roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

MES MALISSIMO – IL PARLAMENTO E' NEL CAOS: 42 DEPUTATI E 16 SENATORI GRILLINI MINACCIANO UFFICIALMENTE DI NON VOTARE LA RIFORMA DEL FONDO SALVA STATI SE NON CI SARÀ UN NO ESPLICITO AL MECCANISMO “SANITARIO” - ORA CONTE TRABALLA SUL SERIO: IL 9 NOVEMBRE IL GOVERNO RISCHIA DI ANDARE SOTTO SIA ALLA CAMERA CHE AL SENATO - SI SPACCA ANCHE FORZA ITALIA: TAJANI GUIDA IL FRONTE ANTI-UE, BRUNETTA PRONTO A DIRE SÌ...

1 - FI SPACCATA SUL MES TAJANI ORA GUIDA IL FRONTE ANTI-UE BRUNETTA: IO DIRÒ SÌ

Estratto dell’articolo di Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

 

A ora di cena si presenta Antonio Tajani per riportare l'ordine (del capo) all'assemblea del gruppo di Forza Italia alla Camera. Ha il mandato di impedire la resa dei conti e salvare quel che resta del partito.

 

Per tutto il giorno si è fatta sentire anche la voce del "padrone". Raccontano che sia stato lo stesso Berlusconi a chiamare al telefono uno per uno gli spiriti più "esagitati" per sedare la rivolta contro il suo annuncio del no alla riforma del Mes, quando approderà in aula il 9 dicembre.

maria stella gelmini annamaria bernini silvio berlusconi antonio tajani

 

La seduta d'aula è finita, Montecitorio è deserta, restano accese le luci del piano occupato dai berlusconiani. In assemblea si presentano 62 su 91 deputati. L'ala anti salviniana, quella più filo governativa, da Renato Brunetta a Renata Polverini, da Stefania Prestigiacomo a Osvaldo Napoli, è intenzionata a dare battaglia.

 

(…)

 

Proprio l'uomo di Forza Italia ai vertici del Ppe, tacciato a più riprese di "merkelismo" dal sovranista Salvini, a sorpresa ha convinto il leader ad assecondare la linea del no al Mes. (…) La posizione di Tajani non è casuale. Ha curato lui la trattativa chiusa la settimana scorsa con Salvini e Meloni sullo scostamento di bilancio da 8 miliardi.

matteo salvini silvio berlusconi

 

Allora, Forza Italia e lo stesso Berlusconi hanno trascinato i due partiti alleati al voto favorevole. Ma in quell'occasione, emerge ora dalla ricostruzione dei protagonisti, il segretario leghista ha accettato di votare sì allo scostamento a una condizione. Ovvero che Berlusconi rinunciasse a sostenere il Mes.

 

(…)

 

Brunetta non vuol sentire ragioni. Voterà a favore del Mes, dice in faccia a Tajani, dopo aver inviato a tutti i colleghi il suo dossier tecnico: «Tutte le famiglie europee hanno detto di sì, c'è un rischio speculazione se l'Italia dice no».

 

silvio berlusconi antonio tajani

(…)

 

2 - OLTRE 50 GRILLINI PRONTI A VOTARE NO IL GOVERNO RISCHIA LA CRISI PER IL COLLE UNA PROVA CRUCIALE

Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio e Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

(…) Ora la maggioranza rischia davvero. Il governo, se possibile, di più. La lettera con la quale 42 deputati e 16 senatori grillini minacciano di bloccare la ratifica del nuovo Meccanismo di Stabilità, subordinandola a una serie di condizioni mirate a ottenere il no esplicito all'utilizzo del Mes sanitario, piomba sui giallorossi come il sasso che rotola su una montagna già friabile.

luigi di maio vito crimi

 

E rende il pericolo valanga mai più concreto di così. Il 9 dicembre, quando il premier Conte farà le sue comunicazioni in Parlamento, la coalizione di governo potrebbe non avere i numeri per dare via libera alla riforma concordata con Bruxelles.

 

(…) il voto contrario sulla riforma del Mes sarebbe uno schiaffo all'Europa e aprirebbe una crisi politica perché costringerebbe fatalmente Conte a salire al Colle. Spianando la strada a elezioni anticipate per eleggere un Parlamento di 600 componenti, invece degli attuali 915.

 

ROBERTO GUALTIERI ENZO AMENDOLA

Una crisi che tuttavia non sarebbe Mattarella a innescare ma s' imporrebbe da sé come fatto inevitabile, visto che si tratterebbe di un voto negativo sulle ragioni fondanti della maggioranza. Un po' come se non si approvasse la legge di bilancio. Messaggi che arrivano forti e chiari ai piani alti del Movimento. Insieme all'ira del Nazareno: «Il Pd non voterà mai una mozione parlamentare dove c'è scritto che non si deve usare il Mes sanitario».

 

(…) Se i 54 dissidenti rimasti (39 alla Camera, 15 al Senato) dovessero votare contro la risoluzione pro-Mes, i giallorossi andrebbero sotto in entrambi i rami del Parlamento.

 

Al Senato la soglia di maggioranza mancherebbe per 6 voti; alla Camera per 16. La risoluzione potrebbe pure passare, magari con qualche aiuto esterno, ma sarebbe comunque una sconfitta politica. E scivolare su questo tema assesterebbe un duro colpo alla tenuta del governo. Le avvisaglie della frana s' erano avvertite fin dal mattino, quando il ministro degli Affari Europei Enzo Amendola aveva riunito la coalizione per cominciare a ragionare sul testo da presentare in Aula.

meccanismo europeo di stabilita'

 

È allora che il senatore 5S Pietro Lorefice si è messo a elencare tutte le sue perplessità, chiedendo che fosse messo nero su bianco il no all'utilizzo della linea di credito pandemica. Le stesse criticità poi elencate nella lettera - inviata a Crimi, al capodelegazione Bonafede e per conoscenza anche a Di Maio e Fraccaro - che nel pomeriggio darà corpo e sostanza numerica alla fronda contro il Mes. Tanto da costringere Amendola ad aggiornare la riunione.

SILVIO BERLUSCONI TAJANI LANCIO EUROPEE

 

Per dare il tempo di trovare una mediazione. Già delineata nel confronto fra i leader: l'Italia dirà sì alla riforma del Mes, ma qualsiasi richiesta di credito relativo al fabbisogno sanitario dovrà essere subordinata a un voto parlamentare. Il compromesso salva-governo.

 

luigi di maio vito crimi 3

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