james bond sessismo

VATTI A FIDARE DELLE SPIE – L’INTELLIGENZA NON È SEMPRE LA MIGLIOR DOTE DELL’INTELLIGENCE. DA NAPOLEONE A OSAMA BIN LADEN FINO AGLI SMARTPHONE HUAWEI E ZTE: TUTTI GLI EPIC FAIL DEGLI AGENTI SEGRETI – UN LIBRO RACCONTA LA STORIA MAI RACCONTATA DELLE CANTONATE PRESE DAGLI 007

Andrea Morigi per “Libero Quotidiano”

 

Storia dei servizi segreti. La verità su chi governa veramente il mondo di Mirko Molteni

Mai fidarsi troppo degli 007, perché sono esperti nel doppio gioco e nell' arte raffinata della disinformazione. I più scaltri riescono a immedesimarsi nella mentalità dei loro nemici addestrandosi a pensare e agire come loro, con una tale abilità da riuscire a ribaltare il corso della storia. Anche quando prendono cantonate colossali.

 

Con una sottile ironia, Mirko Molteni, storico collaboratore di Libero, nel suo Storia dei servizi segreti. La verità su chi governa veramente il mondo, (Newton Compton, 828 pagine, euro 12,90), ripercorre i lati più in ombra dei giochi di potere, dove gli epic fail sono una costante. Perfino per i più fortunati come Napoleone Bonaparte, che senza saperlo aveva rischiato grosso due volte in Egitto.

 

Era sbarcato ad Alessandria il 1° luglio 1798, indisturbato soltanto perché la flotta dell' ammiraglio Horace Nelson se n' era andata poche ore prima, andando a cercare i francesi nel Mar Egeo. Fu un tragico errore di valutazione per l' impero di Sua Maestà. Le spie disseminate dalla Corona inglese da Livorno alla Sicilia si erano semplicemente sbagliate, lasciando credere che il Còrso fosse diretto in Turchia o addirittura verso il Mar Nero.

 

napoleone

Invece l' Imperatore francese se la stava spassando a bordo di una nave da guerra con Pauline, la moglie di un suo ufficiale, Jean-Noël Fourès. Ma stavolta una spia inglese, John Barnett, trova il modo di organizzare il tirannicidio. La manovra è complicata e si innesca quando Napoleone decide di inviare Fourès a Parigi per non fargli scoprire la tresca. Durante il viaggio, gli inglesi lo catturano e, svelandogli il tradimento coniugale, lo assoldano per uccidere Bonaparte. L' ufficiale tuttavia non se la sente e torna in Francia, tanto più che la moglie chiede il divorzio.

ERRORI 007 FRANCESI

 

INGANNI E DIVERSIVI

In fatto di inganni e diversivi, gli italiani non hanno nulla da invidiare ai colleghi degli imperi, soprattutto quando decidono di costruirne uno proprio, conquistandosi un posto al sole in Africa Orientale.

 

Inglesi, francesi e perfino gli alleati tedeschi si mettono di traverso, appoggiando gli abissini? Ci pensano le strutture di controspionaggio di alpini e carabinieri. Intercettano i carichi di armi destinati alle tribù del Negus (e pagati grazie a un credito concesso dalla Germania hitleriana) in modo apparentemente semplice: fanno un' offerta economica migliore al fornitore belga e si accaparrano così un arsenale che consentirà a Mussolini di conquistare la colonia di Addis Abeba nel 1936.

 

intelligence belga non preparata agli attentati

I maggiori successi della rete di informatori del fascismo, che si estendeva ormai a tutto il Mediterraneo sul modello già sperimentato dalla Repubblica di Venezia, furono in realtà ottenuti dagli specialisti nel campo della disinformazione, che riuscirono a intimorire gli inglesi convincendoli dell' esistenza di aerei tricolori con piloti kamikaze e fantomatici velivoli supersonici in grado di bombardare Londra senza essere avvistati.

 

Anche se negli hangar della Regia Aeronautica non c' era nulla di simile, le trasvolate transoceaniche di Italo Balbo avevano ottenuto il loro effetto, non solo propagandistico. E, in ogni caso, il Duce non scherzava: aveva già fatto predisporre dallo Stato Maggiore, facendolo spifferare alla stampa, piani di attacco contro il Sudan, il Kenya e la Somalia, allora possedimenti britannici.

 

Gli avvelenamenti e le barbe finte non sono affatto finiti fuori moda nemmeno ora che, nell' epoca delle tecnologie informatiche, gli Stati e le aziende puntano sul cyberspionaggio per sottrarre conoscenze preziose ai rivali.

 

IL FATTORE UMANO

zte huawei

Il blocco recente degli smartphone cinesi Huawei e Zte negli Stati Uniti e in altri Paesi quali l' Australia e la Nuova Zelanda, per il sospetto che possano trasferire automaticamente informazioni a Pechino, porta alla luce uno dei fronti aperti di una guerra industriale e commerciale fra potenze che si contendono il primato nel settore delle telecomunicazioni.

 

Di per sé, comunque, nessun dispositivo possiede le risorse necessarie a competere con il fattore umano. La macchina controlla, registra, offre la possibilità di interagire, ma non è ancora in grado di prendere decisioni o dare giudizi, almeno non fino all' avvento del regno dei robot, scenario di cui per ora si occupano solo i ricercatori più visionari.

 

osama bin laden

La risorsa indispensabile si rivela l' intelligenza. Anzi, l' intelligence, cioè l' analisi. Perché si può anche disporre di miliardi di dati, ma se non se ne sa ricavare una sintesi non servono a nulla. Resta quindi indispensabile il ruolo centrale del fattore umano in tutte le evoluzioni delle relazioni internazionali.

 

Con il solo ausilio dei droni e delle intercettazioni, infatti, gli Stati Uniti non avrebbero mai catturato e ucciso Osama Bin Laden, scovato in Pakistan nel 2011 - ben dieci anni dopo gli attacchi alla Torri Gemelle di New York - soltanto grazie alla delazione di un medico locale.

 

foto rare dell 11 settembre 8

Del resto, non risulta nemmeno che siano stati eliminati il Califfo dello Stato islamico Omar Al Bagdadi o il mullah Omar. Infiltrare l' esercito della jihad per carpirne i progetti non si è rivelato così facile per gli occidentali.

 

Mentre la penetrazione e l' influenza islamica in Europa e in America hanno consentito di creare avamposti che un giorno si riveleranno utili per scatenare la guerra santa nelle case degli infedeli.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO