luciano pavarotti e il cibo

APPETITO DI UN CERTO TENORE – LUCIANO PAVAROTTI ERA UN FENOMENO A TAVOLA E DIETRO I FORNELLI - I FRIGOBAR DELLE SUITE DOVE ALLOGGIAVA DOVEVANO CONTENERE ALIMENTI ITALIANI (MA ANCHE I CAMERINI NON ERANO DA MENO) E SI PORTAVA DIETRO UNA TRENTINA DI VALIGIE CON CIBO E ATTREZZATURE – IL SUO PIATTO FORTE? LE PENNETTE CON MELONE E MENTA - IL FOULARD GLI SERVIVA ANCHE PER NASCONDERE DI MANGIARE PEZZETTI DI MELA - QUELLA VOLTA CHE INSEGNÒ A LOU REED COME FARE IL CAFFÈ...

luciano pavarotti e il cibo 1

Giancarlo Saran per “la Verità”

 

Che fosse il re del bel canto è cosa risaputa, ma forse non tutti conoscono il dietro le quinte del tenore modenese, laddove i peccati di gola, se intuitivi basandosi sui normali riferimenti antropometrici, avevano basi solide di una passione per la cucina applicata sul campo, anzi, direttamente ai fornelli. Era scritto tutto nel Dna. Papà Fernando, di professione fornaio, amava il bel canto e si portava il piccolo Luciano nelle tournée della sua compagnia di lirici per diletto. Imprinting che ha lasciato il segno.

 

 Un tenore che ha lasciato memoria indelebile nei teatri di tutto il mondo, con l'hobby della cucina come passione di vita. Una sintesi ben tratteggiata da Franco Zeffirelli: «Se Dio non ce lo avesse regalato avremmo dovuto crearcelo da soli». Cucinare lo rilassava, tra un concerto e l'altro, tanto da estraniarlo al punto che, un giorno, mentre si preparava la colazione non si accorse che la sua vestaglia stava andando a fuoco. 

 

luciano pavarotti e il cibo 2

Fu prontamente riportato alla realtà da Edwin Tinoco, per tutti Ciccio, il suo assistente personale per anni. Pavarotti non amava solo cucinare nelle sue case, Modena, Pesaro, la residenza delle vacanze, assistito dalla signora Anna o New York. Ma, quando partiva per le tournée in giro per il mondo, gli veniva allestita una cucina su misura nelle suites riservate degli alberghi, a partire dal frigobar, che doveva essere di stazza extralarge per contenere tutto il bendidio che si portava dall'Italia: parmigiano reggiano, salumi, pasta di vari formati, aceto balsamico rigorosamente di Modena. 

 

luciano pavarotti e il cibo 4

Anche i camerini dei teatri non erano da meno, un arredo che comprendeva, oltre agli abiti di scena, cesti di frutta, caramelle al limone e miele, un consommé di pollo bollente oltre a svariati pezzetti di mela rossa, che entravano poi in scena con lui, avvolti nell'immancabile foulard che faceva parte della sua mise teatrale . Nei video dei vari spettacoli appare spesso come Pavarotti usasse i foulard per asciugare il sudore del volto in realtà c'era il trucco. 

 

Il foulard gli serviva anche per nascondere di mangiare pezzetti di mela, stimolazione alla salivazione per ottimizzare il bel canto. Nelle trasferte lungo i cinque continenti Pavarotti non viaggiava mai solo, oltre allo staff naturalmente, ma mediamente erano una trentina le valigie che, oltre all'armadio, servivano a riempire le cucine di destinazione. Innumerevoli gli esempi. Dopo un concerto al Metropolitan di New York lo aspettavano a Tokyo. 

 

luciano pavarotti e il cibo 9

La logica avrebbe previsto uno scalo a Los Angeles e da lì, poi, verso il paese dei Samurai. Ma lui chiese di invertire la rotta. Doveva passare per l'Italia e fare provvista dei suoi amati ingredienti emiliani, non era sicuro di poter preparare le penne all'arrabbiata con quanto offerto nelle bancarelle orientali. Un giorno si trova nella storica trattoria della famiglia Zeffirino, a Genova. Lo attende una serie di spettacoli in Cina. 

 

«Non mi dispiace la cucina cinese, ma in quel Paese devo portare le nostre tradizioni». Detto fatto, in tempo reale gli Zeffirino, con due di loro ingaggiati al volo per cucinare a fianco del maestro tra uno spettacolo e l'altro, provvedono alla bisogna. Non solo provviste edibili, ma pure attrezzature varie, tanto le suite sarebbero state extralarge, come il loro ospite: pentole e stoviglie, fornello da campeggio, forno mobile, frigorifero. 

 

luciano pavarotti e il cibo 15

Al momento di staccarsi da terra, Pavarotti ricordò anni dopo questo episodio: «Non so ancora come fece quell'aereo a decollare, guardavamo fuori dai finestrini pensando: non ci staccheremo mai da terra. Invece ci riuscimmo, ma sfruttando, credo, fino all'ultimo centimetro della pista genovese». A New York la sua generosa esuberanza in cucina era proverbiale. «Faceva tali incette di provviste che spesso gli invitati, dopo la sua lauta cena, se ne andavano con borse di cibo sufficienti per una settimana». 

 

luciano pavarotti e il cibo 13

Poteva capitare che, uscendo dagli applausi dopo uno spettacolo al Metropolitan, sulla strada di casa facesse tappa al San Domenico dell'amico Tony May. Spesso si presentava con ancora i costumi di scena addosso «in quanto aveva bisogno di un po' di tempo per tornare sé stesso dal personaggio che era stato». Immancabile un secondo scroscio di applausi da parte di avventori lasciati a bocca aperta per l'apparizione.

 

 Qui presenza fissa nel menù di piatti conseguenti. Gli spaghetti alla Pavarotti, ovvero classici al pomodoro, ma personalizzati con sale all'aglio, peperoncino e un pizzico di zucchero, come pure l'omonima torta, una mille foglie alla crema inventata dal Maestro. Nel bel libro Alla Luciano, curato dalla Fondazione Pavarotti, appaiono molte altre elaborazioni frutto dell'estro del tenore culinario. Su tutti delle originali pennette con melone e menta, un grande classico estivo offerto agli ospiti nella sua residenza di Pesaro. 

 

luciano pavarotti e il cibo 8

«Un piatto semplice e veloce» come ricorda Luca Marchini, talentuoso chef che ha curato la revisione critica di molte delle ricette del Maestro «dove l'abbinamento, apparentemente ardito, è stato curato con fantasia audace, ma molto meditata» comprese le listarelle di prosciutto spadellato a lamelle che si uniscono agli altri due ingredienti su di una pasta servita fredda. Altro piatto del buon ricordo della cucina tenorile la piccatina balsamica alla Pavarotti, un classico milanese rivisitato. Noce di vitello spadellata con leggera infarinatura e personalizzato alla modenese con listarelle di prosciutto crudo e un cucchiaio di aceto balsamico.

 

Nella versione meneghina un piatto semplice e veloce, dalla preparazione di circa mezz' ora, ma a cui il Maestro dedicava anche un'ora «il tempo civile per distaccarmi mentalmente dalle sinfonie del melodramma e dedicarmi fattivamente alle altre, pur gratificanti, della cucina». E che dire del friggione, un soffritto cotto molto lentamente di cipolle, con un cucchiaio di zucchero e strutto, cui veniva poi aggiunto del pomodoro. Ideale spalmato sul pane come rustico antipasto, il suo trionfo con il gran bollito, posto il fatto che «al frizon le bòn con tot», cioè mai mettere limiti alla provvidenza della dispensa. 

 

luciano pavarotti e il cibo 11

Gli episodi a sfondo culinario che vedono coinvolto Pavarotti con il gotha del mondo sono innumerevoli. Quando invitò Lou Reed nella sua casa di New York e gli insegnò i riti legati al vero caffè all'italiana, quest' ultimo si portò via, alla fine, la moka giusto per non dimenticarsi nulla. A Pesaro arriva Peter Ustinov, due premi Oscar, che messo alla prova con il sugo di pomodoro «personalizzato» con dosi palestrate di aglio, dopo averlo deglutito più per cortesia che per voracità soffiò nell'aria più volte, tanto da esclamare, davanti ad un interrogativo Pavarotti «credo di aver ucciso qualche insetto con il mio alito». 

 

Una volta a cena fece da cavaliere a Lady D. Ordinarono due piatti diversi. Il Maestro guardò con curiosità golosa la pasta ai gamberetti di una compita Diana. «Com' è il piatto?» «Buono». In men che non si dica affondò la forchetta nel piatto per verificarne il giudizio. A una perplessa gentildonna che lo guardò stupito esclamando «finora non avevo mai condiviso nulla dei miei piatti con altri», rispose sornione: «Principessa, la vita è costellata di meravigliose prime volte». 

 

luciano pavarotti e il cibo 10

Giovanni Rana lo volle come testimonial in uno dei suoi spot. I due si presero le misure a Pesaro. I ravioli del veronese contro le tagliatelle della casa. Girarono poi un video per il mercato spagnolo, entro le volte del Teatro all'Opera di Montecarlo. Nei panni di Otello il Maestro veniva chiamato da Giovanni Rana che sporgeva appena dalle quinte, la pasta era pronta. «Strozzo Desdemona e sono da te», con le doppie zeta rigorosamente all'emiliana. Tale il successo che, anni dopo, Rana così lo commentò «Io, più di tanto, non vendetti in Spagna, ma Pavarotti schizzò ai vertici delle vendite di dischi».

luciano pavarotti e il cibo 3pavarottiluciano pavarotti e il cibo 6pavarotti by ron howardluciano pavarotti ph adolfo franzo'luciano pavarotti lou reed luciano pavarotti e il cibo 5luciano pavarotti e il cibo 14luciano pavarotti e il cibo 7

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)