alessandro boris giuliano

LA GIUSTIZIA È QUESTIONE DI FAMIGLIA – AD ARRESTARE FRANCESCO RAPPA, IL BOSS 81ENNE PALERMITANO CHE AVEVA COLLEGAMENTI CON I CLAN NEWYORKESI, È STATO ALESSANDRO GIULIANO, FIGLIO DI BORIS, IL POLIZIOTTO UCCISO DA COSA NOSTRA NEL ’79 – UNA STORIA DI INTRECCI FAMILIARI E CRIMINALI VISTO CHE GIÀ ALLORA BORIS AVEVA INDAGATO PROPRIO SU RAPPA – ORA IL, MAXI BLTZ TRA PALERMO E NEW YORK CHE HA PORTATO IN CARCERE 17 PERSONE…

1. IL FIGLIO DI BORIS GIULIANO RIPORTA IN CELLA IL PADRINO CHE IL PADRE INSEGUÌ TRA PALERMO E NEW YORK

Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per “la Repubblica”

 

alessandro giuliano 5

[…] dalle viscere della provincia di Palermo era riemersa la voce di un vecchio padrino, Francesco Rappa, nato a Borgetto il 2 settembre 1942.

[…] Il nome di Francesco Rappa è in uno di quei rapporti giudiziari firmati da Boris Giuliano. Il 7 maggio 1979, l’investigatore delineava una mappa dei rapporti fra la mafia siciliana e quella americana, sottolineando che Rappa era stato arrestato a New York mentre prendeva in consegna una Cadillac imbarcata a Genova con 82 chili di eroina.

 

alessandro giuliano 4

Così, le indagini di Boris Giuliano sono tornate di grande attualità. Ed è toccato a suo figlio Alessandro, oggi poliziotto pure lui, capo della direzione centrale anticrimine, coordinare con il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia le indagini del Servizio centrale operativo e della squadra mobile: ieri mattina, è scattato un blitz fra Palermo e New York.

 

In Italia, sono stati fermati Rappa e altri cinque presunti mafiosi, negli Stati Uniti il figlio del vecchio boss — Vito Gabriele — e altre nove persone accusate di far parte del clan Gambino e di avere imposto estorsioni ad alcuni ristoratori italo americani. La storia di un altro padre e di un altro figlio, su un versante del tutto diverso. Mentre passato e presente continuano a intrecciarsi a Palermo […]

 

boris giuliano 2

In una città ormai cambiata, senza più i killer di Totò Riina per le strade, stanno però tornando alcuni vecchi mafiosi dall’esilio americano che i Corleonesi avevano imposto durante la guerra di mafia del 1981. Tornano con i loro capitali mai sequestrati, tornano con la voglia di riprendersi Palermo attraverso nuovi investimenti.

[…]

 

2. LE MANI DELLA MAFIA A NEW YORK: CLAN AMERICANI A «SCUOLA» DI PIZZO

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

 

 

Cinquantatré anni fa, nel 1971, fu arrestato a New York mentre trasportava 81 chili di eroina a bordo della sua auto; e su di lui indagò Boris Giuliano, il capo della Squadra mobile di Palermo che per primo accese la luce su un traffico di droga fra Italia e Stati Uniti, assassinato nel luglio 1979.

falcone borsellino

 

Poi fu indicato come «uomo d’onore» dal pentito Tommaso Buscetta, e si trovò coinvolto nel maxi-processo alla mafia istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nelle stragi del 1992. In totale ha collezionato tre condanne definitive per associazione mafiosa, finite di scontare a novembre 2014. Senza mai smettere di essere un boss, nemmeno dopo la scarcerazione. E così ieri, a ottantuno anni d’età, Francesco Rappa è stato riportato in cella dagli agenti della Mobile e del Servizio centrale operativo della polizia, con l’accusa di essere il capo della famiglia mafiosa di Borgetto, periferia occidentale di Palermo.

 

boris giuliano 1

Una vita intera al servizio di Cosa nostra in Sicilia e in America, ricostruita nel provvedimento con cui la Procura di Palermo ha arrestato sette persone mentre negli Stati Uniti l’Fbi ne prendeva altre dieci fra i quali Vito Rappa, figlio di Francesco, anche lui già incriminato nel 2007 dalla Procura di Brooklyn in una retata contro il clan Gambino.

 

Lo stesso che ritorna nell’operazione congiunta ribattezzata New Tower , con esplicito riferimento alla Iron Tower datata 1988: all’epoca Fbi e Criminalpol avevano svelato l’alleanza tra i clan di Torretta, Borgetto e Partinico nel commercio di stupefacenti; oggi invece dai mafiosi siciliani arrivano a quelli americani istruzioni su come gestire le estorsioni a imprenditori e commercianti secondo modalità poco cruente ma ugualmente efficaci.

 

Cosa nostra non può fare a meno neanche negli Usa, perché è il segno del controllo del territorio, ma si accontenta di poco da parte di tutti [...]

boris giuliano e i figli

 

Gli agenti federali statunitensi hanno trasmesso alcune conversazioni tra Vito Rappa e Francesco «Franky» Vicari (un altro degli arrestati negli Usa), in cui i due discutevano in uno strano slang siculo-inglese proprio delle tangenti da riscuotere: «Non si può cugg ... (prendere in giro, ndr ) … ti sei messo tu... non è che si cugg ... con te Fra!», diceva Rappa, e Franky Vicari replicava: «Lui ha voluta a sicuranza (la protezione, ndr ) e io gli ho dato a sicuranza , e basta!...».

 

polizia e fbi 7

In un altro dialogo intercettato dall’Fbi Vicari spiegava a Rappa — secondo l’interpretazione di investigatori e inquirenti — che per un’altra estorsione era risultato decisivo l’intervento di un intermediario inviato da suo padre Francesco. «Quella cosa di tuo pa’... Lo sai che non si faceva niente...», raccontava Franky, e Vito Rappa confermava: «E non lo so!?... Non ne può vedere paesani soffrire, Fra!». Ancora Franky Vicari: «La parola di tuo padre è stata... è stata giusta, vediamo per darci una mano di aiuto».

 

alessandro giuliano 3

Nella ricostruzione della polizia e dei magistrati il vecchio Rappa s’è continuato a muovere come capomafia soprattutto attraverso un paio di luogotenenti. Uno di questi, il sessantanovenne di Torretta Giovan Battista Badalamenti, risiede abitualmente negli Usa, e in alcune intercettazioni del 2019 commentava con Francesco Puglisi (condannato per estorsioni aggravate dal metodo mafioso) l’omicidio di Frank Calì, chiamato «Franky boy» negli Usa e «’u Franky» in Sicilia, uno degli italo-americani a capo della famiglia Gambino assassinato a Staten Island pochi mesi prima.

 

[…]

alessandro giuliano 2giovanni falcone paolo borsellinogiovanni falcone paolo borsellinoalessandro giuliano 1polizia e fbi 6boris giuliano 3boris giuliano 4

polizia e fbi 1polizia e fbi 2

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…