barbara mezzaroma

“A ROMA TANTI PAGANO IL PIZZO” – PARLA L’IMPRENDITRICE EDILE BARBARA MEZZAROMA CHE HA AIUTATO I CARABINIERI AD ARRESTARE IL NASCA, AL SECOLO ROBERTO DE SANTIS, BOSS DI OSTIA, UNO CHE ANDAVA IN GIRO A GAMBIZZARE RIVALI, VANTANDOSI DI AVER LIBERATO IL LITORALE DALLA MAFIA SICILIANA - ALCUNI IMPRENDITORI DI OSTIA HANNO DETTO: “MA GUARDA QUELLA COGLIONA CHE È ANDATA A ROMPERE LE PALLE A NASCA CHE NON DAVA FASTIDIO A NESSUNO” – LA FOTO DI NASCA CON GUALTIERI (A INSAPUTA DEL SINDACO)

Nello Trocchia per editorialedomani.it

barbara mezzaroma

 

Alla fine dell'intervista, Barbara Mezzaroma non trattiene le lacrime. Piange quando rilegge un messaggio ricevuto dalla madre di un suo dipendente: «Sono orgoglioso che mio figlio lavori con lei». Mezzaroma è un'imprenditrice edile, appartiene a una delle famiglie più note a Roma.

 

Mai avrebbe immaginato di aiutare i carabinieri ad arrestare il Nasca, al secolo Roberto De Santis, boss di Ostia, uno che andava in giro a gambizzare rivali, Vito Triassi, vantandosi di aver liberato il litorale dalla mafia siciliana.

L’indagine che ha portato in carcere Nasca non coinvolge solo un esponente della mala, ma anche un imprenditore, Paolo Papagni.

 

Alla fine dell’intervista Barbara Mezzaroma non trattiene le lacrime. Piange quando rilegge un messaggio ricevuto dalla madre di un suo dipendente: «Sono orgogliosa che mio figlio lavori con lei». Mezzaroma è un’imprenditrice edile, appartiene a una delle famiglie più note della capitale. Mai avrebbe immaginato di aiutare gli investigatori ad arrestare il “Nasca”, al secolo Roberto De Santis, boss di Ostia. Uno che andava in giro a gambizzare i rivali, come Vito Triassi, vantandosi di aver liberato il litorale dalla mafia siciliana.

ROBERTO DE SANTIS NASCA

 

L’indagine che lo ha portato in carcere coinvolge anche un imprenditore, Paolo Papagni, fratello del più noto Roberto, presidente di Federbalneari, quest’ultimo estraneo all’inchiesta.

 

L’attuale sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stato recentemente attaccato proprio per una foto, pubblicata sulla sua pagina Facebook, in cui è stato ritratto mentre conversa con De Santis che, in bici, lo aveva avvicinato durante la campagna elettorale. Gualtieri non sapeva niente del suo interlocutore, e niente sapevano i suoi consiglieri che animano convegni sulle mafie e annunciano guerra aperta al crimine. Annunciano.

 

Papagni e De Santis, lo scorso gennaio, sono stati arrestati per estorsione aggravata dal metodo mafioso e da pochi giorni è iniziato il processo a loro carico. Una storia che vede, nei panni della vittima, una delle imprenditrici più in vista di Roma.

 

Nella maggior parte dei casi a prevalere è l’omertà, la paura, ma Barbara Mezzaroma ha deciso di denunciare: «Qualcuno mi ha detto: ma tu sei scema, quello ha gambizzato una persona».

 

Come è iniziata la sua vicenda?

barbara mezzaroma

Paolo Papagni ha insistito tanto per incontrarmi, mi mandava messaggi, mi telefonava. Sapeva del mio progetto edilizio in corso a Ostia (dal valore di 100 milioni di euro, ndr) e, quando ci siamo incontrati, mi ha detto che avrei dovuto vedermi con tale Roberto De Santis.

 

Quando sono tornata a casa mi sono informata su chi fosse e sono corsa dalle forze dell’ordine, mio marito lavora alla Direzione investigativa antimafia. Potevo fermarmi lì, ma ho deciso di dare il mio contributo visto che da tempo gli inquirenti inseguivano quel boss senza successo perché parlava pochissimo, dice che non usava un cellulare da 16 anni, era sfuggente, un invisibile, un monaco.

 

Lei si è messa a disposizione degli investigatori?

Sì, così ho incontrato nuovamente Papagni che ha cambiato all’ultimo il luogo dell’appuntamento. Mi ha spiegato che avrei dovuto incontrare De Santis per garantirmi una protezione, che non mi avrebbe chiesto un grande contributo economico visto che avrebbe guadagnato con le ditte impegnate nei lavori. Gli ho spiegato che avrei fatto le gare.

 

E loro cosa hanno risposto?

Per loro andava benissimo, i soldi che De Santis mi avrebbe chiesto (500mila euro, ndr) avevano un valore di sottomissione al sistema perché il boss avrebbe poi raggiunto le aziende esecutrici applicando il 5 per cento di pizzo. Lui insisteva che avrei dovuto incontrare “Nasca” perché un mio no avrebbe avuto il valore di un rifiuto. Così, dopo che mi sono confrontata con gli inquirenti, ho accettato. L’incontro sarebbe stato fondamentale per le indagini.

 

Come è stato l’incontro con il boss?

PAOLO PAPAGNI

Mi ha restituito la sua idea di dominio. Diceva che era sopravvissuto 41 anni a Ostia nonostante ammazzamenti e omicidi, inchieste e grazie ai rapporti con la Banda della Magliana e alla sua statura criminale.

 

“Sappi che io ho gambizzato una persona (il boss Vito Triassi, ndr) e non ho paura di sparare”, mi ha detto per spaventarmi. Ha aggiunto che gli aveva sparato all’ora di pranzo davanti a tutti e che non lo ha neanche denunciato. È stata un’esperienza impensabile, sono stata due ore con un criminale accanto, ho impiegato mezza giornata per disintossicarmi.

 

Cos’altro le ha detto?

Ha precisato che lui veniva da un collegio, così chiamava il carcere, diverso e che non aveva niente a che fare con gli Spada e i Fasciani (clan di Ostia, ndr), ogni tanto provava a fare delle citazioni colte, sbagliava le pronunce, ma era il suo modo per dirsi diverso. Mi ha detto che aveva due, tre sopra di lui, ma non ha fatto nomi. Avevo la sensazione che ci fosse qualcuno in osservazione durante il nostro incontro che è avvenuto all’aperto in pieno giorno su una panchina.

 

Che faccia ha il crimine?

BARBARA MEZZAROMA

Il crimine non ti guarda in faccia, quando lo fa è per spaventarti. Il boss voleva farmi capire che in realtà poteva far parte del mio mondo. Quando mi minacciava abbassava il tono della voce. Metteva le mani dietro le tasche, diventava glaciale e poi mi guardava per capire la mia reazione. Lui è arrivato con le idee molto chiare, mi ha chiesto della tempistica dell’appalto.

 

Le era mai capitato di essere vittima di un’estorsione?

Non mi era mai capitato. Io ho visto la sfacciataggine e la naturalezza con cui mi hanno taglieggiato, mi ha impressionato la loro sicumera, erano sicuri di andare a dama. Ho pensato e penso che ci sia un sistema, che molti imprenditori paghino.

 

Nasca era chiaro, non aveva bisogno di denaro, anche perché conduceva una vita morigerata, lui voleva far sapere al territorio della mia sottomissione e prendere la gestione dei parcheggi, della vigilanza, del movimento terra in modo da dispensare favori e allargare la schiera dei fedelissimi. Mi ha impressionato la disinvoltura che conteneva un messaggio: “Ci devi stare”.

 

La mafia, a Roma, nel 2021. Si aspettava di diventare oggetto di un’estorsione?

Pensavo di esserne immune, pensavo che alcuni racconti fossero esagerati. Ora ho capito che la criminalità, in questi anni, si è consolidata e ha attecchito diventando un pezzo della città. Io non potevo tacere. Dopo aver incontrato questa gente hai un crollo e diventa la peggiore giornata della tua vita. Non è un film, è terribile.

ROBERTO DE SANTIS ROBERTO GUALTIERI

 

Come hanno reagito i suoi colleghi?

Io penso che tutti paghino e lo deduco da quello che mi hanno detto. La maggior parte delle persone mi ha chiesto perché mi fossi infilata in questa storia, non solo imprenditori, ma anche professionisti. Ho la percezione che qualcuno preferisca non lavorare con me perché farlo a Ostia potrebbe essere pericoloso. Le voglio raccontare cosa è successo subito dopo gli arresti di Nasca e Papagni, quando ancora non si sapeva che fossi io la vittima.

 

Cosa?

Alcuni imprenditori di Ostia, preferisco non fare i nomi, mi hanno incontrata e mi hanno detto: “Ma guarda quella cogliona che è andata a rompere le palle a Nasca che è una vita che stava lì senza dare fastidio a nessuno”. La cogliona ero io e ho capito che la mafia ci abita dentro.

 

Ha parlato con il sindaco?

L’ho incontrato a febbraio scorso dopo gli arresti. È stato tra le pochissime persone che mi hanno sostenuta. Io avevo paura e mi dicevo: ora mi lasciano sola, andrà tutto all’aria e troveranno altri modi per farmi capire che opporsi è sbagliato. Lui mi ha garantito pieno sostegno.

 

OSTIA PONTILE

Altre manifestazioni di solidarietà?

Zero se non dalle persone comuni.

 

Il progetto edilizio è iniziato?

Lo abbiamo proposto nel 2007, è un progetto a impatto zero. Io non mi sento una palazzinara, alcuni colleghi a Roma hanno costruito pezzi della città di cui vergognarsi che attirano illegalità e crimine. Proviamo a lavorare diversamente.

 

Lo ha proposto nel 2007?

Sì, circa 15 anni fa, ma forse ci siamo.

 

Forse.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?