
LIBERTE', EGALITE', FRATERNITE': RICCHI, DOVE PAGARE LE TASSÈ! - SETTE PREMI NOBEL PER L’ECONOMIA, TRA CUI PAUL KRUGMAN E JOSEPH STIGLITZ, SCRIVONO A "LE MONDE" PER CHIEDERE AL GOVERNO FRANCESE DI TASSARE GLI ULTRA-RICCHI - I PAPERONI DI TUTTO IL MONDO RIESCONO A LIMITARE IL LORO CONTRIBUTO ALLE CASSE DEGLI STATI GRAZIE A COMPLICATI SCHEMI FINANZIARI, CHE PERMETTONO LORO DI PAGARE UNA PERCENTUALE DI TASSE INFERIORE RISPETTO A UN SEMPLICE IMPIEGATO - LA PROPOSTA DI UNA TASSA DEL 2% PER I REDDITI SOPRA I 100 MILIONI
Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it
Forse perché la parola «égalité» fa parte del motto e dell’identità nazionale, in Francia il dibattito sulle crescenti diseguaglianze è più acceso cha altrove. Il divario tra ricchi e poveri continua ad approfondirsi, e non tutti accolgono questa circostanza come un inevitabile sottoprodotto del capitalismo, da accettare se non ci si vuole trasformare nell’Urss o nel Venezuela.
Gli ultimi a proporre un correttivo sono sette premi Nobel per l’economia, che ieri hanno scritto su «Le Monde» un intervento capace di toccare sin dal titolo un altro punto debole dell’animo francese, ovvero l’ambizione all’universalità: «Con l’imposta sugli ultraricchi, la Francia può mostrare la strada al resto del mondo».
RICCHI E POVERI - DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Daron Acemoglu, George Akerlof, Abhijit Banerjee, Esther Duflo, Simon Johnson, Paul Krugman e Joseph Stiglitz scrivono che «nel momento dell’esplosione della ricchezza estrema, un’imposta minima sui patrimoni dei miliardari dovrebbe essere una priorità». I sette premi Nobel ricordano una semplice verità: grazie a holding varie, i miliardari pagano in proporzione meno tasse dell’impiegato, l’insegnante, il panettiere, insomma il contribuente medio.
La proposta è un’imposta minima pari al 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. Per scoraggiare fughe all’estero, l’imposta verrebbe applicata fino a 5-10 anni dopo l’eventuale partenza. [...]