LAURA CASAGRANDE HA PAURA DI QUALCUNO? – L’EX COMPAGNA DELLA SCUOLA DI MUSICA DI EMANUELA ORLANDI HA PRONUNCIATO DICIANNOVE “NON RICORDO” DURANTE LA DEPOSIZIONE DI DUE ORE DAVANTI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE INDAGA SULLA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA NEL 1983 - LA 57ENNE, ORA INDAGATA PER FALSE INFORMAZIONI AI PUBBLICI MINISTERI, NON RICORDAVA NEMMENO LA LUNGHEZZA DEI CAPELLI DELLA 15ENNE E SE AVESSERO MAI PRESO IL BUS INSIEME: “HO UN VUOTO TOTALE. ERO UNA BAMBINA DI 14 ANNI. DA ALLORA HO IMPARATO A RIMUOVERE TUTTO. LA MIA STORIA NON È FINITA QUEL GIORNO”. EPPURE DELLO STESSO PERIODO HA RICORDI NETTI DELLA TELEFONATA DI UN UOMO CON UN ACCENTO ARABO E...
Estratto dell’articolo di Giulio De Santis per il “Corriere della Sera”
Diciannove «non ricordo» disseminati in due ore di deposizione davanti alla Commissione parlamentare che indaga sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Così Laura Casagrande, 57 anni, compagna della scuola di musica di Emanuela, ha iniziato a diventare una delle protagoniste del giallo della sparizione della cittadina vaticana.
Lei è una delle ultime persone ad aver visto la ragazza il pomeriggio del 22 giugno del 1983. Cammina sullo stesso marciapiede di corso Rinascimento prima di salire sull’autobus. Eppure — come ammette Casagrande nel corso dell’audizione — «non ho memoria alcuna, non ricordo nulla». D’altronde ha dimenticato persino la lunghezza dei capelli di Emanuela: «Non ricordo bene», risponde quando le viene chiesto dalla Commissione.
Ora la 57enne è indagata con l’accusa di false informazioni all’autorità giudiziaria. […]
Perché tutti questi vuoti? Ha paura di qualcosa? Nel corso dell’audizione ha detto: «Sì, ebbi paura. Andai per due mesi in un luogo segreto in Umbria». E allora il sospetto: di paura ne ha ancora oggi? In ogni modo le sue parole non hanno convinto gli inquirenti. Che ora l’hanno messa al centro dell’indagine. Perché Casagrande potrebbe essere uno dei crocevia di questo doloroso mistero.[…]
i dubbi della Procura sono gli stessi che nel giugno del 2024 subito hanno sollevato senatori e deputati in Commissione. Tanto che quando il presidente Andrea De Priamo (FdI) la congeda, l’ammonisce dicendole: «Davanti al suo vuoto totale potremmo doverla sentire con formule più rigide (...).
Sarebbe buono se, facendo mente locale sugli ultimi momenti in cui è stata vista la Orlandi, lei potesse tornare su quanto le è purtroppo rimasto completamente oscuro».
IDENTIKIT DELL UOMO CHE FU VISTO PARLARE CON EMANUELA LA SERA DEL SUO RAPIMENTO
Cos’ha detto nel corso dell’audizione? Innanzitutto quando le viene chiesto di descrivere Emanuela dice: «Era una ragazza normale. Di lei mi è rimasta impressa la sua voce molto calda, molto dolce, una voce quasi soffiata, tipo francese. Questo sì, me lo ricordo». Sulla telefonata ricevuta l’8 luglio dall’«Americano» (che una perizia fonica ha stabilito che sia Marco Accetti, un fotografo romano), Casagrande è ricca di dettagli: «Ho capito subito che non era uno scherzo (...). La voce aveva un timbro tra l’arabo, l’orientale e il mediorientale».
Mostra di avere le idee chiare anche su cosa sarebbe successo quel giorno: «È stata adescata. Quello che mi sono sempre chiesta è come abbia fatto a fidarsi e ad andare con qualcuno. Era una ragazza semplice. Poteva capitare anche a me». Su questi momenti cruciali, in cui camminano per corso Rinascimento, cala la nebbia nella memoria di Casagrande.
«Di un’immagine di Emanuela che cammina sul marciapiede non ho ricordi». All’epoca si era detto che una ragazza dai capelli ricci avesse avvicinato Emanuela prima di salire sull’autobus: «Ho fatto la permanente dopo questi fatti, l’anno successivo», ha precisato l’ex compagna di musica della giovane.
A un certo punto il presidente della Commissione osserva: «Dimenticare di averla vista il giorno in cui è scomparsa? Difficile digerire una risposta del genere». Considerazione cui Casagrande replica: «Ho un vuoto totale».
Le viene domandato se, uscite dalla scuola di musica, abbiano mai fatto la strada verso casa insieme: «Non ricordo di aver mai preso l’autobus insieme». Salta fuori che qualcuno le ha presentate, e Casagrande risponde: «Non ricordo, sono basita». Un’altra domanda che le viene posta, riguarda suor Dolores, che era alla scuola di musica e che nei giorni successivi alla scomparsa l’avrebbe convocata per farle vedere delle foto: «Non ricordo», dice la 57enne.
C’è un’ultima risposta con cui Casagrande ha provato a uscire dall’angolo, per spiegare il vuoto di quei momenti: «Ero una bambina di quattordici anni. Da allora ho imparato a rimuovere tutto. La mia storia non è finita quel giorno».
emanuela orlandi vatican girl
presunto rendiconto vaticano su emanuela orlandi




