lacquaniti

L'UOMO CHE SUSSURRA AI PARENTI DELLE VITTIME - IL COMANDANTE DELLA POLIZIA LACQUANITI COMUNICA AI FAMILIARI LA MORTE DI UN LORO CARO: ''UN PO' DI QUELLO STRAZIO CE LO PORTEREMO DIETRO PER SEMPRE. IL PRIMO CASO? AVEVO 30 ANNI, UN TASSISTA UCCISO DA UN BALORDO PER 200MILA LIRE. QUANDO VIDI IL PADRE E LA MOGLIE… - CHIAMO LA VITTIMA COL SUO NOME, MAI 'DEFUNTO', NON FUGGO LO SGUARDO, NON FUGGO LE DOMANDE E NON FUGGO FISICAMENTE''

 

Alessandro Belardetti per ''il Giorno - la Nazione - il Resto del Carlino''

 

Comandante Lacquaniti, che peso vi portate dentro dopo la comunicazione della morte a un familiare?

«Siamo i messaggeri di qualcosa di devastante e abbiamo la consapevolezza che un po' di quello strazio ce lo porteremo dentro per sempre».

 

Come fronteggiate le reazioni?

«C' è chi si dispera, chi si chiude nel mutismo e nel gelo, chi diventa aggressivo e deve sfogare la rabbia. Dobbiamo essere pronti, dobbiamo avere rispetto del dolore.

LACQUANITI

Non c' è mai la stessa reazione».

 

Come ci si prepara a incontrare i parenti?

«Chi lavora in polizia sa che deve affrontare dei rischi. Ho sempre avuto colleghi pronti a mettersi in gioco per arrestare latitanti, killer, terroristi. Comunicare un lutto, invece, è una situazione straziante che può mettere in difficoltà anche colleghi e colleghe dotati di sensibilità e coraggio».

 

Come sfogate lo stress?

«Ci aiutano esperti e psicologi».

 

Si ricorda ogni volto, ogni casa, ogni momento in cui ha dovuto dire quella frase?

«Da 30 anni indosso la divisa e tanti arresti fatti me li sono dimenticati, ma mi restano in mente come fosse ieri tutte le persone a cui ho dovuto annunciare che avevano perso un loro caro».

 

Vi informate sui social network per conoscere le famiglie?

«Prima di andare nelle case raccogliamo sempre dati su Facebook o Instagram. Ci affidiamo anche ai database che abbiamo per capire tutto di chi è morto».

 

Come avete strutturato la gestione del lutto per migliorare l' empatia con le famiglie?

«Prima andavamo avanti come se nulla fosse accaduto, per scacciare il dolore. Ora curiamo ogni dettaglio, dall' addestramento dei centralinisti alla consegna degli oggetti in condizioni rispettose: ripuliti e in una scatola, non dentro un sacco dell' immondizia o sporchi di sangue».

 

Qual è l' identikit di un operatore che annuncia il dolore più grande?

IL PULLMAN DI STUDENTI UNGHERESI

«Serve una persona empatica: molti parenti non vogliono essere toccati e abbracciati, altri vogliono spiegazioni dettagliate per dare sfogo alla parte logica e razionale, altri ancora scappano via. Bisogna capire cosa desidera quella persona. Dobbiamo diventare interpreti dei sentimenti degli altri in un attimo».

 

Si crea sempre un rapporto interpersonale?

«Un padre che in un incidente d' auto ha perso la figlia, mentre la gemella è rimasta incolume, è diventato un mio grande amico. È un testimonial sulla sicurezza stradale e condividiamo tante passioni. Molte persone spariscono: rivederci le riporta a quel dolore».

 

È stato difficile accettare l' aiuto degli psicologi per la polizia?

«Sì, è stato abbattuto un tabù.

L' idea comune è 'il poliziotto non può avere debolezze psicologiche', ma se l' anima si incrina va curata subito. Queste esperienze ci cambiano».

 

Lei come è cambiato?

«Tre anni fa a Natale è morta una 18enne e la notizia mi è arrivata mentre facevo l' albero con la famiglia. Sono andato sui social per capire chi era quella ragazza e mi sono immedesimato coi suoi genitori, mi sono sentito in colpa perché io ero felice. Non esiste una parola per descrivere un genitore che ha perso suo figlio perché abbiamo così tanta paura di affrontare quel dolore che non riusciamo a dargli un nome. Ora quello è il mio incubo, prima era che la Juve perdesse».

LACQUANITI

 

Quali sono i suoi ricordi più dolorosi?

«Il primo riguarda il tassista di Piacenza, ammazzato da un balordo per 200mila lire nel 2001. Lì ci siamo accorti di quanto tutti eravamo impreparati a gestire il lutto.

Io, 30enne, stavo interrogando l' assassino, l' avevamo preso quasi subito. All' improvviso arriva l' ispettore e mi dice: c' è la famiglia del tassista fuori. Io, che stavo per risolvere un omicidio importante, gli rispondo: e nessuno li avvisa?

 

Sono stato vile. Poi ho interrotto le domande, esco e li affronto totalmente impreparato. Il papà anziché piegarsi in avanti, come è fisiologico, si piega in modo innaturale all' indietro. Il fratello schiuma di rabbia e urla: dobbiamo trovare quel bastardo. La moglie prende una sigaretta, l' accende e dice: 'avevo smesso tre mesi fa per lui, però mi aveva detto che sarebbe tornato'. E lo ripete tre o quattro volte. Poi il pullman di studenti ungheresi».

 

C' è un protocollo per una comunicazione più efficace?

«Chiamiamo sempre la vittima col suo nome, senza usare termini come 'defunto', 'deceduto' che creano barriere. Spieghiamo solo verità dimostrabili, mai ipotesi o pietose bugie. Dobbiamo avere più informazioni possibili a disposizione: nulla dà più fastidio della risposta 'non so'. Dopo il primo, ci sono quasi sempre un secondo e terzo incontro coi parenti. La partecipazione al funerale è possibile, se i congiunti sentono questo bisogno noi andiamo».

IL PULLMAN DI STUDENTI UNGHERESI

 

Come si mantiene la giusta vicinanza?

«Bisogna essere molto concentrati, non cercare vie di fuga. Non fuggo lo sguardo, non fuggo le domande e non fuggo fisicamente».

 

In caso di orfani cosa succede?

«Noi non interveniamo, si parla con l' adulto di riferimento. Con bimbi e ragazzini entra in gioco uno psicologo esperto che concorda il percorso post trauma».

 

Lei in un attimo cambia le vite delle persone. Come ci convive?

«Mi alleno molto perché sono il messaggero di notizie funeste. Il momento più devastante è riconoscersi in una situazione a te vicina, con persone simili».

 

C' è un gesto da parte di parenti che più di tutti l' ha segnata?

«All' inaugurazione del memoriale per i ragazzi ungheresi del pullman schiantato a Verona, c' era il prof eroe che aveva salvato tra l' inferno di lamiere diversi studenti ma non i suoi figli. Ecco, l' abbraccio interminabile che mi ha dato, anche se non è una targa ricordo, è il riconoscimento più emblematico mai ricevuto».

IL PULLMAN DI STUDENTI UNGHERESI

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...