acronimi mattarella

BASTA CON TUTTI STI ACRONIMI – IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ALL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO A SIENA: “SAREBBE UTILE FARE STUDI PER APPROFONDIRE LE CONSEGUENZE DELL'USO SMISURATO DEGLI ACRONIMI SUL LINGUAGGIO E SULLA FACILITÀ DI COMUNICAZIONE” – IN ITALIA, GLI ENTI STATALI (E NON SOLO) UTILIZZANO SEMPRE PIÙ ACRONIMI CHE CONFONDONO I CITTADINI 

Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

 

mattarella universita di siena

«A mnnpp»: Anche Mattarella Non Ne Può Più. Così sarà ricordato, forse, il discorso del presidente della Repubblica all'inaugurazione dell'anno accademico a Siena. Per carità, l'ha detto con garbo istituzionale: «Non so se siano stati fatti in qualche Ateneo, ma se così non fosse sarebbe utile, studi per approfondire le conseguenze dell'uso smisurato degli acronimi sul linguaggio e sulla facilità di comunicazione». 

 

acronimi

L'ha detto, però: c'è un drammatico problema d'incapacità dello Stato in tutte le sue incarnazioni politiche e burocratiche di farsi capire dai cittadini. Erano anni che lo dicevano i linguisti, lo sottolineavano gli osservatori più attenti, lo riconoscevano perfino pezzi della burocrazia e della magistratura. 

 

Lo dice un parere del 2014 del Consiglio di Stato sulla «Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera» proposta dal ministero della Salute: «Va rilevato come l'intero provvedimento (...) si caratterizzi per una scrittura assai lontana dai buoni canoni di un periodare piano, comprensibile a prima lettura ed elegante e per un uso assai frequente di acronimi e di espressioni in lingua straniera, il cui ricorrere - secondo le regole della redazione dei testi legislativi - andrebbe vietato». 

 

acronimi

Rileggiamo: «vietato». Magari! E torniamo a quanto scrisse tanti anni fa (batti e ribatti magari serve) il grande Tullio De Mauro: «Dobbiamo essere tutti rispettosi delle terminologie tecniche» e «il matematico deve parlare da matematico» e «i microbiologi non sono obbligati a farsi capire da tutti», ma «l'avviso sulle carrozze ferroviarie no. (...) Deve essere scritto in modo che lo capiscano tutti». 

 

Vale per i treni, vale per gli uffici comunali, vale per gli ospedali... Che senso c'è a usare parole defunte come «elasso» o sventagliare a tutto spiano acronimi? Il messaggio ai cittadini è: questo è il linguaggio mio, il territorio è il mio, di qua devi passare. Un'idea padronale del ruolo, del potere, del prestigio... Sintetizzava amaro Trilussa: «Se vôi l'ammirazzione de l'amichi / nun faje capì mai quello che dichi».

 

dna 7

 Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, spiega che per carità, «Gli acronimi possono anche essere utili: pensi al DNA. Quando mai scriveremmo DeoxyriboNucleic Acid? Ormai è una parola intera e molti, più o meno, hanno idea di cosa si tratti. O pensi a Fiat: che aveva dentro la creatività, il futuro... Possono essere perfino belli, talvolta. Il guaio è che troppo spesso questi acronimi vengono usati apposta per essere indecifrabili». 

 

isee

«Sarà una coincidenza che tra le sigle più incomprensibili ci siano quelle che riguardano le tasse o il catasto?», chiede Michele Cortelazzo, autore del recente Il linguaggio burocratico (Carocci editore). E risponde: «Niente affatto. Per cominciare, sono sempre nuove, diverse, cambiano continuamente, devi capire che cosa significano e qualche volta non significano niente. Prendiamo l'Isee. Cos' è? L'Indicatore Situazione Economica Equivalente. Cioè?». 

 

acronimi

Il grande Paolo Rossi, sotto un cartello nel quale erano sparse qua e là un delirio di sigle che toglievano il sonno a chiunque avesse a che fare con l'edilizia, l'urbanistica, i regolamenti comunali, si inventò sul palco un rap irresistibile mischiando i «gulp!», «crash!», «bum!» tipo Paperopoli con raffiche di «PdRIc, Poc, Pit, Piau, QTR, Pua, Ctru, Vas, Drag» e via sparacchiando. 

 

Gli spettatori, merito dell'attore e di quel testo che nessuno avrebbe potuto mai scrivere, ridevano come matti. Ma era, insieme, agghiacciante. Scrisse un giorno Indro Montanelli che il miglior augurio che si potesse fare al nuovo governo che in quel momento nasceva era di durare abbastanza per consentire ai cittadini di imparare a memoria il nome dei ministri. 

acronimi

 

Oggi, come scrive lo stesso Cortelazzo, si fatica a mandare a memoria i nomi dei ministeri «come Maeci (ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale), Miur (ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, recentemente suddiviso in due ministeri), Mef (ministero dell'Economia e delle Finanze), Mise (ministero dello Sviluppo economico)» per non dire del ministero dei Beni Culturali dal nome via via ritoccato con l'aggiunta o la rimozione dell'ambiente o del turismo fino a comporre l'acronimo Mibact. 

 

Una leccornia, per le mezzemaniche. Un orrore per chi ama l'Italia per la sua bellezza. Dei luoghi, della lingua. Eppure, questo orrore che avrebbe fatto inorridire Concetto Marchesi incaricato di rivedere la Costituzione perché fosse «in bello stile», è andato a incrociare un fenomeno tutto nuovo lontano mille miglia dai parrucconi burontosauri. Quello del linguaggio legato ai nuovi sistemi di comunicazione. 

 

MESSAGGINI

Sedici anni fa lo stesso Tullio De Mauro, nel Dizionarietto di parole del futuro (Laterza) scriveva già: «Parole che comprimono altre, acronimi, sigle ci piovono addosso da tutte le parti. Non è solo americana la mania dei vocaboli sintesi, nemmeno è una mania di scienze semiforti come la chimica, la linguistica formale o l'informatica...». 

 

Il linguista Massimo Arcangeli ne ha scritto in vari libri, su tutti Il Medioevo alle porte : «Velocità, risparmio spasmodico di tempo, coatta celerità di scelta. "Siglato è il mondo", direbbe oggi Carlo Emilio Gadda. Immetto il PIN per accedere alla SIM, spedisco un SMS e rispondo a un MMS e, per tenere sveglio l'ego, mi sparo una bella foto con l'UMTS di 3G (terza generazione) che è anche MP3, attivo il WAP per navigare in Internet in HDMI...». 

MESSAGGI SMS

 

Ma indimenticabile è lo studio sugli acronimi dei nostri figli e nipoti: «Scrivono in un "messaggese" e in uno "chattese" così fitto di sigle da fare invidia alla scrittura compendiosa degli amanuensi medievali: se un tempo erano i TVB (ti voglio bene) e TVTB (ti voglio tanto bene), CBCR (cresci bene che ripasso) annotati su diari e quaderni o riprodotti sui muri cittadini, oggi nell'era del digito ergo sum è la legione dei concentrati e dei moncherini verbali: "DV6?MMT6TPM"» Traduzione: «Dove sei? Mi manchi molto, sei tutto per me». Fatto è che fra la vecchia incudine e il nuovo martello resta secco l'italiano.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO