
LIBERTÀ DALLA STAMPA! - OLTRE ALLA BOMBA PIAZZATA DAVANTI CASA DI SIGFRIDO RANUCCI, C'E' UNA LUNGA SERIE DI MINACCE NEI CONFRONTI DEI GIORNALISTI: DAL 2006 AL 2024 SONO STATI PIÙ DI 7MILA I CRONISTI INTIMORITI - IL 69% DELLE VOLTE GLI AUTORI NON SONO MEMBRI DI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI, MA DA POLITICI E PERSONE POTENTI CHE NON VOGLIONO ROTTURE DI COJONI - QUANDO NON VENGONO MINACCIATI DIRETTAMENTE, AI GIORNALISTI ITALIANI VIENE FATTO CAPIRE CHE STANNO DIVENTANDO "SCOMODI", COME ACCADUTO AI 10 GIORNALISTI (COMPRESO ROBERTO D'AGOSTINO) IL CUI TELEFONO E' STATO "INFETTATO" CON UNO SPYWARE IN USO AI SERVIZI SEGRETI...
Riccardo Saporiti per www.wired.it
L'attentato contro il conduttore di Report Sigfrido Ranucci è l'ultimo e più eclatante episodio contro la libertà di stampa in Italia. Un ordigno esplosivo ha distrutto le auto del giornalista e della figlia. Solo poche settimane fa la giornalista di Fanpage Giorgia Venturini ha trovato la testa mozzata di un capretto di fronte a casa. E il direttore della stessa testata Francesco Cancellato, così come il caporedattore Ciro Pellegrino e il direttore di Dagospia Roberto D'Agostino sono stati spiati sui loro smartphone con il software Paragon.
Tutti eventi che sono giustamente finiti sulle prime pagine dei giornali, ma che rappresentano solo la punta dell'iceberg delle minacce subite dai giornalisti. Secondo l'osservatorio Ossigeno per l'informazione, associazione che si occupa di censire questi episodi, dal 2006 al 2024 sono stati più di 7mila i cronisti minacciati. Wired ha elaborato questi dati dell'osservatorio per provare a raccontare la situazione.
Come si evince dal grafico, si tratta di un fenomeno in crescita negli ultimi vent'anni. L'annata peggiore è il 2018, con 959 giornalisti minacciati e 482 episodi di minacce. Situazioni che quando riguardano giornalisti di testate locali, come è stato il caso del direttore di Tp24 Giacomo Di Girolamo, faticano ad ottenere l'attenzione dell'opinione pubblica. È inoltre sbagliato pensare che la maggior parte di queste minacce arrivino da organizzazioni criminali. Secondo Ossigeno, lo scorso anno la parte del cattivo l'hanno fatta soggetti che siedono all'interno delle istituzioni. E che dovrebbero proteggere il giornalismo, non minacciarlo.
Il 35% delle intimidazioni rivolte nel 2024 ai cronisti arrivano appunto da membri delle istituzioni. Un altro 34%, indicato nel grafico come sociale, riguardano invece privati cittadini, evidentemente infastiditi dal lavoro dei giornalisti al punto da arrivare a passare alle vie di fatto. Ma come si manifestano queste minacce?
Per la maggior parte si tratta di avvertimenti, minacce verbali. Solo il 14% diventano vere e proprie aggressioni, il 4% danneggiamenti. Una delle formule più ostili riguarda però le Slapp, acronimo che sta per Strategic lawsuits against public participation. Si tratta di cause intentate contro i giornalisti, ma anche contro i whistleblower, in maniera pretenziosa e con richieste di risarcimento esagerato al solo scopo di bloccarne l'attività di inchiesta. Il Parlamento europeo ha approvato una normativa che limita il ricorso a questo tipo di cause, ma quello italiano ancora non l'ha recepita nel nostro ordinamento.
E questa è una delle ragioni, insieme alle minacce subite dai giornalisti, per cui Reporters sans frontières posiziona l'Italia al 49esimo posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, subito sotto stati come i Caraibi orientali e appena sopra la Mauritania.