollate di comprensione. Ma in gioventù era un’altra temperie. Era uno che ci dava dentro, in quei tempi dannati di furori e di ideologie devastanti, e ha avuto anche lui le sue sfuriate. Una, si è anzi cristallizzata in forma di canzone sotto il titolo della famosissima L’Avvelenata. Una storia che vale la pena raccontare a chi - nei turbolenti Settanta - non c’era o era troppo distratto dalla bulimia della vita per accorgersene.

 

francesco guccinifrancesco guccini

C’è chi ci scherza sopra ancora adesso, dopo 41 anni, sostenendo che la decisione di Francesco di ritirarsi da qualsiasi occasione pubblica, annunciata soltanto lo scorso gennaio, sia da attribuire alla stanchezza per la solita domanda che in ogni occasione qualcuno tirava fuori: per chi era, quell’«Avvelenata»? Chi aveva scatenato tanta rabbia? L’avvelenata («Secondo voi a me cosa mi frega di assumermi la bega di stare qui a cantare/ Godo molto di più nell’ubriacarmi...») è la canzone più tute e l’ironia fra una canzone e l’altra nei concerti. Ma Stanze di vita quotidiana, ripiegato, intimista, aveva suscitato reazioni tiepide. Poche di quelle canzoni finirono del resto nelle scalette dei concerti, da allora fino al 2013 quando annunciò il ritiro dai concerti. C’è tiepido e tiepido, però.

 

francesco guccinifrancesco guccini

Mettendosi al lavoro per un futuro must della sua discografia, Via Paolo Fabbri 43, gli girava in testa la recensione alle Stanze di un giovanissimo critico di Gong, periodico tenuto d’occhio dal mondo della musica popolare «alta». Riccardo Bertoncelli, novarese dotto e pugnace, più appassionato di Dylan che non di Francesco, aveva scritto: «Non capisco perché Guccini continui a fare canzoni». E ricordate le opere precedenti, sbottava: «Perché lasciarsi irretire da una ruota come quella del bisogno discografico che rende impossibile l’abbandono del FrancescoGuccini-trentamila-copie-perLP?». E ancora: «I suoi testi sono senza magia, nudi, freddi... Per chi sgranare un rosario assolutamente senza novità?». Per molto meno, oggi, non saresti più invitato a una intervista.

 

GucciniGuccini

Gli uffici stampa individuerebbero un sostituto pronto, nell’indifferenza di quelle testate che lasciano fare. L’artista sarebbe rassicurato dai social, il colpevole annegato da trolls, haters e fanclub. Ma erano i ‘70, e Guccini non era un divetto da stampino. La sua penna colpì con il bisturi, dal primo celeberrimo verso: «Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni/ Credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni...». Nella furia, ce n’era per «critici, personaggi austeri, militanti severi», ma anche per i colleghi: «Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni... che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre lo sapete/ Un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate». La caccia al Bertoncelli durò poche ore, allora il mondo editoriale era piccolo e la musica molto letta.

 

Disco di Guccini autografato Disco di Guccini autografato

Il critico ha raccontato che seppe della citazione dal postino che gli portava la cartolina militare (allora non c’erano i talent, e anche i postini ascoltavano Guccini). Sempre Bertoncelli, raccontò di aver tirato su il telefono e di esser stato invitato nella mitica Via Paolo Fabbri 43, per un colloquio chiarificatore che si rivelò cordiale: Guccini si offrì addirittura di cancellare il suo nome dal testo, ricevendo cortese rifiuto. Guccini rimase una persona seria.  E pure il critico, travolto da tanta pubblicità.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…