MANETTE ALL’ANTIMAFIA: RICHIESTA DI ARRESTO DELLA DDA DI NAPOLI PER IL DEPUTATO FORZISTA CARLO SARRO - IN MANETTE TOMMASO BARBATO, L’EX SENATORE CHE SPUTO’ IN FACCIA AL COLLEGA CUSUMANO - SARRO: "NON HO RICEVUTO NESSUNA NOTIFICA DI ARRESTO"

CARLO SARRO CARLO SARRO

Carlo Tarallo per Dagospia

 

Richiesta di arresto per un componente della commissione parlamentare Antimafia. Richiesta firmata… dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Forza Italia è investita da una nuova bufera giudiziaria. Camorra e acqua, appalti e casalesi. Una operazione, denominata “Medea” che ha portato in manette questa mattina 13 persone tra politici e imprenditori campani.

 

La più eclatante delle misure cautelari è quella chiesta per il deputato di Forza Italia Carlo Sarro, componente della Commissione parlamentare Antimafia. La richiesta di arresto è già arrivata a Montecitorio, firmata dai pm Maresca, Giordano e Sirignano dalla Dda di Napoli nell’ambito di una inchiesta che ha portato questa mattina all’emissione di 13 ordinanze di arresto contro componenti e favoreggiatori del gruppo Zagaria del clan dei Casalesi, accusati di associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbata libertà degli incanti e finanziamento illecito ai partiti. In corso anche il sequestro preventivo di conti correnti per 11 milioni di euro.

CARLO SARROCARLO SARRO

 

L'inchiesta della Dda di Napoli riguarda fra l'altro un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici locali. Sarro, coordinatore forzista a Caserta, è anche commissario dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, il consorzio obbligatorio che come soggetto gestore la “Gori” e che comprende 76 Comuni situati nel territorio della Penisola Sorrentina, nell’Isola di Capri, nell'area del Vesuvio (interno e costiero), nell'area dei Monti Lattari e nel bacino idrografico del fiume Sarno.

 

raffaele cantoneraffaele cantone

Carlo Sarro era già stato dichiarato incompatibile dall’Autorità nazionale anticorruzione, quella guidata da Raffaele Cantone, proprio per la doppia carica di commissario straordinario dell’Ente d’ambito sarnese vesuviano e quella di deputato. Tra i volti noti finiti in manette, ci sono anche l'ex sindaco di Caserta, Pio del Gaudio, e due ex consiglieri regionali della Campania: Angelo Polverino e Tommaso Barbato, quest'ultimo candidato alle scorse elezioni regionali in Campania ma non eletto e passato alla storia per aver sputato in faccia al collega senatore Nuccio Cusumano durante quelle convulse giornate del gennaio 2008 che portarono alla caduta del governo guidato da Romano Prodi.

 

TOMMASO BARBATO SPUTA TOMMASO BARBATO SPUTA

Secondo l’accusa, per aggiudicarsi un cospicuo appalto bandito dall'ente che gestisce i servizi idrici nelle province di Napoli e Salerno, l’imprenditore Giuseppe Fontana, ritenuto referente imprenditoriale della fazione Zagaria del clan dei Casalesi, ha tentato di ricattare Carlo Sarro, commissario straordinario dell'ente (Ato3 Sarnese-Vesuviano), minacciando di denunciarlo per avere ricevuto una tangente da 2,5 milioni di euro. Fontana era stato raggiunto da un provvedimento di interdizione antimafia e quindi non poteva più avere contatti con la pubblica amministrazione. Ciononostante mise in piedi una strategia per eludere il divieto.

rissa senato01 tommaso barbato cornarissa senato01 tommaso barbato corna

 

Il tentativo di ricatto nei confronti del deputato, secondo i magistrati, venne messo in piedi attraverso l'intercessione del fratello di Nicola Cosentino, Giovanni, e la moglie di quest'ultimo, Maria Costanza Esposito, a cui era legato da un radicato rapporto di amicizia. Per il gip, Sarro, con la complicità di due imprenditori edili, Lorenzo Piccolo e Antonio Fontana, ha effettivamente turbato il regolare svolgimento della gara d'appalto (per lavori di manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie) per 31,710 milioni di euro (iva esclusa).

 

BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA

In sostanza il parlamentare, secondo i magistrati, nella sua veste di commissario straordinario, ha garantito che tre lotti di quei lavori finissero alle ditte di Zagaria, in particolare all'impresa di Lorenzo Piccolo (Idroeco srl) a cui è andato il primo lotto, e il Consorzio Stabile Grandi Opere riconducibile ad Antonio Fontana.

 

L’accusa per Del Gaudio e Polverino è di aver intascato da un imprenditore vicino al clan Zagaria soldi per le campagne elettorali. In particolare secondo l'accusa Polverino, già coinvolto in numerose inchieste sui condizionamenti camorristici nella sanità casertana, avrebbe ricevuto dall'imprenditore edile Giuseppe Fontana, anch'egli arrestato stamani, 30mila euro per le Regionali del 2010 (fu poi eletto), mentre Del Gaudio avrebbe preso 20mila euro sempre da Fontana per le amministrative del 2011, poi vinte. In cambio Fontana avrebbe ottenuto la promessa di appalti.

michele zagaria michele zagaria

 

C'è anche il "giallo" relativo alla dispersione dei dati di una chiavetta usb del boss di camorra Michele Zagaria, trovata al momento del suo arresto, nell'inchiesta della Dda di Napoli che ha portato oggi i Carabinieri del Ros ad arrestare 13 persone, fra le quali politici e imprenditori. La chiavetta fu trovata e sequestrata nel bunker nel quale, il 7 dicembre 2011, Michele Zagaria fu catturato. Successivamente, secondo gli investigatori, vi furono passaggi del materiale informatico a favore di esponenti e fiancheggiatori del clan dei Casalesi.

 

E tra le ipotesi di reato di corruzione e turbativa d'asta, una “grida vendetta per i cittadini, perché collegata a lavori di somma urgenza”, come ha affermato Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto della Dda di Napoli, nel corso della conferenza stampa di oggi in procura. “La Regione Campania - ha detto Borrelli - a fronte di una rete idrica non proprio all'avanguardia a livello internazionale, ha speso negli ultimi anni centinaia di milioni di euro in appalti per somma urgenza che sono stato aggiudicati solo a ditte di Casapesenna come se al di fuori di quel Comune non ci fossero idraulici”.

 

LA POLIZIA FESTEGGIA L ARRESTO DI MICHELE ZAGARIA LA POLIZIA FESTEGGIA L ARRESTO DI MICHELE ZAGARIA

Secondo quanto ricostruito nelle indagini della Dda di Napoli, “il creatore della rete o comunque fortemente coinvolto era Tommaso Barbato”, ha spiegato Borrelli. Barbato, ex senatore e candidato, non eletto, alle ultime elezioni regionali nella lista Campania Libera, “all'epoca - prosegue Borrelli - era in posizione dirigenziale nell'acquedotto ed era in stretto contatto con Francuccio Zagaria, che era la mente imprenditoriale del clan e gestiva l'ospedale di Caserta dal suo ufficio nella struttura.

 

Antonio IovineAntonio Iovine

Nel ruolo di ufficiali di polizia giudiziaria avrebbero rivelato a Giuseppe Fontana, detto Pinuccio, imprenditore vicino al clan Zagaria, notizie riservate relative all'indagine su Nicola Cosentino e il fratello Giovanni, ottenendo in cambio svariati favori, tra viaggi e posti di lavoro per parenti. Ci sono anche un carabiniere e un finanziere, entrambi indagati, in servizio presso i rispettivi comandi provinciali di Caserta, nell'inchiesta, denominata Medea, che ha portato in carcere questa mattina 13 persone, tra imprenditori e politici ritenuti collusi con il clan guidato dal boss Michele Zagaria.

 

Il brigadiere dei carabinieri, Alessandro Cervizzi - oggi in congedo, in passato autista di un ufficiale del comando di Caserta - su pressione di Fontana, avrebbe cercato di orientare le relazioni che i suoi colleghi stavano preparando riguardo proprio alle aziende di Fontana oggetto di interdittiva antimafia, affinché il provvedimento venisse revocato. Cervizzi avrebbe fatto anche incontrare Fontana con il comandante della stazione dell'Arma a San Cipriano d'Aversa con l'intento di spostare la residenza anagrafica dell'imprenditore.

 

Antonio IovineAntonio Iovine

In cambio Cervizzi avrebbe ricevuto un viaggio per il figlio al Sestriere, l'assunzione della figlia presso un'azienda che lavorava all'ospedale di Caserta, struttura risultata infiltrata dal clan Zagaria, attraverso l'interessamento dell'allora dirigente dell'azienda sanitaria Carmine Iovine, parente di Antonio Iovine. Il finanziere Silvano Monaco, in servizio al Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, avrebbe invece rivelato a Giuseppe e Orlando Fontana notizie relative ad un'indagine penale che la Finanza svolgeva proprio sul conto dei due imprenditori.

 

 

CAMORRA: SARRO, NON RICEVUTA ALCUNA NOTIFICA ARRESTO

(ANSA) - "Ho appreso leggendo alcune agenzie di stampa, di essere destinatario di una misura cautelare, consistente negli arresti domiciliari". Ad ora "ancora nulla mi è stato notificato". Lo scrive in una nota Carlo Sarro aggiungendo che da Commissario liquidatore dell'Ente d'Ambito Sarnese Vesuviano "non mi sono mai occupato, né avrei potuto farlo, di gare, contratti" o altro.

 

CAMORRA: TURBATIVA ASTA UNICO REATO PER SARRO

(ANSA) - Turbata libertà degli incanti in relazione a una gara d'appalto della Gori Spa: è l'unico reato formulato dalla Dda di Napoli per l'on.Carlo Sarro, al quale - contrariamente da quanto riferito stamane da alcune fonti investigative - non si contesta l'ipotesi di corruzione aggravata dall'aver agevolato un'organizzazione camorristica.

 

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