donald trump volodymyr zelensky vladimir putin fronte guerra ucraina

L’UCRAINA SARÀ LA NUOVA COREA? – QUANDO SI ARRIVERÀ ALLA FINE DELLA GUERRA, SI PORRÀ UN GROSSO PROBLEMA: UN FRONTE DI 1.200 CHILOMETRI CHE “OPERATORI DI PACE” DOVRANNO SORVEGLIARE – TRUMP HA PARLATO DI UNA “FORZA DI INTERPOSIZIONE” CHE VIGILI SUL RISPETTO DELLA TREGUA, MENTRE KIEV PRETENDE UNA “FORZA DI DETERRENZA”, COME GARANZIA CONTRO IL RISCHIO DI ALTRI ATTACCHI RUSSI – IL MODELLO È QUELLO DELLE DUE COREE. MA “THE DONALD” NON VUOLE METTERE SUL CAMPO LE TRUPPE AMERICANE E I PAESI EUROPEI NON HANNO ABBASTANZA SOLDATI PER QUESTO COMPITO. L’IPOTESI È DI COINVOLGERE PAESI “NEUTRALI”…

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/17/news/missione_di_pace_ucraina_forza_militare_europea-424008832/

 

volodymyr zelensky donald trump

Diecimila soldati con 1500 veicoli che intervengono a proteggere il fronte orientale della Nato senza bisogno degli americani: una task force esclusivamente europea, che la scorsa settimana ha preso posizione in Bulgaria per l’esercitazione “Steadfast Dart” ed è stata vista come la prova generale di un futuro molto prossimo in cui il Vecchio Continente dovrà abituarsi a fare da solo.

 

Un’operazione gestita dal Corpo di spedizione rapida dell’Alleanza — che è guidato dal generale Lorenzo D’Addario e ha sede a Solbiate Olona, nel Varesotto — che potrebbe diventare il modello dello schieramento in Ucraina per tutelare la tregua tra i belligeranti. […]

 

situazione della guerra in ucraina - 17 febbraio 2025

L’unico punto certo è che gli Stati Uniti non ci saranno. Su tutto il resto c’è una grande ambiguità di fondo. Si dovrà trattare di una «forza di interposizione» che vigili sul rispetto della tregua, come trapela dai discorsi dell’amministrazione Trump? Oppure di una «forza di deterrenza», che gli ucraini pretendono come garanzia contro il rischio di altri attacchi russi?

 

La declinazione militare e politica di questi due concetti è molto diversa. La forza di interposizione fa il lavoro tipico dei caschi blu dell’Onu: tengono separati i due eserciti rivali, controllando che gli accordi vengano rispettati. Il caso più noto è quello di Unifil, presente in Libano tra il fiume Litani e il confine israeliano dopo il cessate il fuoco che ha chiuso il conflitto del 2006.

 

Tendenzialmente deve essere composta da reparti di nazioni neutrali o che comunque non siano percepite come ostili dagli ex belligeranti. I Paesi che potrebbero ottenere il via libera sia da Kiev che da Mosca sono pochi: tra quelli Nato soltanto Turchia, Ungheria e Grecia; tra le potenze probabilmente Cina e India, a cui potrebbero aggiungersi forse Brasile e Azerbaijan.

 

[…]

 

guerra in ucraina - soldati

Il problema è che gli “operatori di pace” hanno davanti una sfida senza precedenti: il fronte oggi si estende per quasi 1200 chilometri. Lungo circa trecento chilometri il fiume Dnipro offre un confine facile da controllare; gli altri novecento sono scanditi da boschi e città rase al suolo, in cui bisognerà costruire una fascia di sicurezza larga parecchi chilometri con reticolati e forse campi minati.

 

Custodire una linea così grande e geograficamente complessa, impedendo incidenti tra due eserciti che da tre anni si combattono con una ferocia che ricorda quella delle guerre civili, richiede teoricamente un numero di peacekeeper elevatissimo: ne servirebbero 80-100 mila, con mezzi leggeri come autoblindo. C’è un unico precedente, lontano nel tempo e con numeri oggi impensabili. Il cessate il fuoco tra le due Coree del 1953: la linea di demarcazione è lunga 280 chilometri, un quinto di quella da allestire in Ucraina.

 

VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

Gli Stati Uniti – che all’epoca erano intervenuti sotto la bandiera delle Nazioni Unite – vi lasciarono 250 mila soldati, provvisti di tutto il necessario per fronteggiare un nuovo assalto di Pyongyang: artiglieria, carri armati, aerei, navi. Le truppe Usa in Corea erano dislocate a ridosso dei reticolati ma soprattutto in profondità: svolgevano entrambi i compiti, sia quello di forza di interposizione che di deterrenza.

 

Una missione quest’ultima che presuppone la determinazione a rispondere a ogni attacco, oltre alla capacità bellica per riuscire a farlo. In Ucraina quindi solo i Paesi europei della Nato più vicini a Kiev potrebbero comporre questo combat group schierato a difesa dell’indipendenza del Paese contro eventuali aggressioni russe.

 

caschi blu onu - forze di interposizione

Dovrebbe essere un raggruppamento “pesante”, con carri armati, cingolati, artiglieria, contraerea, copertura cyber e comunicazioni satellitari. Le caserme del Vecchio Continente però non possono mettere in campo grandi risorse: si ipotizzano al massimo 30-40 mila militari, che considerando i reparti di supporto limitano la forza combattente a circa 15 mila donne e uomini.

 

Oggi la Francia, che vuole prendere la leadership nel sostegno a Kiev, potrebbe metterne a disposizione 10 mila; Italia, Regno Unito e Germania 5 mila ciascuno. Troppo pochi per fermare un’invasione: sarebbero come le divisioni statunitensi e britanniche presenti a ridosso del Muro di Berlino durante la Guerra Fredda. […]

DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)