friedrich nietzsche massimo cacciari donald trump hitler

“NIETZSCHE NON HA NULLA A CHE FARE CON HITLER. E NEMMENO CON TRUMP” – UN PRANZO CON MASSIMO CACCIARI CHE, TRA CANEDERLI, ZUCCA E CAVOLO NERO, PARLA DEL FILOSOFO TEDESCO, ORA CHE ADELPHI HA RIPUBBLICATO LA SUA INTERA OPERA: “NON C’È AUTORE PIÙ ANTITEDESCO DI NIETZSCHE. HA SCRITTO PAGINE E PAGINE CONTRO LA GERMANIA. NON SO COME ABBIANO FATTO I NAZISTI A DIGERIRLO”– “ERA REALISTA E ANCHE DEMOCRATICO. TRUMP NON C’ENTRA NULLA DI NULLA CON IL SUO PENSIERO. SUL ‘SUPERUOMO’ E SULLA ‘VOLONTÀ DI POTENZA’ C'È UN EQUIVOCO GRANDE COME UNA CASA…”

Estratto dell’articolo di Nicola Mirenzi per “il venerdì di Repubblica”

 

Friedrich Nietzsche

Massimo Cacciari era al liceo quando s’imbatté, per la prima volta, nell’opera di Friedrich Nietzsche. «Trovai su una bancarella di Venezia una copia di Così parlò Zarathustra, nella vecchia edizione dei fratelli Bocca. In particolare allora, ma ancora oggi, c’è chi lo ritiene il suo capolavoro. Per me, invece, è un libro che si può apprezzare solo se lo si prende per il suo lato ironico e auto-ironico, come grande parodia. Altrimenti, diciamo la verità, che fatica davanti a certa retorica, a certe pose profetizzanti».

 

Dei ventidue volumi dell’opera nietzschiana che Adelphi ripubblica in un solo cofanetto, nell’edizione leggendaria di Giorgio Colli e Mazzino Montanari, lo Zarathustra è il volume numero 14: un testo magico per generazioni di liceali, e non solo, usato come mezzo per ascendere ad altezze vertiginose dello spirito, o per precipitare negli abissi. […]

 

MASSIMO CACCIARI

Era il 1969 quando, venticinquenne operaista, Cacciari scrisse sulla rivista diretta con Alberto Asor Rosa, Contropiano, il saggio da cui nacque Krisis, un libro del 1976 che cambiò radicalmente la prospettiva su Nietzsche, soprattutto nel mondo della sinistra, dove regnava ancora l’immagine del filosofo della volontà di potenza ispiratore di Hitler. «Erano pregiudizi tenaci.

 

In realtà, non c’è autore più antitedesco di Nietzsche. Ha scritto pagine e pagine contro la Germania e le mitologie sul popolo tedesco. Infatti, sa qual è il vero mistero? Come abbiano fatto i nazisti a digerirlo, raccontandosi un Nietzsche a propria immagine e somiglianza».

 

Si sarà fatto un’idea in tutti questi anni di studio, gli domandiamo mentre si accomoda al tavolo di un ristorante di Milano. «Ma è pazzo? Vuole che mi metta a parlare di Nietzsche qui, mentre la gente mangia?». Be’ siamo venuti da Roma proprio per questo. «Se lo scordi, non ci penso nemmeno».

 

tutte le opere di Friedrich Nietzsche ripubblicate da adelphi

A questo punto, l’intervista è finita: possiamo passare all’ordinazione. «Prendo i canederli funghi, zucca e cavolo nero, ma senza brodo», dice al cameriere, prima di parlare dei suoi impegni sfiancanti. […]

 

Finché arriva il primo. «Buono», lo giudica. E sarà la gratificazione del corpo, o che Cacciari stesso si stufa, a un certo punto, di indossare la maschera dell’intrattabile, sta di fatto che poco dopo riprende a parlare di Nietzsche, come se non avesse giurato il contrario, fino a un attimo prima. «Cosa stavamo dicendo?»

 

Che c’era un pregiudizio su Nietzsche, quando lei ne scrisse.

«Tutta la cultura crociana e gramsciana lo considerava un profeta dell’irrazionalismo o un letterato decadente, cantore del “tramonto dell’Occidente”, irrimediabilmente destinato al suo uso fascista. Sciocchezze, tutte sciocchezze».

 

Cioè?

friedrich nietzsche e la sorella elisabeth

«Soprattutto nei frammenti degli ultimi anni, Nietzsche avverte la crisi dei fondamenti del sapere europeo, non solo della tradizione metafisica, ma dell’intera scienza moderna. Nietzsche supera la vecchia dialettica di soggetto e oggetto e costituisce un passaggio fondamentale della stessa contemporanea scienza della natura. Crede che gli Einstein, gli Heisenberg, i Pauli non tenessero i suoi libri sul comodino?».

 

A sinistra come lo presero il suo libro?

«I vecchi comunisti come Trombadori e Bufalini, male: una sorta di rivalutazione del retroterra fascista. Altri dirigenti più aperti, come Reichlin e Tortorella, s’incuriosirono e ne discussero apertamente».

 

Lei che argomenti usò?

donald trump adolf hitler

«L’argomento del realismo politico. Nietzsche è un realista della politica, nella linea Tucidide-Machiavelli-Tocqueville, altro che irrazionalismo. È lui ad avvertire prima di tutti che l’irruzione delle masse nella dimensione pubblica avrebbe mandato in crisi le istituzioni tradizionali, scuotendo ogni idea di ordine e spegnendo l’illusione della gerarchia. È per questo che i comunisti, in fondo, ne erano spaventati».

 

Cioè?

«Perché l’idea del partito di Gramsci è quella del nuovo Principe, ossia l’avanguardia che guida le masse, le dirige. Un’idea aristocratica della politica. Ma la crisi dei fondamenti è anche crisi del Politico così inteso. Nietzsche spiega la natura dell’homo democraticus, l’uomo che esige protezione ma non tollera pastori. Quale arte politica ne sarà all’altezza, senza ondeggiare tra autoritarismo e anarchia? Mai come oggi, mai come dopo Trump, la domanda è attuale».

 

Non c’entra la volontà di potenza con Trump?

«Nulla di nulla. C’è un equivoco grande quanto una casa su questo. Che inizia con il lavoro della sorella di Nietzsche – lei sì, antisemita e nazista – sui frammenti. Fu lei a raccoglierli sotto il titolo La volontà di potenza, in una chiave tendenziosamente nazionalistica».

 

massimo cacciari

Cosa significa?

«Che, da quel punto di vista, la volontà di potenza appare desiderio di possesso, brama di potere, irresistibile voglia di dominare su cose e persone».

 

E cos’è, invece, per Nietzsche?

«Tutto il contrario. L’uomo può essere preda della paura, dal rancore, dalle passioni tristi. Certo, dice Nietzsche, ma la volontà di potenza è volontà di dominare tali pulsioni. Governo degli istinti distruttivi, e autodistruttivi, che sono in ciascuno di noi. È la forza dell’intelligenza che s’impone sugli impulsi. Forse è potente l’uomo che invidia? L’uomo che brama vendetta, che vede nemici ovunque?

 

O è potente, piuttosto, l’uomo che ama, l’uomo che sa donare sé stesso, l’uomo che sa conformare il proprio essere al destino? Per la sorella di Nietzsche, e forse per i Trump di questo mondo, la volontà di potenza è la prima, la volontà di potenza plebea. Per Nietzsche, è la seconda, la volontà di potenza dell’oltreuomo».

 

Nietzsche non lo chiamava superuomo?

Friedrich Nietzsche - Edvard Munch

«Non è questa la parola esatta per tradurre il termine tedesco Übermensch. Da questo errore sgorgano una serie infinita di fraintendimenti. Il superuomo è l’uomo dotato di superpoteri o di un potere super. Tutte stupidaggini. Nietzsche aveva in mente l’oltreuomo: ossia, l’uomo che va oltre sé stesso, supera la prigione della rabbia, la schiavitù del malessere, l’angoscia del proprio isolamento, insomma va oltre l’uomo del sottosuolo che ognuno di noi si porta dentro».

 

[…]

 

Non è nietzschiana l’idea del trans-umano, cara a Elon Musk – i chip neurali, la sfida all’invecchiamento, l’intelligenza artificiale?

«Ma quando mai. La tecnica è sempre stata fattore del nostro essere. La ruota ha modificato l’essere umano, come ha fatto lo smartphone. D’accordo, con un’intensità minore. Ma la questione dell’oltreuomo è di tutt’altra natura».

 

Friedrich Nietzsche

E fuori dalla politica, siamo andati oltre?

«Lì è anche peggio. Ma si guardi intorno. Non ci sono più neanche i ricchi. Ci sono solo persone che hanno i soldi e corrono a nasconderli nei caveau. Ricchi erano i signori del Rinascimento, committenti grazie ai loro averi di grande arte».

 

Oggi chi sono i veri nietzschiani?

«Forse sono i fisici teorici, quelli che studiano la realtà della materia e dissolvono passo dopo passo l’idea pervicace che esista una sostanza immutabile, una sola origine e un solo fine».

 

Vuole dire Dio?

«Dio è morto. Nietzsche lo ha ripetuto, dopo Hegel. Ma non è morta la Natura, la Natura come la concepiva Spinoza, tutta animata, composta di infinite menti, ognuna che informa e viene informata, parte del Tutto».

 

Nietzsche amava moltissimo anche la musica.

«L’amava perché la musica è numero, ritmo, e cioè tempo, divenire, ma misurato, ordinato. È danza, ossia corpo che vibra. La musica è ebrezza e forma, apollineo e dionisiaco».

 

In altre parole, contraddizione.

«Ma la vita è contraddizione, una contraddizione costante, ineliminabile. In ciò consiste lo spirito tragico di cui parlava Nietzsche. E la nobiltà di una vita è nella forza di sopportarne il male, senza dimenticare che esso è solo in relazione al bene; non smettere di pensarlo e cercarlo in noi e fuori di noi».

 

adolf hitler 12

È per questo che anche lei è stato così contraddittorio?

«In che senso?»

 

Aveva detto che non avrebbe mai parlato a tavola. Invece, siamo qui da due ore.

«È la mia attenuante».

 

Per cosa?

«Per le cazzate che ho potuto, eventualmente, dire. Casomai, si sappia che le ho dette mentre mangiavo».

tutte le opere di Friedrich Nietzsche ripubblicate da adelphilou van salome' friedrich nietzsche paul ree

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO