alphago 3

MAN AGAINST MACHINE - IL COREANO LEE SEDOL RIESCE A BATTERE IL ROBOT “ALPHAGO” NEL PIU’ COMPLICATO GIOCO DI STRATEGIA AL MONDO - MA C’E’ POCO DA ESULTARE: CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE L’UOMO DOVRA’ DIVENTARE ALTRO: UN “OLTREUOMO” SEMIBIONICO

Maurizio Ricci per “la Repubblica

 

LEE SEDOLLEE SEDOL

Almeno per una volta, Lee Sedol, il coreano con la faccia da ragazzino, è riuscito a mandare in tilt AlphaGo, il robot con cui era impegnato nel più complicato gioco di strategia al mondo. E siamo stati in tanti a pensare: “Abbiamo vinto”. Niente di più sbagliato. Primo: Lee Sedol è una sorta di supermaestro del gioco (Go).

 

Magari ne verranno di un po’ più bravi, ma, insomma, siamo lì. AlphaGo, invece, può solo migliorare. E migliorerà certamente: i suoi creatori avevano già il dubbio di averlo fatto scendere in gara troppo presto. Secondo: Lee Sedol, in questa sfida, è tutti noi. Ma tutti noi non siamo Lee Sedol. Ce n’è uno solo.

 

LEE SEDOL 2LEE SEDOL 2

Mentre di AlphaGo ce ne possono essere milioni, ad ogni angolo di strada, a sfidarci a Go, scacchi e rubamazzo. È solo questione di soldi e di economie di scala. In altre parole, non c’è match.

 

Motivo per cui, chi da anni si occupa della cosa — come Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee (gli autori di Race against the Machine, la corsa contro la macchina) — suggerisce di evitare di ragionare in termini di competizione e di puntare, invece, sulla collaborazione.

 

ERIK BRYNJOLFSSON E ANDREW MCAFEEERIK BRYNJOLFSSON E ANDREW MCAFEE

Mica facile. Sui robot oscilliamo sempre fra eterna minaccia e eterna promessa. Dal Golem giù giù fino al perfido Hal di Odissea nello spazio, all’ecatombe di Terminator e al nostalgico mondo post-Terminator degli Anni senza fine di Clifford D. Simak, con i discendenti dei cani che favoleggiano, accanto al fuoco, dell’antica leggenda chiamata umanità.

 

Nell’immaginario collettivo, questa eterna minaccia si confronta però con il neurochirurgo- robot capace di muovere il bisturi nel cervello nell’ordine dei micron, il robot che va a fermare la fuga radioattiva di Fukushima, quello che sbriga in silenzio le faccende di casa. Il problema dell’eterna minaccia e dell’eterna promessa è, però, che declinano la questione al futuro.

 

ALPHAGOALPHAGO

Ragionare in termini di “arrivano i robot” non ha senso. Se smettiamo di pensare a loro come se fossero i colleghi di C3PO, l’automa-maggiordomo di Star Wars, con tanto di braccia e gambe e li vediamo come software, ci accorgiamo che sono già qui. E da tempo. Una volta, fare la fila al supermercato significava aspettare di arrivare davanti a una cassiera scortese che, però, a volte, regalava un sorriso e una battuta.

ALPHAGO GOOGLEALPHAGO GOOGLE

 

Oggi, la fila la si fa davanti a un lettore ottico che decifra il codice a barre del formaggio. Cassiere, operai, commessi, contabili, centralinisti, fino a bancari e agenti di borsa. Sono milioni i posti di lavoro già inglobati dai software. E più lo saranno nei prossimi anni. Negli Usa calcolano che il 45-50 per cento dei lavori attuali sia destinato a sparire. Idem in Europa.

 

Gli esperti si sforzano di capire quali posti di lavoro siano al riparo dall’inevitabile automazione. Nessuno o quasi. Il successo di AlphaGo in un gioco di strategia mostra che anche i supermanager hanno da guardarsi le spalle.

 

ALPHAGO BIGALPHAGO BIG

Dicono che il trucco sia individuare lavori creativi, anche apparentemente umili, in cui si deve reagire a situazioni mutevoli, non programmabili, parametrate sulle persone: il personal trainer o l’insegnante di tango o il prete o il designer.

 

Ma quando il software è in grado di valutare Big Data in nanosecondi la creatività è un concetto relativo. Nei mesi scorsi, personaggi come Elon Musk (quello di Tesla), Bill Gates e Stephen Hawking hanno lanciato l’allarme: l’intelligenza artificiale sta avanzando troppo in fretta, dobbiamo mettere dei paletti.

ROBOTROBOT

 

Se AlphaGo fa lo stratega, i suoi colleghi nei laboratori imparano a riconoscere le parole, a classificare le immagini, a riconoscere gli oggetti e le loro diverse funzioni. Per cui, c’è già chi guarda avanti. Il problema non è se comandiamo noi o loro, ma cosa mangiamo noi se lavorano loro.

 

the robot building bangkok  2the robot building bangkok 2

Il dibattito è aperto, ma, per una volta, è difficile dire chi è ottimista e chi pessimista. Brynjolfsson e McAfee invitano a non spaventarsi per l’invasione di AlphaGo e dei suoi simili. L’esperienza di ogni giorno mostra già che niente funziona meglio del lavoro di squadra: uomo e software, insieme, danno il massimo.

 

Basta guardarsi intorno: un geometra può affidare a un lettore ottico il compito di prendere le misure di una casa, mentre lui pensa alle riparazioni da fare. C’è, insomma, posto per tutti: saranno pochi i lavori spazzati via, dice una ricerca McKinsey. Tutti, invece, avranno una componente computerizzata più o meno ampia.

 

Ma questo consentirà all’agente umano di concentrarsi sulla parte più difficile da navigare, a partire dalle relazioni con clienti e consumatori. C’è, invece, chi salta il fosso, come Martin Ford, l’autore di Rise of the Robots.

 

MANO ROBOTICA CON PELLE ARTIFICIALEMANO ROBOTICA CON PELLE ARTIFICIALE

Visto che lavorano loro, bisogna dare agli uomini quanto occorre per comprare quei prodotti. Quindi distribuire un reddito minimo universale garantito. È una strada su cui stanno ragionando economisti come Krugman e Stiglitz.

 

Ma non finisce qui. Le guerre, spesso, anticipano i tempi, e, al Pentagono, quando si ipotizza una guerra del futuro si insiste sulla sinergia uomo-robot. Ma quale uomo? L’uomo normale, negli scenari di cui si discute al Pentagono, ha un ruolo non molto più incisivo delle crocerossine nella prima guerra mondiale.

ROBOT PELLE ARTIFICIALEROBOT PELLE ARTIFICIALE

 

Per collaborare con i robot, bisogna essere alla loro altezza. Ed ecco apparire, accanto ai discendenti di AlphaGo, un superuomo semibionico: super udito, vista telescopica, infrarossi, esoscheletro per moltiplicare le capacità fisiche e, soprattutto, un cervello che funziona alla velocità di un computer. Magari, collegato direttamente con un computer. AlphaGo e Jeeg Robot: forse non è un fumetto.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)