milano - ospedale allestito alla fiera

UNA CATTEDRALE NEL DESERTO? - ALLA FINE L'OSPEDALE ALLA FIERA DI MILANO HA ACCOLTO UNA DOZZINA DI PAZIENTI ASSISTITI DA UNA CINQUANTINA DI PERSONE CHE TURNANO SU 24 ORE - IMPOSSIBILE FAR CRESCERE I RICOVERATI SENZA AUMENTARE IL PERSONALE, CHE PERÒ SCARSEGGIA IN TUTTA ITALIA - L'IDEA È FARE DI FIERA L'HUB REGIONALE PER I MALATI COVID-19, SVUOTANDO GLI OSPEDALI MA AD OGGI CI SONO ALMENO UN PAIO DI GROSSI PROBLEMI

Marco Palombi per il “Fatto quotidiano”

 

conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano 3

Al momento sono una dozzina gli ospiti della grande struttura di terapia intensiva che Regione Lombardia ha voluto costruire alla Fiera di Milano affidandone la gestione al Policlinico. Ora però che, a parità di ricoveri ospedalieri da Covid-19, la pressione sulle terapie intensive, peraltro raddoppiate da inizio marzo, diminuisce (circa 200 pazienti da lunedì 6 aprile a ieri) è lecito farsi qualche domanda sul mega-investimento fatto da Attilio Fontana e soci: funziona o è l'ennesima cattedrale nel deserto? Il dubbio, come vedremo, è più che lecito.

 

conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano 1

I numeri. Ad oggi, come detto, sono una dozzina i pazienti assistiti in Fiera da una cinquantina di persone che turnano su 24 ore: impossibile far crescere i ricoverati senza aumentare decisamente il personale, che però scarseggia in tutta Italia e in particolare al Nord. Le mille figure professionali necessarie (tra cui 200 medici e 500 infermieri) secondo la Regione sono ad oggi solo un desiderio: per coprire i turni, dicono fonti interne, ad oggi qualche infermiere viene addirittura spostato dal Policlinico in una sorta di gioco a somma zero. Se l' andazzo fosse questo, Fiera aggiungerebbe pochissimi letti alle terapie intensive lombarde e il resto sarebbe solo una partita di giro tra posti già esistenti.

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

 

I letti. Dovevano essere 600, ora l' obiettivo è 205, anche se ormai è chiaro a tutti - anche in Fiera - che a quella cifra non ci si arriverà: al momento sono stati completati 53 posti letto; un secondo lotto da 104 posti è in via di costruzione è sarà pronto se va bene tra una o due settimane; gli ultimi 48 posti letto nel Padiglione 2 - dicono fonti qualificate - semplicemente non verranno mai costruiti. Insomma, 157 posti a fine aprile per la maggior parte dei quali manca personale.

 

I trasferimenti. L' idea è fare di Fiera l' hub regionale per i malati Covid-19, svuotando gli ospedali ordinari (ma la convenzione su cui lavora la struttura è di sei mesi per ora).

Ad oggi ci sono almeno un paio di grossi problemi: 1) le ambulanze hanno meno di tre ore di autonomia di ossigeno e arrivare in Fiera in tempo, ad esempio, da Sondrio o Mantova è molto difficile (si parlava di un eliporto, ma non è alle viste); 2) spostare i malati intubati vuol dire esporli a rischi enormi, una cosa che ovviamente nessuno vuole fare se non è costretto.

 

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

L' isolamento. Ha scritto su Facebook il 6 aprile, giorno dell' inaugurazione, il cardiologo Giuseppe Bruschi, dirigente medico di I livello del Niguarda: "L' idea di realizzare una terapia intensiva in Fiera non sta né in cielo né in terra Una terapia intensiva non può vivere separata da tutto il resto dell' ospedale. Una terapia intensiva funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un ospedale". In sostanza, quel tipo di pazienti tendono ad avere anche altri problemi e c' è bisogno "non solo di infermieri e rianimatori, ma degli infettivologi, dei neurologici, dei cardiologi, dei nefrologi e perfino dei chirurghi.": in ospedale ci sono, in Fiera no.

 

milano, ospedale in fiera 16

L' alternativa. Ancora Bruschi: "Perché costruire un corpo a se stante, quando si sarebbe potuto potenziare l' esistente? Sarebbe stato più logico spendere le energie e le donazioni raccolte per ristrutturare o riportare in vita alcuni dei tanti padiglioni 'abbandonati' degli ospedali lombardi (Niguarda, Sacco, Varese). Si sarebbe investito nel sistema in essere e quanto creato sarebbe rimasto in dotazione alla Sanità Lombarda". Un sindacalista dei Cobas a metà marzo aveva sostenuto che l' ex Ospedale Civile di Legnano "ha tutte le potenzialità per accogliere velocemente nuovi pazienti".

 

milano, ospedale in fiera 17

L' assessore al Welfare, Giulio Gallera, rispose il 18 marzo con un parere chiesto agli uffici tecnici il giorno prima: "Ci vorrebbero sei mesi". In realtà il parere si riferisce al rifacimento dell' intero monoblocco, cosa ovviamente non necessaria. Il costo. Fiera di Milano ha creato una Fondazione molto snella (3 membri tra cui il presidente di Fiera Enrico Pazzali) per poter usare le cospicue donazioni arrivate: 21,3 milioni. Quanti soldi sono stati spesi per la nuova struttura, però, non si sa: c' è chi sostiene che il costo sia più vicino ai 50 milioni che ai 20.

 

milano, ospedale in fiera 15

Bergamo. Un paragone utile. Una struttura molto simile, quella alla Fiera di Bergamo (peraltro più vicina agli ospedali della zona), è stata creata in meno tempo con l' obiettivo di avere 72 posti in terapia intensiva e 70 in sub-intensiva: ha già 50 posti operativi e oltre venti pazienti seguiti da medici russi, norvegesi, di Emergency e degli alpini; al momento mancano circa 50 infermieri su un fabbisogno indicato in 130; il costo è stato assai inferiore a quello di Milano. Il 18 marzo la Regione tentò di bloccarlo: "Manca il personale per gestirlo: è inutile creare una cattedrale nel deserto". Appunto.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO