umberto rapetto leonardo

COME PUÒ LEONARDO DIFENDERE IL PAESE SE NON RIESCE A DIFENDERSI DAGLI HACKER? – RAPETTO E L’ATTACCO HACKER ALL’EX FINMECCANICA:  “CHE ARIA TIRA NEGLI AUSTERI PALAZZI DEGLI STATI MAGGIORI? AL DIS POSSONO DARCI DELUCIDAZIONI E RASSICURARCI? QUALCUNO STRILLERÀ CHE SE CI FOSSE STATO L’ISTITUTO NAZIONALE DI CYBERSICUREZZA TUTTO QUESTO NON SI SAREBBE CERTO VERIFICATO. MA LA FACCENDA È SERIA, TROPPO SERIA PER POTERCI SCHERZARE…”

 

 

UMBERTO RAPETTO 1

Umberto Rapetto per www.infosec.news

 

La cronaca è impietosa, ma rischia di non sorprendere più nessuno. Chi continua (inutilmente) a predicare la necessità di occuparsi della sicurezza cibernetica rimane comunque impietrito dinanzi alla notizia secondo la quale per due anni un dipendente di Leonardo ha tranquillamente rubato segreti militari.

 

LEONARDO POMIGLIANO

94 postazioni di lavoro sono state addentate da una sorta di vampiro che per mesi e mesi ne ha risucchiato il contenuto, portando via indisturbato dati di carattere gestionale e ingegneristico.

 

Si parla di 100mila file per un volume complessivo di 10 gigabyte, un bottino impressionante soprattutto se si considera la criticità delle informazioni che sono state sottratte e che chissà in quali mani sono andate a finire.

 

giuseppe conte gennaro vecchione 1

Se è vero che in quella montagna di materiale informatico ci sono elementi di progettazione di componenti aeromobili civili e velivoli militari destinati al mercato italiano e internazionale, a voler essere generosi si può parlare di una sorta di Vajont di carattere cibernetico che mette a repentaglio la sicurezza nazionale ed espone a rischi impressionanti anche la clientela governativa straniera destinataria di forniture per le proprie Forze Armate e di Polizia.

 

La ciclopica organizzazione – che rappresenta il fiore all’occhiello della tecnologia Made in Italy e che ha sempre vantato di essere la realtà trainante della cybersecurity nazionale – dovrà chiarire cosa è successo non soltanto ai magistrati che si stanno occupando della inquietante vicenda giudiziaria, ma ad un mucchio di altri interlocutori affamati di dettagli.

UMBERTO RAPETTO

 

Mettiamo in chiaro che non c’è niente di strano se una primaria industria finisce nel mirino dei pirati informatici ed è questo il motivo di tanta preoccupazione a proposito di vulnerabilità dei sistemi informatici e delle reti telematiche.

 

Aggiungiamo che la platea dei potenziali interessati “a far danno” è praticamente in “overbooking”. Sugli spalti ci sono gli immancabili “Paesi canaglia”, le organizzazioni terroristiche, il crimine organizzato, banditelli a caccia di qualcosa da rivendere al ricettatore di turno, le grandi “corporation” che aspirano a conoscere i segreti della concorrenza per batterla sul tempo o sul prezzo, i boicottatori e i pacifisti non pacifici, i dipendenti desiderosi di vendicarsi per una mancata promozione, per un non avvenuto aumento di stipendio o per chissà quale – presunta o reale – ingiustizia subita.

GIUSEPPE CONTE ALLO STABILIMENTO LEONARDO DI POMIGLIANO

 

Nonostante il divieto di assembramento, è il caso di dire che qui l’affollamento non manca. Proprio per questa ragione il management di qualunque azienda in cui regni il buon senso si impegna per adottare ogni possibile precauzione per evitare saccheggi e sabotaggi del proprio patrimonio informativo.

 

E allora ci si chiede – ritengo legittimamente – come un colosso dell’hi-tech possa accorgersi solo dopo due anni (due giorni sarebbero stati comunque devastanti ma “comprensibili”…) di un simile salasso. Ci si domanda come possa capitare alla stessa holding in cui più o meno due anni fa era stato rimosso ex abrupto il potentissimo direttore della Divisione Cybersecurity e il sempre ben informato Start Magazine aveva parlato in quell’occasione di “opacità nei rapporti con i fornitori e altre operazioni”.

LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE

 

Guai a liberare dal guinzaglio i quesiti che attanagliano i più curiosi. In questa occasione dove erano e cosa facevano i mastini dell’audit aziendale che non si erano messi paura di detronizzare il figlio dell’Ammiraglio?

 

Cosa dicono i politici, e tra questi i responsabili della Difesa, in merito alla possibile fuoriuscita di informazioni riservate la cui indebita diffusione può rivelarsi fatale? E negli austeri palazzi degli Stati Maggiori che aria tira?

 

angelo tofalo con mitra e mimetica 1

Cosa ribatterà il Ministro Guerini, che lo ricordiamo osannare le commesse di Leonardo come “un importante risultato che conferma il ruolo da protagonista dell’industria nazionale”, se gli americani – venuti a conoscenza di questo episodio – riterranno prudente annullare l’ordine di 130 elicotteri TH-73 per il timore che un hacker o un avversario possano interferire nel loro regolare funzionamento?

 

Che dirà il sottosegretario Tofalo ai partner del programma Eurofighter dopo aver vantato un mesetto fa il “forte coinvolgimento dell’industria nazionale italiana della Difesa, prima tra tutte Leonardo che riveste un ruolo importante nello sviluppo del progetto”?

 

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

Al DIS, dove batte il cuore della tutela del perimetro cibernetico nazionale, possono darci delucidazioni e magari rassicurarci sia sulle perfette condizioni del sistema di protezione del Paese e dell’ininfluenza sell’accaduto sul nostro futuro?

 

E il Garante della Privacy è sicuro che nei database depredati non ci fossero anche dati personali di dipendenti in possesso di significativo know-how o custodi di importanti segreti, la cui indebita identificazione potrebbe innescare un nuovo caso “Davide Cervia”?

giuseppe conte gennaro vecchione

 

Risposte non ne arriveranno, ne possiamo star certi.

 

Magari qualcuno strillerà che se ci fosse stato l’Istituto Nazionale di Cybersicurezza tutto questo non si sarebbe certo verificato. Ma la faccenda è seria, troppo seria per poterci scherzare.

Ultimi Dagoreport

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)