massimo dalema d'alema

“BAFFINO” CHIAMA QUATTRINO - MATTIA FELTRI: “PUÒ UN EX COMUNISTA ESSERE SEMPRE IN MEZZO A CAPITANI CORAGGIOSI, TRAME INTERNAZIONALI, TRAFFICANTI, FIUMI DI QUATTRINI? CERTO CHE PUÒ, SOPRATTUTTO SE È UNO AVANTI COME D'ALEMA, CHE È DA MOLTO TEMPO UN MODERNISSIMO COMUNISTA DI STAMPO CINESE” - D’ALEMA: “HO UNA SOCIETÀ DI CONSULENZA. MA NON FACCIO IL NEGOZIATORE, NON FACCIO TRATTATIVE E NON INCASSO PROVVIGIONI. NON AVREI VISTO NEANCHE UN EURO” (MA NELL’AUDIO PUBBLICATO DA “LA VERITÀ” DICEVA: “ALLORA NOI STIAMO LAVORANDO PERCHÉ? PERCHÉ SIAMO STUPIDI? PERCHÉ SIAMO CONVINTI CHE ALLA FINE RICEVEREMO TUTTI NOI OTTANTA MILIONI DI EURO”)

1 - D'ALEMODERNISSIMO

massimo dalema (2)

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

La scoperta che Massimo D'Alema si sia industriato da intermediario per una vendita di armi alla Colombia, roba da ottanta milioni di euro, fra studi legali di Miami e faccendieri sudamericani, ha risollecitato la solita, vecchia, bolsa domanda: ma può un ex comunista eccetera? Una domanda da cui D'Alema è perseguitato da decenni. Ma può un ex comunista mettere su a Palazzo Chigi l'unica merchant bank in cui non si parla inglese?

 

massimo d'alema al timone della ikarus

Ma può un ex comunista solcare i mari su Ikarus e altre sfarzose barche a vela? Ma può un ex comunista diventare presidente dell'Advisory Board di Ernst&Young? Ma può un ex comunista puntare alla scalata di Bnl attraverso Unipol, essere affaccendato nei viluppi del Monte dei Paschi, stringere politici sensi con Vincenzo De Bustis e la sua Banca 121, come un Sindona del terzo millennio? Ma può un ex comunista andarsene in giro con scarpe di pelle umana?

MASSIMO DALEMA SILK ROAD FORUM

 

Ma può un ex comunista produrre vino in Umbria e vendersene carrettate a Pechino? Ma può un ex comunista ritrovarsi dentro a incastri fra politica e affari per portare il metano su Ischia? Ma può un ex comunista diventare presidente onorario della Silk Road Global Information, che poi all'alba della pandemia importa in Italia ventilatori tarocchi?

 

D'ALEMA E LA BARCA 'GIULIA G' (EX IKARUS)

Può un ex comunista offrire consulenze strategiche con la DL&M Advisors? Ma insomma, può un ex comunista essere sempre in mezzo a capitani coraggiosi, trame internazionali, trafficanti, fiumi di quattrini? Ma può? Può, certo che può, soprattutto se è uno avanti come D'Alema, che non è un ex comunista, ma è da molto tempo un modernissimo comunista di stampo cinese. -

 

2 - D'ALEMA, POLEMICHE E ACCUSE SULLE ARMI PER LA COLOMBIA: SOLTANTO INCONTRI ISTITUZIONALI

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

«Barbarie», sussurra. Poi, subissato dalle domande di amici e conoscenti rispetto alla storia per cui è tornato sui giornali, e cioè l'intermediazione per una fornitura militare di aziende italiane al governo della Colombia, Massimo D'Alema ha spiegato fino a ieri sera la sua versione dei fatti. Anche a proposito dell'audio, pubblicato dal sito del quotidiano La Verità , in cui l'ex premier parla di una provvigione di 80 milioni di euro se l'affare fosse andato in porto («Io non ho ricevuto nessun euro (). Allora noi stiamo lavorando perché?

massimo dalema vladimir putin

 

Perché siamo stupidi? Perché siamo convinti che alla fine riceveremo tutti noi ottanta milioni di euro») e di provvigioni garantite («Noi abbiamo ottenuto il 2% di provvigione, senza alcun tetto. E siamo in grado di garantire la firma del contratto»). Nella vicenda, compaiono studi legali americani (Robert Allen Law), mediatori colombiani e due italiani residenti in Sudamerica (Francesco Amato ed Emanuele Caruso).

 

Partiamo dal principio. «Io ho una società di consulenza. Mi occupo, diciamo, anche di aiutare le società italiane all'estero. Ma non faccio il negoziatore, non faccio trattative e non incasso provvigioni. Non avrei visto neanche un euro», ha spiegato fino a tarda sera dall'Albania. Sull'opportunità che un ex presidente del Consiglio si occupi di trattative del genere, risponde che lui non lavora con aziende di Stato, anche se la legge non lo impedirebbe.

 

massimo dalema al vinitaly

La storia del suo coinvolgimento nella questione colombiana viene spiegata così: «È una storia semplice, con dei rimandi a quell'interesse nazionale di cui evidentemente a qualcuno non importa così tanto». Comunque sia, è la sua ricostruzione per punti, tutto parte dalla decisione del governo colombiano di ammodernare il proprio sistema militare: aerei da combattimento, corvette, sottomarini. È un settore in cui ci sono eccellenze italiane, aziende del calibro di Fincantieri e Leonardo. Che però, in una prima fase, per usare un gergo calcistico, sembrano non toccare palla.

d'alema ikarus

 

In un secondo momento la situazione cambia. «Nessun incontro con faccendieri o simili. Ma incontri istituzionali a livello di cancelleria, e cioè di ministero degli Esteri», ha spiegato D'Alema in privato riferendosi al fatto che, a un certo punto, i rappresentanti delle aziende italiane sono stati ricevuti da rappresentanti degli Esteri, della Difesa e dell'esercito di Bogotà. Poi questi canali si interrompono, probabilmente per superare il livello successivo della trattativa era previsto un incontro col ministro della Difesa in persona che invece non ha luogo, la commessa sembra saltata. E qua torna in gioco D'Alema. «Con l'obiettivo di riattivare dei canali istituzionali che si erano interrotti. Canali istituzionali, ripeto. Il governo della Colombia. Non faccendieri o cose opache».

 

massimo dalema e gli straordinari successi del partito comunista cinese

Come si muove l'ex presidente del Consiglio per rianimare i fili di un dialogo che sembrano essersi spezzati, per riattivare una trattativa che pare finita su un binario morto? Va a incontrare l'ambasciatrice colombiana in Italia, che sembra rassicurarlo. Parallelamente, si preoccupa, per interposta persona, di sollecitare l'interesse del sottosegretario alla Difesa italiano, Giorgio Mulè. Riassumendo, «non sono andato a trattare né sarei andato in Colombia, non avrei incassato alcuna provvigione. Mi sono limitato a mettere in contatto delle aziende italiane con un governo straniero, ad attivare dei canali ufficiali».

LA MEDIAZIONE DI MASSIMO DALEMA PER UNA VENDITA DI ARMI ALLA COLOMBIA

 

La fine della storia? Probabilmente non se ne farà nulla, la fornitura militare del governo della Colombia sarà appannaggio di qualcun altro. «L'interesse nazionale, le aziende italiane e i loro lavoratori, verosimilmente, non interessavano a tutti quelli che hanno inquinato questa storia anche utilizzando con registrazioni parziali...», è la riflessione dell'ex presidente del Consiglio.

 

 Che, sempre in privato, ha notato come le indiscrezioni uscite in Italia abbiano fatto il paio con alcuni articoli usciti in Colombia. Un amico gli ha anche chiesto se non avesse il sospetto che l'emersione della consulenza non fosse un obiettivo per colpirlo, per fargli un dispetto. «Mah - ha riflettuto - e che fastidio posso dare io? Non faccio politica, non faccio nulla. Lavoro e basta».

MASSIMO DALEMA E LA PIZZETTA

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)