
“I PRIMI 100 GIORNI DI TRUMP SONO STATI UN’INCREDIBILE MANIFESTAZIONE DI INCOMPETENZA” – IL GIORNALISTA MICHAEL WOLFF: “PENSO NON ESISTA NESSUN PROGRAMMA, NESSUN PIANO DA REALIZZARE. C'È LA VENDETTA, C'È LA VOGLIA DI TERRORIZZARE I LIBERAL. MA SE MI CHIEDE QUALE È IL PIANO PER L'UCRAINA, QUAL È QUELLO PER L'IMMIGRAZIONE, BEH NON CI SONO, SI VA A TENTONI” – “I CEO DI SILICON VALLEY FINIRANNO PER PENTIRSI, CREDEVANO CHE TRUMP AVREBBE OFFERTO LORO QUALCOSA DI MIGLIORE PERCHÉ È OSSESSIONATO DALLE CRYPTOVALUTE O PERCHÉ CI SONO MUSK E PETER THIEL, MA…”
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
I PRIMI 100 GIORNI DI TRUMP ALLA CASA BIANCA
«Incompetenti». La ripete più volte Michael Wolff questa parola nel corso di una lunga chiacchierata con La Stampa. Giornalista e scrittore, una conoscenza con pochi uguali dei meandri in cui si snoda la galassia di Trump, Wolff con il suo Fire and Fury scalò classifiche di vendite e dibattiti ai tempi della prima Amministrazione; l'ultimo All of Nothing racconta la campagna elettorale del ritorno del tycoon newyorchese.
Michael Wolff, cento giorni di Trump. Giudizio a bruciapelo…
«Incredibile manifestazione di evidente incompetenza, disorganizzazione, caos che lascerà distruzione e non genererà nessun risultato, nessuna realizzazione degli obiettivi, anche se non mi sembra chiaro quali questi fossero».
Potremmo anche finirla qui. Ma l'Amministrazione, ovviamente, dice che Trump ha mantenuto le promesse ed esalta tre mesi di decisioni rapide e nette. Molti osservatori, compresi navigati reporter politici sono rimasti sorpresi dalla furia dei primi tre mesi. E lei?
«Questa analisi è errata. Perché parte dal presupposto che ci sia un piano. Che può essere rispettato o meno, ma esiste. Io invece penso non esista nessun programma, nessun piano da realizzare».
Cosa allora ha in mente Trump?
«Ci sono degli obiettivi generici, c'è la vendetta, c'è la voglia di terrorizzare i liberal. Ma se mi chiede quale è il piano per l'Ucraina, qual è quello per l'immigrazione, beh non ci sono, si va a tentoni».
Perché?
donald trump 2024 fotoritratto
«Torniamo alla parola di cui sopra, incompetenti. Chi è al governo adesso non ha la benché minima idea di come si governano le cose, non ha esperienza manageriale. Qualcuno si era illuso che Trump avrebbe imparato dagli errori del primo mandato. Non vedo nessun segno in questa direzione». […]
«[…] I suoi interessi sono spostare su di sé l'attenzione. Vuole ogni titolo di giornale, ogni immagine puntata su di sé, non importa il contenuto».
In questi cento giorni sono emersi nuovi personaggi in posti chiave. Cosa ne pensa?
«Incompetenti e ossessionati da qualcosa».
[…]
Parlando di tariffe, Peter Navarro è stato la forza trainante nei primi cento giorni…
«Favoloso trascorrere del tempo con lui, resti a bocca aperta, non riesco nemmeno a descrivere come è ascoltarlo. Guida l'intera politica commerciale».
Stephen Miller, l'architetto delle deportazioni e della politica migratoria…
«Chiaramente ha uno "spectrum disorder", ma dentro questa Amministrazione essere ossessionati da qualcosa è un vantaggio. E lui ha l'ossessione degli immigrati illegali, qualche volta ottiene risultati ma il più delle volte di breve durata».
Cito dal suo libro: "Cosa c'è di sbagliato in quest'uomo?
«Sì, È Trump che parla di Musk».
Siamo nell'ottobre 2024. Quale rapporto oggi dopo tre mesi in cui Musk e Doge hanno guidato le politiche di tagli della spesa federale?
«Musk è diventato una sorta di intrattenitore per Trump. Elon è un generatore di titoli sui giornali e di attenzione da parte dei media. E questo a Trump piace. Ma Elon se ne andrà, il Doge sparirà e anche lui seguirà lo stesso destino che accomuna tutti i plot, le trame – in senso cinematografico – di Trump: inizierà un nuovo episodio della saga senza di lui perché Trump pensa tutto in termini di reality show».
I ceo di Silicon Valley stanno con Trump. Perché? E resteranno?
«Opportunismo puro. Credevano che i democratici avrebbero imbrigliato le loro aziende, creato un clima negativo per il loro business e sono stati portati a credere che Trump avrebbe offerto loro qualcosa di migliore perché Donald ora è ossessionato dalle cryptovalute o perché ci sono Musk e Peter Thiel. Finiranno per pentirsi. Sono stati anche loro vittime di un'ubriacatura».
Quale?
«Quella della notte elettorale, si sono illusi tutti che Trump sarebbe stato diverso, che la sua seconda presidenza sarebbe stata nuova. Un totale flop nella lettura della realtà».
mark zuckerberg lauren sanchez jeff bezos sundar pichai elon musk foto lapresse
La luna di miele è finita anche secondo i sondaggi. Pure sull'immigrazione Donald Trump non convince più la maggioranza degli americani. Perché?
«Il Paese era con lui, non c'è ombra di dubbio. Ma come su altri temi ora ha perso popolarità per lo stato confusionale e di paura disseminata. Sta prevalendo l'interrogativo su cosa succederà».
Ma perché questa inversione?
«La ragione fondamentale è che Donald non sa veramente cosa sta facendo».
Sulle tariffe crede abbia un'idea più precisa?
«No. Attenzione però. Alla Casa Bianca ci sono molte persone rispettabili e ragionevoli. Con loro parlo spesso e – non posso dirle i nomi – confessano timori molto profondi».
Su cosa?
«La recessione. Ma non solo. Temono un conflitto fra Russia e Nato, hanno paura di una nuova crisi sanitaria e del degrado dei servizi pubblici. E sono tutte cose serie».
DONALD TRUMP - WALL STREET
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO