emma dante

“METTO IN SCENA UN CRISTO IN CROCE CHE NON È NÉ UOMO NÉ DONNA” – LA PROVOCAZIONE DI EMMA DANTE, REGISTA DEI "DIALOGHI DELLE CARMELITANE DI POULENC", CHE IL 27 NOVEMBRE APRE LA STAGIONE DELL'OPERA DI ROMA: “OGGI SIAMO PIÙ LIBERI DALLE IDEOLOGIE, MA COSTRETTI NEL POLITICALLY CORRECT. SIAMO NEL MONDO DELLA CENSURA DELL'ARTE, MENTRE L'ARTE È IL TERRITORIO DELLA LIBERTÀ. SE SULLA CROCE METTO IN LUCE UN CORPO AMBIGUO, NON DEVE ESSERE MORTIFICATO. NON CI SARÀ ALCUN ATTO BLASFEMO…”

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

emma dante 6

«Non sono credente, per questo sono attratta da tutto ciò che è religioso», dice Emma Dante, regista dei Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc che il 27 apre la stagione dell'Opera di Roma (manca dal 1991). Ritrova il suo teatro fisico, dei corpi, benché sia un lavoro «statico, dove non succede poi molto».

 

Sul podio il direttore musicale del teatro Michele Mariotti, alla sua prima inaugurazione a Roma. Cast di primissimo rango, Corinne Winters, Anna Caterina Antonacci, Emoke Barath, Ewa Wesin.

 

teatro dell'opera

Il fascino mistico di un'opera anomala, in passato si parlò di ombre clerical reazionarie.

«Però lo spettacolo di Luca Ronconi del 1988 spazzò via le diffidenze. Non c'è la solita storia d'amore, di lei, lui, l'altro, e quest' anomalia mi piace molto. Ma è comunque una storia d'amore, più amplificata e universale perché ha a che fare con la fede. Queste suore sono delle fanatiche, innamorate perse del loro Dio ed è il motivo per cui in sedici decidono di sacrificarsi, vennero giustiziate nel 1794 (era la Francia post Rivoluzione del Terrore) perché non vollero rinunciare ai voti».

 

dialoghi delle carmelitane di poulenc 4

Si parte da un fatto vero, e dal dramma di Bernanos.

«Ma al di là dell'episodio reale, che è follia perché alla sentenza di morte ringraziarono col sorriso e andarono al patibolo felici, qui il fanatismo diventa poesia, è un gesto poetico più legato all'amore che al delirio. L'arte riesce a trasformare il gesto più politico in qualcosa di universale, di onirico. Non significa che è meno realistico. Poulenc sogna il martirio, mi sembra più interessante che mostrarlo».

 

È un'opera che poggia su figure femminili.

emma dante 1

«Ma c'è un elemento maschile, fortifico i loro corpi, sviluppano i loro muscoli. Io rendo le Carmelitane zoppe. È un ordine rigoroso e severo, a Blanche quando entra dicono, non pensare che avrai le agevolazioni cui era abituata prima, dovrai sacrificarti ogni giorno. Fanno penitenza e si mettono dei mattoni sul piede, per sopportare il dolore, per fortificarsi. La zoppìa è una conseguenza della penitenza. C'è anche sensualità, com' erano nella vita civile, prima di diventare suore».

dialoghi delle carmelitane di poulenc 3

 

La scena?

«Come elementi di lustro della casa di Blanche ci sono dipinti di David, poi le tele si girano e rappresentano il retro delle celle. E quando sono soltanto cornici, tirando una cordicella, fanno cadere la tela immacolata, bianca: le tele diventano ghigliottine».

 

C'è anche un Cristo di cui si parlerà molto...

«Un Cristo in croce che non è né uomo né donna, è il Cristo delle Carmelitane, a loro immagine e somiglianza, al di sopra dei generi, quando viene deposto dalla croce, Cristo diventa uno, o una, di loro».

 

emma dante foto di bacco

C'è la paura?

«Blanche, la più tormentata, non fa altro che averne, suo fratello la chiama la piccola lepre. È la paura di non essere accompagnata d Dio».

 

Qual è il momento che più la colpisce?

«Il finale. L'ho anche usato in Odissea , un mio spettacolo teatrale, è un finale in sottrazione, togliendo le voci e raccontando la morte. Facendo morire le voci fai morire anche i corpi».

 

dialoghi delle carmelitane di poulenc 1

La salvezza?

«Qui non c'è, non si salva nessuno. Si salveranno nell'al di là. C'è molta teologia, il titolo è geniale: i dialoghi, loro pregano e parlano. Per questo erano considerate inutili dopo la Rivoluzione francese, quel mondo lì viene soppresso: oggi, nel nostro momento storico, ne avremmo bisogno, di tornare a quelle preghiere. C'è troppa frenesia, il consumismo che fa morire le cose nel momento in cui si fanno».

emma dante 2

 

Un titolo che fu tacciato di essere anti moderno.

«Sì, Poulenc è un autore trascurato, si fa a singhiozzo. Oggi siamo più liberi dalle ideologie, ma costretti nel politically correct, e dunque siamo nel mondo della censura dell'arte, mentre l'arte è il territorio della libertà e non dovrebbe conoscere censure. Se sulla croce metto in luce un corpo ambiguo, non dev'essere mortificato. Credo nella provocazione, anche forte».

dialoghi delle carmelitane di poulenc 2

 

La provocazione è un'arma a doppio taglio?

«Ci sono spettacoli che mi hanno scosso, dove la provocazione è una bestemmia. Non avrei nulla in contrario alla bestemmia nell'arte. Se un uomo violenta un bambino, il mondo è fatto anche di questo e l'arte deve mostrarlo, non può tenerlo sotto il tappeto come la polvere. Se urta la sensibilità non mi importa nulla. Gli arredi sacri, l'iconografia, il rituale mi attraggono molto. Non ci sarà nessun atto blasfemo».

emma danteemma dante 4EMMA DANTEemma dante 5emma dante 3

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....