palme milano piazza duomo

‘LA PALMA È LA KIM KARDASHIAN DEGLI ALBERI’ - SE ROMA IMPAZZISCE PER LE POLIZZE, MILANO PERDE LA BROCCA DIETRO AI NUOVI ALBERI DI PIAZZA DUOMO: ‘MILANABAD’, ‘COSÌ I MIGRANTI SI SENTONO A CASA LORO’, ‘PERFETTE PER UNA REPUBBLICA DELLE BANANE’, CHI CITA SCIASCIA E GLI OLII DI DELACROIX - AI TURISTI PIACCIONO PER I SELFIE, E I NEGOZIANTI TRIPLICANO LA CLIENTELA

 

Francesco Battistini per il “Corriere della Sera

 

BEPPE SALA SULLE PALME DI MILANO AL DUOMOBEPPE SALA SULLE PALME DI MILANO AL DUOMO

O mia bèla palmettina. Le prime vittime sono i piccioni, poveracci. La foto col pennuto è roba da quadri grigi e luci gialle, plumbei anni Settanta: oggi brilla un sole tropicale che neanche a Palm Beach e i cinesi che scendono dal pullman bipiano - altro che piccioni - si fermano dietro al monumento di Vittorio Emanuele per il selfie palma&guglia. Pensionati e turisti, tutti a guardare il nuovo cantiere di Milano Vice, o Milano marittima.

 

Se Milano avesse lu mer sarebb' na piccola Ber e anche se il mare non c' è il signor Nino, pugliese e storico venditore di mangime, mastica amaro e si tiene i sacchetti in saccoccia: «Due euro l' uno, ma con questa bella trovata delle palme», c' è da restare con un palmo di naso e rivedere i prezzi. Bel salto, dalla città del bosco verticale alla piazza col giardino tropicale:

 

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«Devo essere onesto, alle palme non c' ero arrivato neanch' io», dice al chiosco Souvenir Point il signor Massimiliano, 41 anni, che ai touristes de bananes rifila da una vita qualunque bassezza, dal Duomo con la pizza al Duomo col Pulcinella, dal Duomo petaloso, al Duomo col violino, e poi il Duomo con le cabine telefoniche inglesi e con le donnine scosciate e perfino con la foglia di maria, «ma se qualcuno mi chiede il Duomo con le palme, mi spiace, da me non lo troverà mai!...».

 

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Anche le calamite da frigo hanno una loro dignità, perdinci, e qui siamo ormai ai nanetti in giardino, alle gondole sulla tv, ai centrini di pizzo e insomma c' è un limite al kitsch: «Cosa diventiamo, l' Arabia? Ci manca solo che sul sagrato mettiamo giù una bella tenda e facciamo il tè nel deserto...».

 

I tristi tropici sono subito un topic forum. E basta un solo giorno perché l' ultima trovata della Milano da piantumare - le trentotto palme e il bananeto sotto il Duomo, in cambio dei tre milioni di sponsorizzazione da un global brand del caffè - aumenti il riscaldamento globale del blablà. Partono i sondaggi online.

 

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S' indigna più d' un urbanista. E manco a dirlo la questione botanica mette radici in quella politica, con le opposizioni cittadine a sollevare zolle: «Benvenuti a Milanabad», dove s' appaia l' esotismo botanico all' islamismo estremista, si tirano in ballo i migranti «che così si sentono a casa loro», si twittano meme coi minareti al posto delle guglie. Forza Italia si presenta in consiglio comunale con le banane gonfiabili, la Lega s' inventa i cartelli-cammelli, i grillini che un-albero-non-vale-uno chiedono piante autoctone.

 

 Tutti contro quel punteruolo rosso di Beppe Sala, «non faccia il Tafazzi e tolga subito palme e banani!», col sindaco stesso che in effetti ammette di non essere «super entusiasta dell' idea», scarica tutto sull' ok ricevuto dalla Soprintendenza, ricorda che in fondo nell' Ottocento c' erano già le palme a far da corona alla Madonnina e alla fine, per ironizzare un po', posta pure una foto di un' altra piazza milanese (Gae Aulenti) commentando che «con un paio di palmette sarebbe anche meglio!»...

Questione di fusti e di gusti.

 

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Perché la palma, simbolo della fertilità e della resurrezione, è stata un tempo lontano di gran moda fra gli orientalisti: gli olii di Delacroix, l' arredo urbano esotista di tanti giardini pubblici. Ma oggi? In mezzo alla città «è la Kim Kardashian degli alberi», dice un architetto esperto di giardini che lavora col Comune: «Ovunque tu la metta, ti rovina la cartolina». Nane, appena piantate e molto spernacchiate, le povere palme 2017 piacciono e dispiacciono. Un barista davanti alla tripla aiuola, Mario Governa, si sente già unto dall' olio: «Per me, bottegaio, il primo giorno ha già significato un incremento della vendita di pizze e di caffè del 25-30 per cento!».

 

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Il perfetto simbolo per un Paese delle banane, chiosa invece il critico d' arte Philippe Daverio. Più che la palma, c' entra forse la potenza di questa piazza. Che divide comunque la si usi, per farci pregare i musulmani o per santificare gli eventi degli stilisti, per i festivalbar o la politica da bar. «Forse tutta l' Italia va diventando Sicilia - scrisse una volta Leonardo Sciascia -: gli scienziati dicono che il clima propizio alla vegetazione della palma viene verso nord di cinquecento metri ogni anno La linea della palma Sale questa linea della palma e degli scandali: su su per l' Italia, ed è già oltre Roma».

milano palme in piazza duomo  1milano palme in piazza duomo 1

 

Qualche anno fa, per tornare alla Scala, Claudio Abbado mise una condizione ai milanesi: io dirigo, ma voi prima piantate almeno novantamila alberi in tutta la città e fate diventare un bosco il davanti del Duomo. Betulle, gelsi, querce. Gli dissero prima sì, poi nì e infine no. Vuoi mettere le palme?

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